Frasi dure come schiaffi, che mortificano, umiliano, disorientano e minano l’autostima delle donne. Non sono solo parole ma è violenza vera e propria. Riconoscerla, e chiedere aiuto rivolgendosi ai Centri antiviolenza del territorio, è fondamentale per fermarla, prima che sia tardi.
Frasi che per tutto il 2024 sarà possibile leggere nelle strade e nelle piazze dell’Emilia-Romagna, attraverso ‘Se te lo dice è VIOLENZA’, la nuova campagna di comunicazione della Regione Emilia-Romagna per contrastare la violenza contro le donne, iniziando dalle parole. Parole portate alla luce per rompere ogni velo di ipocrisia su una realtà che non si può più far finta di non vedere, o ascoltare: “Sei cretina”; “Se mi lasci ti rovino; “Dove cazzo sei stata? Dammi il cellulare”, “Stai zitta, devi obbedirmi”; “Puttana”. E altre ancora.
Dodici frasi, vere, di uomini rivolte a donne: una per ciascun mese scandiranno l’intero prossimo anno, da gennaio a dicembre. Una campagna di comunicazione duratura, che coprirà un lungo periodo, per tenere sempre alta l’attenzione, anche quando il clamore legato a drammatici casi di cronaca sarà spento.
“Ciò che sta accadendo non è un’emergenza, è un problema sociale. Praticamente ogni giorno leggiamo di donne picchiate o uccise da compagni ed ex. L’ultimo caso è quello di Giulia Cecchettin, ma purtroppo ce ne sono molti altri. Anche negli ultimi giorni in Emilia-Romagna ci sono stati episodi gravissimi di donne scampate per miracolo alla violenza dei partner- affermano Stefano Bonaccini e Barbara Lori, presidente della Regione e assessora alle Pari opportunità-. È arrivato il momento di rispondere con la stessa forza. Serve informare e educare a un modello relazionale sano e mai dominante, a partire dalle scuole. Ma serve, subito, andare oltre finte cautele, per aiutare le donne a riconoscere la violenza in tempo, prima che degeneri, e fare in modo che chiedano sostegno alla rete dei servizi sul territorio, ai Centri antiviolenza. Perché la violenza psicologica non invisibile, si vede benissimo. Con questa campagna diciamo concretamente cosa significa umiliare una donna, facendo esempi concreti, scrivendo chiaramente le frasi dette dagli uomini, risultato di una cultura patriarcale che deve cessare, affermazioni che non possono essere considerate normali: sono violente e nessuna donna deve mai sentirsele dire. Sopportarle in silenzio, mentre il tempo passa, ha conseguenze negative per l’autostima e potrebbe averne per l’incolumità fisica. Basta”.
“I femminicidi sono la ‘punta dell’iceberg’ di un fenomeno molto più esteso, che è la violenza di genere. Espressione di un pensiero patriarcale, arcaico, seppure ancora molto radicato, la cui più diffusa manifestazione è la violenza psicologica– sottolinea Cristina Magnani, presidente del Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna-. Questa è terreno fertile di ogni altro abuso. L’emersione dalla società della violenza di genere presuppone un radicale cambiamento culturale. Non ci può essere cambiamento senza riconoscimento di cosa sia la violenza. Per questo è importante chiarire che le parole non sono indifferenti. Insulti, denigrazioni, svilimenti sono il primo segnale di una personalità prepotente, padronale e costituiscono violenza essi stessi. E’ importante che la società non sia assuefatta a determinate espressioni, lesive della dignità e del decoro delle donne, ma le riconosca per quello che sono: atti di violenza. Per questo la campagna ‘se te lo dice è VIOLENZA’ è un passo importante per orientare le coscienze al cambiamento culturale, al rispetto della donna”.
Ideata dalla Agenzia di comunicazione e informazione della Giunta regionale, la campagna vedrà la sua diffusione a partire dal prossimo gennaio. Da subito le 12 tavole saranno veicolate sui profili social della Regione e disponibili sul portale dell’Ente (www.regione.emilia-romagna.it).