HomePoliticaSantarcangelo: la via della casa comunale intitolata ad Hannah Arendt

La scelta dell’Amministrazione nasce dalla mozione presentata dalla lista civica PenSa-Una Mano per Santarcangelo


Santarcangelo: la via della casa comunale intitolata ad Hannah Arendt


16 Dicembre 2023 / Redazione

La via della Casa Comunale di Santarcangelo – strada di residenza anagrafica delle persone senza fissa dimora – cambia denominazione e diventa via Hannah Arendt: questa la decisione approvata nei giorni scorsi dalla Giunta comunale.

 La disposizione nasce dalla mozione presentata dalla lista civica PenSa-Una Mano per Santarcangelo nel Consiglio comunale del 28 marzo 2023, approvata all’unanimità dall’assemblea. L’obiettivo del provvedimento è eliminare lo stigma derivante dal nome della via, che può determinare esclusione sociale e un ostacolo alla ricerca del lavoro da parte delle persone senza fissa dimora. La mozione chiedeva infatti di modificare la denominazione dell’indirizzo fittizio con un nome più adeguato e non riconducibile a una condizione di fragilità.

Abbiamo ritenuto di dare alla via della Casa comunale il nome di Hannah Arendt per dare valore ai temi dell’uguaglianza e dell’inclusione, alla base del pensiero della filosofa che è stata apolide dal 1937 al 1951 a causa delle sue origini ebraiche – spiega l’assessore ai Servizi demografici e sociali, Danilo Rinaldi –. La residenza anagrafica è un requisito indispensabile per garantire i diritti fondamentali al lavoro, all’assistenza sanitaria e sociale: assicurare quindi la possibilità di una residenza che non sia fonte di discriminazione, significa tutelare la dignità, la salute e il processo di empowerment delle persone senza fissa dimora”.

Hannah Arendt (Enciclopedia Treccani) – Filosofa e studiosa di teoria della politica (Hannover 1906 – New York 1975). Allieva di Husserl, Jaspers e Heidegger, fu costretta a emigrare per motivi razziali dapprima in Francia, poi negli USA, dove ha insegnato nelle università di Berkeley, Princeton, Chicago (dal 1963) e alla New School for Social Research di New York (dal 1967). Con The origins of totalitarianism (1951) ha dato una delle prime e più significative analisi di un sistema politico manifestatosi essenzialmente nella Germania nazista e nell’URSS: il totalitarismo si lega al declino dello stato nazionale e al sorgere dell’imperialismo, alla rottura del sistema classista e all’atomizzazione della società di massa; principali strumenti del totalitarismo sono l’ideologia e il terrore, che si esprimono nel partito unico. Nella sua opera più controversa, Eichmann in Jerusalem: a report on the banality of evil (1963), ha sollevato il problema delle responsabilità dei capi delle comunità ebraiche nell’aver agevolato la politica di sterminio nazista. Si ricordano inoltre On revolution (1963) e la raccolta di saggi apparsa in Italia (1985) con il titolo Politica e menzogna. Il volume Grunenberg Hannah Arendt und Martin Heidegger (2006) ha ricostruito attraverso carteggi privati e altre fonti a oggi inedite la complessa relazione tra la filosofa e il suo maestro, delineata sullo sfondo delle vicende politiche e della vita intellettuale della Germania dei primi decenni del 20° secolo.

La pluralità umana, condizione fondamentale sia del discorso sia dell’azione, ha il duplice carattere dell’eguaglianza e della distinzione. Se gli uomini non fossero uguali, non potrebbero né comprendersi tra loro, né comprendere i propri predecessori, né fare progetti per il loro futuro o prevedere le necessità dei loro successori. Se gli uomini non fossero diversi, e ogni essere umano distinto da altro che è, fu o mai sarà, non avrebbero bisogno né del discorso né dell’azione per comprendersi a vicenda. Sarebbero soltanto sufficienti segni e suoni per comunicare desideri e necessità immediati e identici”, (Hannah Arendt, Vita Activa).