Il freddo sulle pianure del Nord, la nebbia, lo smog e le temperature miti in montagna fanno parte degli stessi effetti che dal 23 gennaio contraddistinguono l’Anticiclone. Una tenace figura atmosferica che continua a dettar legge su mezza Europa e che ,tenendo sotto scacco le sorti del tempo, sarà la protagonista indiscussa anche del meteo dei prossimi giorni sul nostro Paese. Ciò significa che piogge e nevicate saranno pressoché assenti, se non quelle prodotte localmente dalle nebbie in Pianura Padana, e le perturbazioni più importanti si limiteranno a sfiorare l’arco alpino, portando solo un temporaneo indebolimento dell’alta pressione. Sebbene la situazione generale non cambierà di molto, questo lieve cedimento favorirà il transito di nubi alte e nebbie meno diffuse fino a venerdì 2, con quest’ultime che dovrebbero rimanere contenute nelle aree lungo il Po durante le ore più fredde del giorno.
Tale scenario resterà invariato fino almeno i primi giorni della prossima settimana, anzi nel weekend osserveremo un ulteriore rinforzo della stabilità atmosferica con temperature massime che in montagna subiranno un deciso aumento, quando saranno possibili picchi pomeridiani da inizio primavera. Lo zero termico salirà fino a 3000 anche 3500 metri spingendo i valori decisamente oltre la norma del periodo di 8-12 gradi lungo i rilievi. Mentre il clima in pianura risulterà più freddo ed umido soprattutto nottetempo. Inoltre le nebbie torneranno a diffondersi maggiormente tra domenica 4 e lunedì 5, lasciando comunque spazio a qualche schiarita nelle ore pomeridiane. Tutto ciò non farà che peggiorare ulteriormente la qualità dell’aria, mantenendo i livelli degli inquinanti elevati ben oltre i limiti consentiti di legge.
Scendendo ancora più nel dettaglio, ci attendono un venerdì e sabato simili in Emilia-Romagna, con cieli in prevalenza sereni o poco nuvolosi per gran parte della giornata garantiti da tempo stabile e assolato. Fanno eccezione le zone più coinvolte da nebbie e foschie dense, che vengono previste in aumento già da sabato su pianure e fondovalli. Domenica e lunedì, si prevedono cieli grigi o nebbiosi su gran parte delle aree di pianura e costa (meno la Bassa Romagna) per la presenza di nubi basse e stratificate che in alcuni casi potrebbero ridurre fortemente la visibilità, ma con parziale dissolvimento nelle ore centrali della giornata. Pressoché sereno o poco nuvoloso lungo i rilievi. Temperature inizialmente quasi stazionarie poi in leggero graduale aumento, in particolare nei valori minimi da inizio settimana fino a 4/5 gradi. Massime da 8 a 12 gradi, leggermente superiori in collina. Venti deboli variabili. Mare poco mosso.
In seguito, da martedì 6 febbraio e nelle giornate successive inizieremo probabilmente ad assistere ad un lento ma progressivo “invecchiamento” del campo di alta pressione. Sebbene tuttavia questo cambiamento inizialmente non porterà comunque a nessun tipo di risultato, se non ad una intensificazione della nuvolosità, i segnali per un ipotetico giro di boa sarebbero già delineati. I primi timidi movimenti si potrebbero realizzare a cavallo tra la prima e la seconda decade di febbraio (attorno al secondo weekend del mese), quando l’anticiclone, in seguito allo spostamento dei suoi massimi, consentirebbe l’ingresso di masse d’aria umide e anche più instabili e quindi favorendo il ritorno di qualche pioggia così come delle nevicate in montagna, dapprima solo a quote relativamente elevate. La tendenza successiva (12-16 febbraio) mostrerebbe addirittura la possibilità che giungano correnti moderatamente fredde dal Nord Europa, con l’Italia settentrionale al centro del mirino. Pur in presenza di molta incertezza che non ci consente di chiarire la dinamica, anche nel tal caso che l’inverno non riuscisse a rispolverare i fasti, perlomeno andremo incontro a condizioni certamente più dinamiche.
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