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Nel primo mese di apertura oltre ventimila i visitatori


Roma: fino all’11 febbraio la mostra su Enrico Berlinguer


15 Gennaio 2024 / Paolo Zaghini

Sono stato a Roma a vedere la Mostra su Enrico Berlinguer (allestita nelle sale dell’ex-Mattatoio ed in calendario dal 15 dicembre 2023 all’11 febbraio 2024).

Allestita magnificamente dall’architetto Alessandro D’Onofrio, con un percorso documentario (foto, cimeli, documenti, libri) curato dagli storici Alessandro Hobel e Gregorio Sargonà.

Mostra voluta dall’Associazione Enrico Berlinguer, che raggruppa tutte le Fondazioni italiane che custodiscono il patrimonio storico e immobiliare dell’ex-PCI-PDS-DS, presieduta da Ugo Sposetti, ex parlamentare ed ex tesoriere del PCI.

Nel primo mese di apertura sono stati oltre ventimila i visitatori nei due padiglioni di oltre duemila quadri di esposizione. In mezzo ai tanti anziani militanti comunisti, anche molti giovani.

Assieme ai documenti cartacei e fotografici decine di installazioni video trasmettono spezzoni di registrazioni tematiche tratte da interviste, da comizi alle Feste de L’Unità, da partecipazioni alle Tribune elettorali. Nella sala cinematografica viene trasmesso il film documentario di Valter Veltroni su Berlinguer.

Grandi pannelli ricostruiscono i viaggi all’estero di Berlinguer, le principali leggi di riforma promosse ed approvate nel corso degli anni della sua Segreteria generale (dal 1969 al 1984), la battaglia contro il terrorismo, la cronografia della sua vita incrociata con gli eventi nazionali ed internazionali. In una sala su un grande tavolo le centinaia di libri editi nel corso dei decenni, suoi e su di lui. E centinaia di fotografie che lo ritraggono, in Italia e nel mondo, al centro di incontri con capi di stato, leader politici, uomini di cultura e di spettacolo. E in mezzo al popolo comunista in centinaia di appuntamenti politici. Ed infine la lunga, straziante settimana, della sua morte dopo essere stato colpito da un ictus a Padova nel corso di un comizio per le elezioni europee nel 1984: le prime pagine de L’Unità di quei giorni ne raccontano il tragico decorso. Fino alle fotografie della folla immensa del suo funerale il 13 giugno 1984.

I commenti colti al volo fra le molte centinaia di persone che gremivano le sale testimoniavano ancora dell’enorme affetto, a distanza di quarant’anni dalla sua scomparsa, verso questo leader politico che aveva saputo costruire un progetto per la crescita ed il successo del PCI: con momenti alti e bassi, ma sempre con una coerenza politica e morale costante. Rivedere il filmato del discorso in occasione del 60° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, a Mosca il 3 novembre 1977, in cui sostenne che la Democrazia è un valore Universale oppure l’intervento alla Tribuna politica del 15 dicembre 1981 dove disse che la capacità propulsiva di rinnovamento dell’URSS si è esaurita o … tante altre affermazioni politiche che segnano la sua storia personale e politica e a distanza ancora di decenni colpiscono per lucidità e coraggio politico.

Esponente comunista si, ma anche statista italiano: il suo appeal superava, e continua a farlo, il popolo della sinistra.

Rischio nostalgia? Beh, certo all’uscita qualche amara riflessione sull’oggi l’ho sentita. Quella prevalente ruotava attorno al giudizio su quando la politica era una cosa seria, utile alla gente e c’erano dirigenti capaci di interpretarla. Era proprio così? Forse no, forse si. Ma sicuramente si può dire che Berlinguer è stato un leader amato. Ed il pubblico che visita questa Mostra romana lo certifica ancor oggi, a distanza di decenni.