La fortuna di chi nasceva in paese, era che prima di parlare in pubblico dovevi passare al vaglio degli “anziani”. Ancora non c’era Umberto Eco, e loro non perdonavano. La cabina telefonica era una per tutti, come il biliardo, e pure quel cassone che si illuminava ed emetteva suoni e tintinnii… il flipper! Da Odo, il figlio della Carolla ci si incontrava tutti: il Sindaco, il farmacista, il dottore, il maresciallo, Ciro la guardia ed anche qualche ladro di polli. I soliti giocavano a briscola fra le battute e i consigli (“cherga”) degli esperti di turno, sospesi fra il fumo delle Nazionali e le prime sigarette americane.
A racontare di nuovi orizzonti, di terre lontane, di cinema e canzoni, di un mondo che si vedeva solo in bianco e nero, c’era anche lui il giovane e magro Silvano Balducci della Pedrolara, per tutti semplicemente “Pain”.
Il dialetto è una lingua romanza, parlarlo non è facile, ma Silvano speakkava Inglese e in quegli anni erano due o forse tre in tutto il contado. Si capiva che avrebbe fatto strada il virgulto, perché aveva voglia e sete. I talento, se li hai, vanno spesi Pain li ha spesi tutti, e bene. Cominciando dalla sua bellissima famiglia, e finendo nell’universo mondo di Aquafan. Noi, della Pedrolara, siamo orgogliosi di Silvano perché, come ha detto don Concetto, vivere è amare, sempre.
Enrico Santini