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Renzi (FdI): "Presa d'atto di un fallimento da 200 mila euro, per le cerimonie nuziali avevo proposto il Grand Hotel"


Rimini, la Casa dei matrimoni e altri due beni del Comune a disposizione delle associazioni


16 Febbraio 2024 / Redazione

Il Consiglio Comunale di Rimini nella seduta di ieri ha approvato con 20 voti favorevoli e 8 astenuti la proposta di sottoscrizione dei patti di collaborazione con associazioni e realtà del territorio per la gestione di tre immobili di proprietà comunale messi a disposizione dell’interesse della comunità.

Una possibilità prevista dal “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione di Rimini per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni urbani”, che riguarda in questo caso la Casa dei matrimoni sul porto, l’ex biblioteca civica di Miramare e il seminterrato ed ex appartamento del custode della scuola Decio Raggi, spazi già assegnati a enti terzi attraverso specifiche convenzioni ora scadute per attività sportive, ricreative e artistiche e che continueranno ad essere luoghi con funzioni e servizi ad uso della cittadinanza.

Le linee di indirizzo su cui si sviluppano i patti di collaborazione prevedono che i compiti di vigilanza, presidio, pulizia e manutenzione ordinaria degli spazi siano in capo alle associazioni che tramite avviso pubblico risulteranno assegnatari dei luoghi.

Ma per Gioenzo Renzi  capogruppo di Fratelli d’Itaia questo atto “è la presa d’atto del “fallimento” della Casa dei matrimoni, visto le pochissime coppie di sposi che l’anno utilizzata, nonostante la propaganda e la promozione turistica. Possiamo dire che le ragioni espresse fin dall’inizio, nel 2015, in consiglio comunale, contro il progetto e contro la sua realizzazione, avevano fondamento”.

E attacca Renzi: “Ricordo che l’Amministrazione Comunale ha speso 200.000 euro per il manufatto di circa 30 mq, con servizio igienico al suo interno, e la pedana in legno di circa 220 mq sulla duna adiacente, più altri 18.000 euro per la tensostruttura a vela per la copertura della pedana.
La struttura con un “design” più simile ad una “biglietteria”, si è dimostrata poco funzionale e accogliente per i matrimoni. In alternativa, al progetto “infelice” di Piazzale Boscovich e per risparmiare 220.000 euro, avevo avanzato in Consiglio Comunale, la proposta di celebrare i matrimoni nel Giardino del Grand Hotel, con una immagine qualificante per Rimini. L’Amministrazione Comunale, aveva respinto la mia proposta, dicendo che era impossibile, salvo, poi, realizzarla due anni dopo, nell’ottobre 2017. Speriamo, ora, che la cosiddetta Casa dei Matrimoni, dopo i tanti soldi pubblici spesi, possa essere funzionale per le attività pubbliche compatibili”.