“Vogliono spaccare l’Italia togliendo ai poveri per dare ai ricchi”
12 Dicembre 2023 / Redazione
Il viaggio del camper della Carovana dei Diritti promossa da FLC CGIL oggi, martedì 12 dicembre, è giunto in provincia di Rimini. Il camper si è fermato a Santarcangelo di Romagna, a Cattolica, a Novafeltria per giungere poi Rimini all’Arco di Augusto. Qui è stato accolto da docenti di ruolo, da insegnanti precari, da studenti, da rappresentanti delle Istituzioni. Simonetta Ascarelli, segretaria di FLC (Federazione Lavoratori della Conoscenza) Rimini ha guidato gli interventi succedutisi nelle due ore di permanenza del camper.
Unanime negli interventi il rigetto della proposta di autonomia differenziata presentata per conto del Governo dal Ministro leghista Calderoli.
Ha detto nel suo intervento Emma Petitti, Presidente dell’Assemblea Regionale dell’Emilia-Romagna: “La proposta di autonomia differenziata avanzata dall’Emilia-Romagna risale al 2018. Una proposta che nasce nel pieno rispetto della Costituzione, dell’unità nazionale – principio sacro e inviolabile – e della solidarietà fra territori”.
“Una proposta condivisa fin dall’inizio con le forze sociali, tutti i sindacati e le imprese, i territori, le università e le associazioni del Terzo settore, tutti soggetti riuniti nel Patto per il Lavoro, e discussa a ogni passo in Assemblea legislativa, dove mai c’è stato un voto contrario da parte delle forze politiche, con anzi correzioni accolte e presentate dalle opposizioni. Una proposta che puntava a premiare una Regione virtuosa e con i conti in ordine, che vuole continuare a crescere facendo crescere il Paese, non certo spaccarlo. Inizialmente la proposta dell’E-R riguardava 15 delle 23 competenze possibili, successivamente fu deciso di eliminare quella riguardante l’istruzione: sebbene non fosse mai stato proposto di regionalizzare la scuola – serve anzi un massiccio piano di investimenti per il sistema scolastico pubblica nazionale -, ma solo di condividere ogni anno col livello statale la programmazione per evitare l’avvio dell’anno con la cronica carenza di docenti, e quindi accorpamenti e classi pollaio, si decise di eliminare un tema divisivo. Soprattutto quando, va ribadito, non servono 20 sistemi scolastici diversi ma uno statale da potenziare con un piano nazionale concreto ed efficace.
“La proposta dell’Emilia-Romagna, inoltre, non ha mai toccato il capitolo del residuo fiscale (trattenere nel proprio territorio il gettito fiscale generato) e non chiede un euro in più allo Stato, sottraendo fondi al bilancio nazionale, magari a danno di altri territori. Chiede, invece, anche un euro in meno, pur con la certezza di poterlo investire per fare una programmazione seria. Alcuni esempi? No a programmi regionali nelle scuole, sarebbe incomprensibile, o a marketing differenziato di promozione turistica regionale, perché dobbiamo promuoverci a livello nazionale. Ma una maggiore autonomia permetterebbe di investire a livello locale nella formazione di quelle figure che oggi le aziende cercano e non trovano. Così come nella ricerca, nell’export, nei rapporti con la Unione Europea, in alcuni regolamenti legati all’agricoltura, al governo del territorio e alla Protezione Civile”.
”Inoltre, per primi come Emilia-Romagna abbiamo posto tre questioni dirimenti per poter procedere (fatte proprie anche dal PD nazionale):
1) pieno coinvolgimento del Parlamento;
2) definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) da garantire allo stesso modo in tutto il Paese;
3) stanziare le risorse necessarie per garantire i LEP.
Senza risolvere queste tre questioni, per noi di autonomia differenziata non se ne parla”.
“Per la Regione Emilia-Romagna è irricevibile. E’ sbagliato nel metodo e nel merito. Nel metodo perché pur riguardando in primo luogo le Regioni, il ministro Calderoli non ha voluto condividerne il testo in Conferenza delle Regioni. Una scelta che va contro ogni principio di collaborazione istituzionale e assomiglia di più a uno scalpo elettorale, senza che ci sia la volontà reale di portare a casa una riforma che sarebbe molto importante.
Va sottolineato che così come la Regione Emilia-Romagna sulla sua proposta aveva ottenuto il consenso di tutte le parti sociali, sul Ddl Calderoli è mancata l’unanimità in Conferenza delle Regioni, dove alcune Regioni hanno espresso parere contrario; è mancato sinora il parere positivo di Confindustria; lo stesso degli Enti locali, visto che Anci e Upi hanno ritenuto di non dover dare alcun assenso. Nel merito perché il testo di Calderoli spacca l’Italia in due, penalizza il Sud e aumenta le diseguaglianze con le Regioni del Nord. In pratica, diventa uno strumento per favorire chi è già in una posizione di vantaggio e non aiuta chi è più indietro. Più che autonomia, questa è secessione. E’ incostituzionale. Le critiche della Cgil sono ampiamente condivise dalle forze politiche di maggioranza della Regione Emilia-Romagna”.
La Vice-Sindaca Chiara Bellini nel suo intervento ha evidenziato la necessità di un potenziamento di tutti i servizi della rete scolastica, pensando soprattutto ai piccoli comuni che non riescono a far fronte ai trasporti, alle mense, agli insegnanti di sostegno. Occorrono risorse nazionali per la scuola per tutto il territorio nazionale, e quindi no a divisioni regionali.
C’è forte il sospetto che questa riforma non andrà mai in porto: mancano ancora le coperture finanziarie e in un periodo che si preannuncia se non di recessione, sicuramente di stagnazione e bassa crescita, difficilmente verranno trovate.
Ma in ogni caso l’attenzione e la mobilitazione delle forze politiche, sociali, economiche, culturali del Paese va mantenuta contro ogni possibile colpo di mano di una maggioranza governativa che rischia di dividere il Paese, penalizzare i territori più poveri, spaccare il governo unitario del mondo del lavoro.
Chiamamicitta.it è stata media partner della Carovana dei Diritti della FLC CGIL in Provincia di Rimini.