HomeCronacaRimini, false recensioni per screditare la propria ex-azienda

Una catena di supermercati denuncia un dipendente passato poi alla concorrenza


Rimini, false recensioni per screditare la propria ex-azienda


3 Febbraio 2024 / Redazione

Le recensioni online sono diventate un’arma a doppio taglio per molte attività economiche, come dimostrano alcuni casi recenti. Un esempio è quello di una grande catena di supermercati con varie sedi in Romagna, che si è trovata nel mirino di una campagna diffamatoria orchestrata da un ex dipendente.

La società lo ha denunciato dopo che, secondo quanto sostenuto dai querelanti, avrebbe diffuso recensioni ‘fake’ sul profilo Google del supermercato al solo scopo di danneggiarne la reputazione e indirizzare la clientela verso la concorrenza. Questo stratagemma ha spinto l’azienda a difendere la propria immagine attraverso vie legali, affidandosi agli avvocati Aurelio Sordini e Andrea Muratori.

La Procura distrettuale di Bologna, competente in materia di reati informatici, ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di accesso abusivo a sistema informatico e di sostituzione di persona. La vicenda, che ha come teatro un supermercato della provincia di Rimini, è emersa quando il legale rappresentante ha notato recensioni molto critiche sulla scheda locale dell’attività su Google.

La scheda locale rappresenta il biglietto da visita iniziale agli utenti di Google e contiene informazioni come orari di apertura, indirizzo e recensioni dei clienti. Gli strani messaggi polemici, che sostituivano quelli dei titolari, accusavano la gestione dell’attività di incompetenza e scarsa professionalità, invitando addirittura la clientela a rivolgersi alla concorrenza.

Successive indagini hanno rivelato che dietro questi messaggi c’era un ex dipendente, l’unico in possesso delle credenziali di accesso alla scheda locale su Google e che era passato a lavorare proprio per il marchio concorrente. Anche dopo le dimissioni, l’uomo avrebbe conservato le password del profilo e le avrebbe utilizzate per pubblicare recensioni negative sull’ex azienda per cui aveva lavorato, dando il via a una battaglia legale.