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Nonostante le gravissime alluvioni che hanno colpito anche noi c'è chi continua a mettere in dubbio il cambiamento climatico


2023 anno più caldo di tutti i tempi ma continuiamo a far finta di niente


11 Gennaio 2024 / Roberto Nanni

Il 2023 ci consegna numeri davvero eccezionali. Eventi tragici che lasciano segni indelebili non solo nella memoria di chi li ha vissuti ma che allo stesso tempo ci restituiscono lo stato di fragilità idrogeologica in cui versa il nostro Paese. Tra incendi boschivi, lunghi periodi di siccità, intense ondate di calore, forti fenomeni temporaleschi, nubifragi con dissesti, tempeste di vento e non ultime le gravissime alluvioni che hanno messo in ginocchio due intere regioni come l’Emilia-Romagna e la Toscana, raccolte nelle testimonianze drammatiche degli ultimi fatti di cronaca. Gli effetti del cambiamento climatico portano con sé, in maniera sempre più evidente, un preoccupante record di eventi estremi sul nostro territorio. Non dimentichiamo che il cambiamento climatico non significa solamente l’aumento delle temperature che determinano inverni sempre più miti ed estati sempre più calde, ma anche, e sopratutto, il fatto che i fenomeni meteorologici hanno più energia da spendere e quindi sono diventati mediamente più violenti. Ciò significa che con l’aumentare delle temperature, avremo delle perturbazioni che portano piogge concentrate e venti particolarmente intensi che con maggior facilità e rapidità rispetto al passato causano un maggior numero di eventi calamitosi: sopratutto su un territorio fortemente urbanizzato.

Una conferma di come il clima stia cambiando ci arriva da Copernicus, il Servizio per il monitoraggio dell’Unione Europea (Copernicus Climate Change Service – C3S) implementato dal centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) secondo il quale le temperature globali hanno raggiunto livelli eccezionalmente elevati nel 2023, superando ogni aspettative. I primi avvertimenti erano arrivati all’inizio della scorsa estate: anomalie nelle temperature che, mese dopo mese, avevano portato gli scienziati a fare una previsione. La previsione adesso è confermata dai dati più recenti: il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, scavalcando sorprendentemente il primato precedente del 2016. L’Europe’s eyes on earth, come viene denominato il programma, ha posto in evidenza come diversi indicatori chiave durante il corso dell’intero anno, abbiano riportato delle condizioni senza alcuni precedenti, come, per esempio, il mese più caldo mai registrato e le medie giornaliere della temperatura globale che hanno brevemente superato i livelli pre-industriali di oltre 2°C.

Il rapporto Global Climate Highlights 2023, basato principalmente sul set di dati di rianalisi dell’insieme ERA5, presenta una panoramica degli estremi climatici più rilevanti del 2023 e dei principali fattori noti che li determinano, come, ad esempio, la variazione attribuibile a cause naturali conosciute con il nome di El Niño (ENSO) che farà sentire in parte i suoi effetti anche nei prossimi mesi, ma anche, e principalmente dovuti dall’alta concentrazione di gas climalteranti (GHG) derivati dall’utilizzo di petrolio e carbone da parte dell’uomo.

Le emissioni atmosferiche di anidride carbonica e metano hanno continuato ad aumentare raggiungendo rispettivamente 419 ppm e 1902 ppb. Un’origine, quella umana, su cui tutti gli scienziati concordano e che ha portato – prima di Natale – all’impegno sottoscritto da tutti i Paesi del mondo a fuoriuscire dai combustibili fossili. La temperatura dell’aria, così come quelle superficiali degli oceani, hanno mostrato pesanti anomalie, ma ciò che preoccupa maggiormente la comunità scientifica sono anche i primi segnali di un superamento della soglia critica di 1,5 gradi di riscaldamento rispetto al livello preindustriale (1850-1900).

Deviazione che è diventata ogni giorno sempre più frequente a partire dal mese di giugno dell’anno scorso. Ciò non significa che abbiamo superato i limiti stabiliti dall’Accordo di Parigi, poiché si riferiscono ad un periodo di almeno 20 anni consecutivi, ma questo costituisce un pesante precedente che in primis fornisce un’ulteriore prova del crescente impatto dei cambiamenti climatici e in secondo luogo ci spinge ancor di più verso l’obiettivo urgente di decarbonizzare quanto prima la nostra economia. Samantha Burgess, Vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (C3S), ha aggiunto: “Il 2023 è stato un anno eccezionale, in cui i record climatici sono caduti come tessere del domino. Non solo il 2023 è l’anno più caldo mai registrato, ma è anche il primo anno con tutti i giorni più caldi di 1°C rispetto al periodo preindustriale. Le temperature del 2023 superano probabilmente quelle di qualsiasi periodo degli ultimi 100.000 anni”.

Roberto Nanni