Home___primopianoBellaria, su tempi d’intervento 118 è guerra fra sindacato medici SNAMI e Ausl Romagna

Il dottor Pesaresi denuncia ritardi nel soccorrere un uomo in pericolo di vita, secondo l'Azienda è tutto nella norma


Bellaria, su tempi d’intervento 118 è guerra fra sindacato medici SNAMI e Ausl Romagna


15 Febbraio 2024 / Redazione

“Veniamo informati di quanto accaduto l’altro ieri a Bellaria per un paziente in grave improvviso pericolo di vita: ci riferiscono i testimoni oculari diretti che la automedica 118 è giunta dopo 25 (venticinque) minuti, la ambulanza dopo 40 minuti”: la denuncia è del dottor Piero Pesaresi, presidente del indacato nazionale autonomo dei medici italiani SNAMI RIMINI.

Che prosegue: E’ successo ieri nel centro cittadino di Bellaria, ma può succedere ogni giorno sul nostro territorio (non stiamo parlando di montagna o isole lontane). Ricordiamo che la ASL ROMAGNA ha drasticamente ridotto le automediche presenti sul territorio provinciale rivierasco. Tutto questo mentre fioriscono le pubblicità sui CAU alle fermate degli autobus e su facebook, cartelloni rossoverdi che promettono di ridurre l’attesa a pochi minuti (o secondi?) per le verruche e le otalgie, a zero ticket. Gli stessi CAU (ex pronto interventi) che, al di là delle facili pubblicità stile Fast Food, stanno di fatto impegnando ogni giorno le ambulanze disponibili per il trasporto dei pazienti – che forse non avevano letto bene il menu dei sintomi accettati dal CAU – verso i PS. Non può essere questa la sanità del futuro, non è depotenziando la Emergenza Urgenza vera e propria e offrendo alla cittadinanza solo la facile illusione del “poca fila zero ticket” nei centri di assistenza e “urgenza” che si affronta razionalmente il bisogno di salute”.

La replica di AUSL Romagna, basata sui dati della centrale operativa, si limta a precisare: “L’automedica è arrivata sul luogo dell’intervento
dopo 12 minuti, dalla partenza all’arrivo. E l’ambulanza dopo altri 15 minuti”.

Risposta che Pesaresi giudica “agghiacciante”. Perchè “il tempo dell’interveto si valuta dalla chiamata all’arrivo, non dalla partenza all’arrivo”. E precisa: “C’erano testimoni oculari diretti: tre medici, perché il fatto è accaduto vicino a un poliambulatorio e sulla loro testimonianza non c’è alcun dubbio in relazione al tempo di intervento. Hanno anche cercato di mantenere le funzioni vitali del paziente coi pochi mezzi a disposizione chiamando più volte il 118”.