HomePoliticaRimini, Chiara Bellini a Marcello (FdI): “Ecco la possibile via per nuove forme di rappresentanza civica”

La vice sindaca: "Fu Berlusconi ad abolire i quartieri e l'attuale governo ipotizza di ripristinarli solo nei soli comuni capoluogo di città metropolitana"


Rimini, Chiara Bellini a Marcello (FdI): “Ecco la possibile via per nuove forme di rappresentanza civica”


3 Novembre 2023 / Redazione

La vice sindaca di Rimini Chiara Bellini ha risposto in consiglio comunale all’interpellanza di Nicola Marcello (Fratelli d’Italia) sull’iter delle nuove sedi di partecipazione: gli ex quartieri.

“Le circoscrizioni di decentramento comunale sono state eliminate – dal Governo Berlusconi – per i Comuni inferiori a 250 mila abitanti dalla L.191/2009, modificata dalla L.42/2010 – ha ricordato Chiara Bellini – Per una realtà come Rimini le funzioni – facoltative e non più previste per legge – assegnate ai nuovi organi di rappresentanza devono rimanere dunque nell’ambito della “partecipazione popolare all’amministrazione locale”. Il disegno di legge del 2022 ha previsto il ripristino delle circoscrizioni anche in comuni sotto i 250 mila ma con più di 120 mila abitanti. Rimini sarebbe rientrata tra queste. C’è stato un passaggio in commissione ma poi l’iter si è bloccato con la fine del governo tecnico. Il nuovo governo di centrodestra uscito dalle urne intende limitare il ripristino ai soli comuni capoluogo di città metropolitana: di fatto un solo caso”.

Ciò premesso: “Questo iter claudicante, che ha tenuto anche la nostra amministrazione in attesa per diversi mesi, ha rallentato i lavori a causa del quadro normativo incerto. Quale può essere allora, alla luce dell’analisi fatta, la possibile via riminese a nuove forme di rappresentanza civica?”.

E Bellini si risponde: “Il punto di partenza è quello di un confronto con la città sui futuri organismi di partecipazione territoriale che il Comune di Rimini intende attivare per “sopperire” all’abolizione delle Circoscrizioni voluta dal governo Berlusconi nel 2010 e ripristinare quindi più efficaci e puntuali forme di dialogo con il territorio, che non avendo più il conforto dell’inquadramento normativo precedente, dovranno necessariamente essere diversi. Da qui siamo partiti e in questo anno abbiamo lavorato per individuare possibili soluzioni, arrivando alla stesura di un paio di proposte alternative che presenteremo a breve in commissione, avviando l’iter del confronto istituzionale. Abbiamo anche sperimentato interventi partecipativi di comunità, come ritorno all’astoria, città delle relazioni e paesaggi sociali. Non sostitutivi certo di nuovi ambiti strutturati, ma propedeutici ad una nuova concezione di partecipazione territoriale”.

Pertanto: “Per prima cosa abbiamo lavorato sulla definizione di quali siano oggi i reali quartieri in cui è suddivisa la città. Sicuramente le vecchie 6 circoscrizioni non sono più un riferimento attuale, non rispondendo più ad una città che nel frattempo ha cambiato forma a livello demografico, urbanistico, sociale e dei servizi. Abbiamo lavorato arrivando ad una proposta ponderata con queste variabili – armonizzandole ai nuovi trend demografici – e tenendo conto anche degli interventi già attivi sul territorio per la dislocazione di servizi e spazi, come quelli legati al socio sanitario, ai servizi civici, aule pubbliche, scuole. Abbiamo svolto una intensa attività di confronto e benchmarking con territori simili al nostro sia dal punto di vista geografico (come Cesena, Forlì, Ravenna o Pesaro) che demografico (Bergamo, Modena, Sassari, ad esempio). Ognuna di queste realtà ha sviluppato una risposta contemporanea al tema della partecipazione, declinata sulla identità delle rispettive comunità locali, facendo leva anche sull’attivismo dell’associazionismo e dei corpi intermedi. Una parte di queste amministrazioni ha di fatto replicato un modello più simile a quello passato delle circoscrizioni, un’altra ha invece investito su processi di innovazione partecipativa, con forum territoriali”.

“Le alternative che presenteremo tra la fine dell’anno e i primi mesi del prossimo conterranno:
– una lettura di quali siano oggi i servizi, i bisogni e le caratteristiche demografiche di Rimini
– una proposta dettagliata con il numero dei nuovi ambiti territoriali, i rispettivi confini geografici e composizione demografica, le sedi pubbliche di riferimento
– due o più proposte alternative sul modello organizzativo
– una proposta relativa alla tipologia dei servizi, agli ambiti di intervento e ai strumenti di supporto ai nuovi ambiti partecipativi”. ha concluso Chiara Bellini.