HomeAmbienteValmarecchia, Fratelli d’Italia: “Quel parco eolico non s’ha da fare”

Nicola Marcello dice no al progetto al vaglio della Regione Toscana nel territorio di Badia Tedalda


Valmarecchia, Fratelli d’Italia: “Quel parco eolico non s’ha da fare”


17 Febbraio 2024 / Redazione

Siamo alla battute finali di una tragicommedia in cui, la Regione Toscana senza che la Giunta della Regione Emilia Romagna ed il suo Presidente Bonaccini dicano nulla in contrario, alla realizzazione di un Mega Parco Eolico a pochi metri da Casteldelci.

Potrebbe sembrare una barzelletta – scrive il Coordinatore Provinciale Rimini FDI, Nicola Marcello –  ma la Giunta Regionale della Toscana ha deciso di realizzare un “Deturpante Mostro Eolico” in luoghi ameni del nostro territorio. In gergo si suol dire “prendere la castagne con le mani degli altri”. 

La Regione Toscana, con una esemplare mancanza di rispetto Istituzionale sembra voler “tirare dritto” nella realizzazione del suo progetto eolico nonostante il parere contrario dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia, della Provincia di Rimini e di tutte le Sopraintendenze.  Perché non pensa di realizzarle nel Chianti, in Val d’Orcia, sulle colline Fiorentine o in Maremma?

Questo quesito credo che il Presidente Bonaccini debba rivolgerlo al suo “parigrado Giani” ed alla sua Giunta.  

A tal proposito credo inoltre, che tutti gli esponenti politici locali debbano farsi portavoce – prosegue la nota di Nicola Marcello – di tale istanza di contrarietà del territorio ed in particolare dei Comuni del Montefeltro e del Verghereto direttamente coinvolti dallo scempio paesaggistico e senza alcun beneficio per i residenti.

E’ ampiamente risaputo che impianti eolici di tale portata creano danni di tipo paesaggistico, a carico della flora e della fauna presenti, di dissesto idrogeologico, di cui in questa Regione non abbiamo certamente più bisogno, a carico della salute delle persone per la rumorosità di base delle pale e di svalutazione degli immobili come logica conseguenza delle problematiche precedenti.  

Ad oggi i progetti presentati sono:

1 – Impianto eolico Industriale “Badia Del Vento” presentato presso la Regione Toscana in data 09/08/2022 per collocare interamente nel comune di Badia Tedalda 7 aerogeneratori di 180 metri di altezza nel crinale che va da Poggio Val d’Abeto, prosegue sul Monte Loggio e scende fino al Monte Faggiola a ridosso del confine con la Regione Emilia Romagna in pratica a pochi metri dal Comune di Casteldelci.  

2 – Impianto eolico industriale “Passo del Frassineto” presentato in data 19 /12/2022,  un progetto gemello del precedente costituito sempre da 7 aerogeneratori collocato a circa 7 km dal precedente che ricade nei comuni di Badia Tedalda e Pieve Santo Stefano. Verrebbe collocato su un crinale a circa 4 km dal confine con la Regione E. R. con notevole impatto visivo nel Comune di Casteldelci e Verghereto.

3 – Impianto eolico Industriale  “Sestino”  presentato in data 21/04/2023 costituito da 6 aerogeneratori alti 200 metri ubicato nel Comune di Badia Tedalda e Sestino.

4 – Impianto eolico industriale denominato Badia WIND presentato il 28/04/2023 costituito da 9 aerogeneratori alti 200 metri ed ubicato nel Comune di Badia Tedalda.

5 – Impianto eolico Industriale denominato “Poggio delle Campane” presentato in data 05/05/2023 ed ubicato nei Comuni di Sestino e Badia Tedalda Costituito da 8 aerogeneratori alti 200 metri.  

6 – Impianto eolico Industriale denominato “Poggio Tre Vescovi” presentato il 10 /05/2023 e costituito da 11 aerogeneratori alti 180 metri, allineati nel crinale in alta  Valmarecchia nel Comune di Badia Tedalda con localizzazione adiacente al precedente impianto di Badia del Vento.

7 – Impianto Eolico denominato “Energia Monte Petralta” presentato in data 20/12/2023 e che insiste sui territori comunali di Sestino, Mercatello sul Metauro, Borgo Pace, Carpegna , Badia Tedalda.

Da tutta questa documentazione si evince che la Regione Toscana vede la nostra bellissima Valmarecchia come “un terreno di conquista” a cui non diciamo di no come Regione.

I lavori di cantiere andrebbero ad interessare e precludere diversi tratti escursionistici alcuni dei quali storici e frequentatissimi come l’Alta via dei Parchi, il Sentiero Italia, le Vie Francescane da Rimini a La Verna e da Verna Ad Assisi.

Alcuni di tali impianti oltre a ricadere in aree non idonee ai sensi dell’ art 20 comma 8  Dgls 199/2021 in recepimento di una direttiva europea nel merito, superano anche il limite dei 1200 mt slm oltre il quale in Appennino si impone il vincolo di tutela previsto dal D.L. 42/2004.

Diverse associazioni inoltre segnalano che alcuni di tali impianti violano la fascia di rispetto di 3 km da una serie di beni architettonici e storici di pregiato valore artistico.

Tutti gli studiosi del settore inoltre anche, a seguito anche dei recenti eventi alluvionali del 2023, concordano che la franosità dell’intero territorio collinare e montano regionale dell’ Emilia Romagna  mal si concilia con l’installazione di piattaforme di 20 metri per 20 per allocare pale eoliche.

Infatti nel nostro Appennino – continua la nota di Nicola Marcello, coordinatore Provinciale Rimini FDI  tanti terreni intensamente fratturati, prevalentemente per azione tettonica ospitano falde acquifere che quando arrivano in superficie danno origine a sorgenti e ruscelli che completano l’amenità dei luoghi. Andare ad alterare questo equilibrio naturalistico non farebbe altro che aumentare il rischio frane ed il dissesto idrogeologico.

In conclusione – scrive ancora il coordinatore Provinciale Rimini FDI – se questi impianti venissero autorizzati in contrasto con il volere dei cittadini, ma solo per un gesto di arroganza e scortesia della Regione Toscana verso la “compagna rossa Emilia Romagna” si genererebbe un violento impatto paesaggistico e le zone interessate come i comuni di Casteldelci, Pennabilli, Verghereto, Sant’Agata Feltria, San Leo, La Verna, San Sepolcro e Sestino a pochi passi da casa o all’orizzonte oltre che le pale eoliche di 200 metri vedrebbero anche un irrefrenabile processo di impoverimento e di regressione dell’economia locale legata al turismo ed alle attività socio-culturali che si stanno proponendo in questi anni secondo modelli innovativi e virtuosi di ripopolamento e di valorizzazione del territorio e delle sue risorse”.