Attesa da sempre, immaginata nelle notti insonni, fantasticata nei sogni, desiderata come una dea, era finalmente arrivata e tu non potevi sbagliare, non dovevi sbagliare.
Ti giocavi tutto in una serata, anzi in una notte, meglio ancora… La notte. La Notte in cui, finalmente, non avevi l’obbligo di rientrare prima di mezzanotte, come Cenerentolo.
Dove tutto ti era permesso, tutto ti era concesso: sesso, fumo e rock’n’roll!
Tirato a scheggia come non mai, pantalone grigio fasciato perché (bello come un dio greco) risaltasse il “pacco”, camicia bianca attillata con le ‘pence’, cravatta reggimentale e giacca blu con bottoni dorati, stivaletto nero con tacco, Vespa ‘Primavera’ che cavalcavi come John Wayne in “Ombrerosse”. Chi poteva fermarti? Chi poteva resisterti? Con te e come te la banda: Boghy, Boiagio, Gorak, Peppe, Sauro, Narzan avevano fatto il pieno: Marlboro, HB, Astor, Mercedes, Kent. Paolo, il figlio del Dottore, addirittura un sigaro cubano…La meta, ponderata, discussa, analizzata, concordata in quel Capodanno fantastico era stata decisa da tempo, forse l’anno prima: il “Densing trattoria osteria Giovanetti” a Taverna di Montecolombo fra la Valconca e il West. Lì sarebbero convenute le procaci pulzelle dell’alto Montefeltro sapientemente pasturate e noi, la meglio gioventù di Coriano, non avemmo perso un ballo seguendo i tempi dettati dalla musica dei Falchi. Vallo a raccontare oggi che a San Silvestro si entrava alle 10 e si chiudeva alle 4 del mattino con un freddo bubbolo che ti smaltiva l’alcool su quella Vespa bianca che filava costeggiando il Conca e ti sentivi libero come un fringuello a 18 anni.
Auguri rurali.
Enrico Santini