Home___primopianoCoriano e Verucchio: “Niente cassa integrazione per i lavoratori della Fontanot”

37 dipendenti con un pugno di mosche, insorgono i sindacati che convocano un presidio davanti all'azienda per il 31 gennaio


Coriano e Verucchio: “Niente cassa integrazione per i lavoratori della Fontanot”


26 Gennaio 2024 / Redazione

Niente cassa integrazione per i lavoratori della Fontanot S.p.A.: “Traditi gli intenti del Patto per il Lavoro e il Clima della Regione Emilia-Romagna”, insorgono  FILLEA CGIL Rimini, FILCA CISL Romagna e FENEAL-UIL, che proseguono lo stato di agitazione per scongiurare le gravi conseguenze sociali.

L’azienda Fontanot S.p.A. – impresa specializzata nella produzione di scale – occupava 111 lavoratori in provincia di Rimini negli stabilimenti di Cerasolo di Coriano e Villa Verucchio. Il destino occupazionale dei 37 lavoratori attualmente in forza, minacciato dalla crisi aziendale, era appeso alla possibilità che il Curatore della liquidazione giudiziale dell’impresa, Dott. Alessandro Bonfè, avviasse celermente le procedure per la CIGS (cassa integrazione guadagni straordinaria) per cessazione attività; come richiesto dalle Organizzazioni Sindacali lo scorso 29 dicembre.

“Tale richiesta – spiegavano i sindacati – oltre che legittima sulla base delle Leggi vigenti (il Parlamento ha prorogato al 2024 l’utilizzo della CIGS per cessazione attività) è in linea con quanto previsto, in caso di crisi aziendale, dai patti per il Lavoro ed il Clima della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Rimini; in tal senso sia il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che la Regione Emilia-Romagna hanno formalmente espresso la loro disponibilità a prestare tutto il supporto tecnico e di consulenza affinché si attivino l’ammortizzatore sociale e le necessarie politiche attive del lavoro”.

Assemblea alla Fontanot Spa in liquidazione

Ma il Giudice delegato, su istanza del Curatore, non ha autorizzato il subentro della procedura nei rapporti di lavoro, di fatto negando l’avvio della CIGS ed aprendo la strada ai licenziamenti. “La mancata autorizzazione ad avviare la CIGS si colloca perciò al di fuori del Patto per il Lavoro ed il Clima che sancisce, anche da parte delle associazioni d’impresa, l’esigenza di salvaguardare con ogni strumento il tessuto occupazionale territoriale.
Di fronte alle criticità del mercato del lavoro – in primis la tanto lamentata carenza di personale qualificato – un percorso di ammortizzatori sociali accompagnato da politiche attive, con percorsi formativi per i lavoratori, sarebbe esattamente ciò che serve. Ma, se quando se ne creano le condizioni si getta tutto alle ortiche, di cosa si ci lamenta poi? Anche per questo, quello che sta accadendo in Fontanot S.p.A., rischia di determinare un grave precedente per l’intero sistema economico territoriale”, protestano FILLEA CGIL – FILCA CISL – FENEAL-UIL.

I sindacati ora chiedono di riconsiderare la decisione, indicendo un’asta pubblica per la vendita del complesso con tutti i dipendenti, facendo appello alle imprese che avevano manifestato interesse a farsi avanti. Mentre prosegue lo stato di agitazione sindacale dei dipendenti di Fontanot S.p.A., ieri si è tenuta l’assemblea sindacale che ha chiesto di proseguire il percorso di mobilitazione per scongiurare i licenziamenti. Le Organizzazioni Sindacali territoriali chiederanno inoltre un incontro al Giudice delegato.

Sul tema interviene anche Alice Parma in qualità di consigliera provinciale delegata alle Politiche per il lavoro: “C’è forte preoccupazione per la scelta del tribunale: nell’ambito del Tavolo di crisi condividevamo l’idea che ci fosse la possibilità concreta di far partire subito gli ammortizzatori sociali, e ancora crediamo che ci possano essere le condizioni per accompagnare le lavoratrici e i lavoratori con un percorso strutturato attraverso questi strumenti di sostegno. Ci associamo quindi all’appello delle organizzazioni sindacali che chiedono di riconsiderare la decisione, mentre al sistema imprenditoriale della provincia chiedo di condividere un ragionamento comune rispetto al futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dell’azienda.”

E la president5te dell’Assemblea legislativa regionale Emma Petitti: “Avevo visitato l’azienda Fontanot lo scorso giugno, a seguito dell’alluvione che aveva fortemente colpito l’azienda, aggravando di fatto uno stato già difficile riguardo alle condizioni di profonda crisi e incertezza che caratterizzava già allora l’azienda. Condizioni che purtroppo si sono confermate e aggravate nei mesi successivi, fino ad arrivare alla liquidazione volontaria e alla nomina del curatore della liquidazione giudiziale. Oggi la notizia che il giudice delegato non ha autorizzato il subentro della procedura nei rapporti di lavoro, non permettendo di fatto di avviare la cassa integrazione straordinaria per i 31 lavoratori rimasti in forze in azienda e attualmente sospesi dall’attività lavorativa e rendendo le loro prospettive ancora più complesse”.

P”ersonalmente sono in contatto con l’assessore regionale al lavoro Vincenzo Colla per fare in modo che quanto accaduto venga attenzionato anche dalla Regione Emilia-Romagna, che ha sempre un ruolo fondamentale nei tavoli di crisi. La salvaguardia del lavoro e dell’occupazione è sempre stata al centro dell’azione del governo regionale, e anche questa volta faremo la nostra parte per tentare di tutelare le lavoratrici e i lavoratori”, assicura Pettitti.

Il giorno 31 gennaio dalle ore 10 i lavoratori si riuniranno in presidio davanti alla sede dell’impresa Fontanot S.p.A. in via P.P. Pasolini 6 a Cerasolo, per sostenere le ragioni del lavoro di fronte a ciò che potrebbe determinare un danno all’interesse generale”, annunciano i segretari di
FILLEA CGIL RIMINI, Renzo Crociati, FILCA CISL ROMAGNA. Roberto Casanova, FENEAL UIL RIMINI, Aziz Iboerrida, FILLEA CGIL EMILIA ROMAGNA, Giuseppe Ledda, FILCA CISL EMILIA ROMAGNA, Mauro Venulejo, FENEAL UIL EMILIA ROMAGNA, Riccardo Galasso.