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Croatti (MS5): "Governo ottuso", mentre il SIB a livello nazionale minimizza ma a Rimini si dice preoccupato: "Il tempo stringe"


Spiagge: Italia verso infrazione UE, Mare Libero: “Politica mente e noi paghiamo, vergogna”


16 Novembre 2023 / Redazione

“Se la procedura di infrazione arrivasse fino in fondo, a pagare saranno tutti gli italiani e non coloro che si ritengono i ‘padroni’ della spiaggia”: così Roberto Biagini, presidente del Coordinamento Nazionale Mare Libero, commenta le notizie che arrivano da Bruxelles, dove la Commissione europea ha fatto sapere che l’Italia rischia seriamente di incappare in sanzioni per non aver trovato una soluzione praticabile per le consessioni balneari.

“La politica italiana – prosegue Biagini – si è di nuovo messa in ridicolo nei confronti delle istituzioni comunitarie. Sarebbe nulla se le eventuali sanzioni le pagassero di tasca loro i politicanti, nazionali, regionali e comunali di tutti gli schieramenti a busta paga politica della lobby dei balneari che hanno portato a questa situazione. Il problema è che se la procedura d’infrazione arrivasse sino in fondo le sanzioni colpirebbero lo Stato membro Italia e quindi noi tutti e non coloro, insieme ai loro protettori, che si ritengono padroni della spiaggia, dei beni comuni di tutti noi, solo perchè la politica corrotta gli ha permesso di arrogarsi tale titolo”.

“Continuate pure a promettergli proroghe, indennizzi non dovuti, estensioni delle concessioni a scapito delle spiagge libere, solo per avere voti e ombrelloni gratis d’estate. Fate pure e ………VERGOGNATEVI!!”, punta il dito il presidente Coordinamento Nazionale Mare Libero.

Da parte sua il senatire del MoVimento 5 Stella Marco Croatti dichiara: “Tanto tuonò che piovve: alla fine la lettera dell’Ue con la procedura d’infrazione è pronta, e forse già domani ne conosceremo i contenuti. Intanto la nostra Riviera trema perché l’immobilismo e il rischio di ricorsi e contenziosi sul comparto rischiano di avere conseguenze davvero gravissime e ripercuotersi sull’offerta turistica balneare. E’ davvero inqualificabile l’ottusità con cui il governo Meloni, in tema di concessioni demaniali, vuole fare dell’Italia uno zimbello su scala europea. Con la premier che se ne lava beatamente le mani. Tutto questo per mantenere uno status quo di concessioni praticamente a vita. Un sistema ormai fallace, con investimenti fermi grazie ai patrioti che da un anno e mezzo lasciano il comparto nella più totale incertezza. La procedura d’infrazione porta con sé un incredibile salasso alle tasche di tutti i cittadini italiani che già devono affrontare la serie di rincari dovuti all’inflazione. La sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue dello scorso aprile aveva stabilito che le concessioni balneari in Italia non sono conformi alla normativa europea, in quanto non sono assegnate tramite procedure di gara pubbliche e non sono stabilite regole chiare e trasparenti per la loro durata. Il governo italiano ha parlato – spesso a vanvera – e promesso tanto. Al momento ciò che è certo è che non ha ancora presentato un disegno di legge in Parlamento e degli sbandierati confronti con l’Europa ancora non si sa nulla. Intanto però la commissione UE è pronta a inviare a Roma la lettera per contestare la violazione. Una situazione grave in cui la difesa dei privilegi di pochi rischia di pesare inaccettabilmente su tutta la comunità”.

Sull’altro fronte, seocondo il presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio Antonio Capacchione, “il parere della Commissione non pregiufìdica una giusta soluzione”, aggrappandosi a quanto dichiarato dalla Portavoce della Commissione europea Johanna Bernsel.

E Capacchione argomenta: “E’ opportuno ricordare che la procedura non riguarda solo gli stabilimenti balneari, ma tutti coloro che operano su suolo demaniale e pubblico in genere: dai ristoranti ai campeggi; dai chioschi bar agli alberghi. In pratica il segmento più importante del turismo italiano. Il termine dei 60 giorni per l’eventuale recepimento delle indicazioni della Commissione europea non è tassativo, così come non è scontato il suo ricorso alla Corte di Giustizia. Al momento a carico del nostro Paese sono pendenti 77 procedure di infrazioni con 18 Pareri motivati: il più “vecchio” risale al 2013 (per l’Ilva di Taranto), e a questi 18, oggi, si aggiunge quello sulle concessioni demaniali marittime”.

“Siamo fiduciosi che il Governo, nella sua interlocuzione con la Commissione europea, nelle prossime settimane valorizzi adeguatamente il risultato registrato dal Tavolo tecnico consultivo sulla non sussistenza della scarsità della risorsa. Presupposto per la corretta applicazione della direttiva Bolkestein, così come ribadito dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea lo scorso 20 aprile. È possibile e doveroso conciliare una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti, così come prescritto proprio dal diritto europeo: dal legittimo affidamento di coloro che hanno confidato nelle leggi dello Stato alla proprietà aziendale”, prosegue.

“Siamo impegnati a impedire che una applicazione non corretta della Bolkestein danneggi decine di migliaia di famiglie – ha concluso Capacchione – che hanno avuto l’unico torto di aver creduto nelle leggi dello Stato e con esse il nostro Paese. Confidiamo in una soluzione strutturale ed equilibrata socialmente ed economicamente sostenibile dal Paese”.

Intanto a Rimini c’è stat un “incontro positivo e propositivo” nella sede provinciale di Confcommercio tra il presidente del SIB – Sindacato Italiano Balneari dell’Emilia Romagna, Simone Battistoni e il presidente provinciale  Riccardo Ripa. Affrontati i temi più attuali per la categoria quali le concessioni demaniali dell’arenile “che destano preoccupazione e tanta incertezza tra gli operatori del settore sul nostro territorio e i Piani Spiaggia a livello comunale che andranno a dettare le regole del gioco su cubature e servizi”.

Nonostante le certezze di Capacchione i toni da questa parti sono meno tranquillizzanti:  “Tra gli operatori di spiaggia continuano ad aumentare i dubbi e le preoccupazioni sul futuro. L’anno sta per finire e ancora non ci sono certezze su cosa avverrà nei prossimi mesi – spiega Riccardo Ripa, presidente del SIB – Sindacato Italiano Balneari della provincia di Rimini aderente a Confcommercio – e su cosa ne sarà delle concessioni demaniali e di conseguenza dei servizi di spiaggia già a partire dalla prossima estate. Una situazione surreale, che non permette di fare impresa. Non manca di certo la voglia di investire nelle attività, di dare più servizi, di rendere le nostre spiagge sempre più attrattive e fruibili, ma al momento ogni progetto è bloccato in attesa di capire se le concessioni demaniali relative alle spiagge andranno a bando oppure no. Questa incertezza fa malissimo agli imprenditori e altrettanto al turismo, settore fondamentale per il nostro territorio: sappiamo bene che all’estero, soprattutto in Europa, si tende a programmare e prenotare le vacanze estive con largo anticipo. Eppure Rimini, che chiamiamo ancora capitale del turismo balneare, non è in grado di dire ai suoi ospiti chi e cosa troveranno ad accoglierli in spiaggia”.

“I segnali continuano ad essere contrastanti”, insiste il SIN, nè bastano quelli “positivi” arrivati dalla Regione Emilia-Romagna, “con l’assessore al Turismo Andrea Corsini che si è espresso recentemente sulla possibilità di concessione demaniale anche per il 2024”.

Tuttavia l’allarme resta altissino: “Purtroppo però questo non basta a rassicurarci e il tempo ora stringe veramente. Mancano solamente due mesi per produrre, da parte del governo, una proposta di Legge definitiva che noi come SIB chiediamo già da anni ad ogni governo che si è succeduto. Ora è il momento di stringere, anche alla luce dell’invio appena avvenuto, da parte della Commissione UE, del parere motivato che potrebbe poi portare ad una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, ma soprattutto per dare certezze a migliaia di famiglie che operano nel comparto. Vogliamo essere ottimisti perché pensiamo che il governo voglia finalmente sistemare il settore tutelando uno degli asset principali del Paese quale è il turismo”.

“Sarà un passaggio fondamentale, anche perché tutto questo andrà poi incardinato territorialmente anche nelle regole dei Piano Spiaggia comunali che determinano le regole del gioco locali in merito a cubature e servizi disponibili. Quello di Rimini risulta ormai datato e, come da dichiarazioni dell’amministrazione comunale, verrà riscritto. Auspichiamo che le associazioni vengano interpellate affinché possano dare suggerimenti che derivano dalla pluriennale esperienza nel settore: ci aspettiamo una convocazione e siamo disponibili al dialogo sulle regole che verranno, affinché a Rimini si possa attuare un piano spiaggia che non sia, così come è ora, riduttivo rispetto a quelli utilizzati dai competitor del settore, anche vicini”.