Il Pd contro il terzo mandato dei sindaci, anzi no
Il Pd di Rimini con il segretario Filippo Sacchetti contro il terzo mandato di sindaci e presidenti di Regione. L’onorevole Andrea Gnassi d’accordo per il terzo mandato di sindaci, compresi quelli superiori ai 15mila abitanti e presidenti di Regione. Dico subito che sto con Sacchetti. Ne avevo scritto il 10 dicembre scorso. Bastava l’attuale norma che permette il terzo mandato per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti.
Sto con Sacchetti anche se nei corridoi della politica si sussurra che la sua uscita è indirizzata solo nei confronti di un comune della provincia di Rimini che potrebbe avere la possibilità del terzo mandato. Ricordo che vi sono tre comuni, superiori a 5 mila abitanti che hanno un sindaco a fine del secondo mandato: S. Clemente, San Giovanni in Marignano e Verucchio. Questo spiegherebbe l’esternazione del segretario che normalmente è parco di uscite pubbliche e di prese di posizione così nette. In ogni caso la posizione di Sacchetti ha creato scompiglio in casa Dem. Vi sono sindaci in comuni sotto i 5mila abitanti che potrebbero fare il quarto mandato, sindaci fino a 15mila abitanti che potrebbero ricandidarsi per la terza volta. L’intervista di Sacchetti rimanda ad un tema di fondo. Chi decide? Le realtà comunali al voto oppure la Federazione del PD? Per altro vi è anche un problema di Statuto del PD che prevede il limite dei due mandati per le cariche istituzionali. Io credo che di fronte ad una modifica della legge sui mandati dei sindaci il Partito Democratico nazionale debba prendere una posizione netta e chiara evitando discussioni laceranti sui territori: “si applicano le norme di legge (terzi o quarti mandati) anche in deroga allo statuto del Pd, salvo diverse decisioni dei sindaci uscenti”.
Sindaci o uomo solo al comando
L’elezione diretta dei sindaci è in vigore in Italia dal marzo 1993. La prima tornata elettorale importante fu nel 1995. Tutti i sindaci della nostra provincia, nel 1995, furono eletti direttamente ad iniziare da Rimini. Da allora sono passati 28 anni. Tanti sindaci che hanno lasciato dopo i due mandati di legge. Mai fu posto il problema nelle dimensioni attuali. Non è un caso che sono gli stessi sindaci, che non si possono ricandidare, che pongono il problema del terzo mandato. Dal mio punto di vista si può anche discutere, ma rivedendo tutta l’impostazione istituzionale del comuni sopra i 15mila abitanti. In questi anni, all’insegna della riduzione dei costi della politica si sono ridotti il numero dei consiglieri comunali, si sono eliminati, nel 2010, i quartieri nei Comuni con popolazione sotto i 250mila abitanti. Sono aumentati i poteri delle giunte comunali (nominate dal sindaco). Con l’aumento delle indennità di sindaci ed assessori, quasi il doppio rispetto al passato, il potere del sindaco diventa non solo politico ma anche economico. Difficile che qualche assessore possa contraddire il sindaco. Il consiglio comunale di fatto è un luogo di ratifica delle delibere della giunta. Nulla di più.
In definitiva si sono limitati i luoghi di discussione, confronto e dibattito sull’attività di una amministrazione comunale e di un sindaco nelle singole città. Tutti i comuni importanti si sono attrezzati con potenti uffici stampa (a proposito della riduzione dei costi della politica) per comunicare ai cittadini le iniziative del sindaco e della giunta ovviamente saltando qualsiasi luogo di confronto con i cittadini. Si fanno assemblee pubbliche, rare, quando le decisioni comunque sono già assunte. Partecipare è praticamente inutile.
Questo avviene soprattutto nei Comuni con popolazione oltre i 15mila abitanti diventando patologica nelle realtà oltre i 50mila abitanti. Non è un caso se in molte città si sono istituite sedi di confronto decentrate (quartieri), da parte di sindaci avveduti e moderni, anche se non previste da leggi nazionali ma solo da delibere comunali. Comunque una risposta. Proprio per questa ragione la prima riforma deve essere il ripristino dei consigli di quartieri o circoscrizioni nei comuni con popolazione superiore ai 50mila abitanti.
Se si vuole il terzo mandato si debbono ripristinare le sedi democratiche di confronto con i cittadini. Non servono uomini solo al comando come abbiamo visto in tante realtà comunali in questi anni.
Un’ultima nota. I sindaci che chiedono il terzo mandato sostengono che il limite italiano è una anomalia in Europa. Vero, anche se vi sono in molti casi sistemi elettorali diversi. Tuttavia sono gli stessi sindaci che applaudono all’eliminazione del reato di abuso d’ufficio. Anche questa è un’anomalia tutta italiana. In Europa questo reato è presente in tutti i paesi dell’Unione. L’Europa viene citata solo quando fa comodo alle carriere di qualcuno.
Spiagge. Le bugie del centrodestra e della senatrice Domenica Spinelli.
Nei giorni scorsi la senatrice Spinelli di Fratelli d’Italia nel cercare di difendere il governo Meloni sulle concessioni demaniali ha detto: “Ricordiamo che è stato questo governo, con un approccio serio, a fare la mappatura delle spiagge per andare al confronto con l’Europa sul tema delle concessioni. Cosa che nessuno ha mai fatto prima in tutti questi anni».
Giustifico la senatrice di Coriano perché non si è mai occupata di spiagge, ma trovo grave che Fratelli d’Italia nazionale racconti bugie. Infatti, come è facile verificare, per le concessioni balneari esiste già – dal 1993 – uno specifico portale istituzionale, il Sid (Sistema informativo demanio- Portale del mare) gestito dal ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili che fornisce una mappatura puntuale delle concessioni di spiaggia e delle spiagge libere. Se invece si vogliono “truccare i dati” per dimostrare che le spiagge in Italia “non sono una risorsa limitata” allora parliamo d’altro.
Influenza e Influencer
In questi giorni i pronto soccorso della Regione sono impegnati per un numero di accessi importanti causati da influenza e sue complicazioni. Incide anche una bassa percentuale di vaccinazioni sia antinfluenzali che Covid. Purtroppo il Governo non ha fatto nessuna comunicazione sull’importanza delle vaccinazioni. Hanno preferito occuparsi delle influencer invece che dell’influenza.
Maurizio Melucci