Home___primopianoRimini, sessantenne in carcere per detenzione di materiale pedopornografico

Perquisito per il furto di uno zainetto gli sono stati trovati 1328 file, avrebbe anche diffuso le immagini su canali telematici


Rimini, sessantenne in carcere per detenzione di materiale pedopornografico


30 Gennaio 2024 / Redazione

Dal furto di uno zainetto salta fuori uno spaventoso archivio di materiale pedopornografico. Sabato 27 gennaio, personale della Squadra Mobile di Rimini, al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna, ha eseguito la misura cautelare in carcere emessa da quel Tribunale – Ufficio del G.I.P.- G.U.P. nei confronti di un uomodi 60 anni.

L’uomo si era reso responsabile del furto di uno zainetto lo scorso settembre; sottoposto a perquisizione personale e domiciliare dalla Squadra Mobile, su un tavolo erastato rinvenuto un telefono cellulare acceso e sulle icone della galleria erano state notate immagini raffiguranti alcune persone di giovanissima età compiere atti sessualmente espliciti.

Successivi approfonditi accertamenti disposti dall’autorità giudiziaria hanno permesso di rinvenire   una ingente quantità di materiale pedopornografico che il sessantenne deteneva sia su apparecchi telefonici, che all’interno di diversi supporti informatici a sua disposizione.

All’esito dell’attività investigativa sno stati raccolti elementi di prova tali da ritenere che l’uomo nel tempo, si era procurato e successivamente aveva detenuto un totale di 1328 files di natura pedopornografica realizzati utilizzando minori degli anni 18, in particolare ritraenti giovani maschi inequivocabilmente minorenni, nudi e con l’esposizione degli organi genitali nonché intenti a compiere atti sessuali, “fatto per il quale sussiste il reato di cui all’art. 600 quater c.p. con l’aggravante dell’ingente quantità”.

Inoltre, l’analisi della cronologia del dispositivo mobile a lui in uso, faceva presumere che l’indagato avesse visitato intenzionalmente 1729 pagine web pedopornografiche dalle quali aveva effettuato numerosissimi downloads di immagini e video di natura pedopornografica che successivamente aveva editato nella parte audio e poi diffuso su altri canali telematici.