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Fratelli d'Italia mette a bando le spiagge di Jesolo. L'ordinanza balneare della Regione va cambiata. Polemica provinciale per economia del turismo


Il Festival di Sanremo si trasferisce a Rimini? O sulla luna?


18 Febbraio 2024 / Maurizio Melucci

Il Festival di Sanremo si trasferisce a Rimini?

Succede ciclicamente che parta l’idea che il festival di Sanremo si possa trasferire a Rimini o comunque sulla nostra costa. E’ successo già nel 2009 dopo una dichiarazione di Bruno Vespa: “Ci sono città, come Rimini, che pagherebbero per avere il festival di Sanremo, viceversa il comune di Sanremo si fa pagare dalla Rai e non è contento”. Allora, come assessore al turismo risposi che il Festival di Sanremo é di Sanremo. Tutto il resto sono chiacchiere.

Ora a distanza di anni ci risiamo. Le critiche per i pochi alberghi e la logistica inadeguata a Sanremo ha riacceso il dibattito sullo spostamento del festival dalle nostre parti

Tutto nasce dal fatto che Rimini ha ospitato tantissimi anni fa un paio di edizioni del Festival della Canzone Italiana. Ora, pensare che il Festival di Sanremo possa migrare in altra Regione, in altra costa, è semplicemente fantascienza. Non è sufficiente rilevare che il teatro Ariston è diventato troppo piccolo, che mancano gli hotel e molti servizi. Ci vuol ben altro per iniziare da capo rispetto ad una manifestazione tra le più apprezzate in Italia e all’estero. Direi che questa discussione vale da ultimo giorno di carnevale.

Fratelli d’Italia di Jesolo ha messo a bando la spiaggia

Questa settimana sulle concessioni tiene banco il bando fatto dal comune di Jesolo per affidare in concessione le spiagge di quella realtà. Ritengo necessaria una premessa politica. Il sindaco di Jesolo è un esponente di Fratelli d’Italia, Christofer De Zotti eletto nel 2022. La Regione Veneto è governata dal Presidente della Lega Luca Zaia in coalizione con Fratelli d’Italia e Forza Italia. Chi ha fatto quel bando, in linea con la legge regionale Veneto del 2002, dunque non sono stati dei comunisti folli che amano fare espropri proletari. Al contrario sono gli amministratori di partiti che si sono sempre opposti alla Bolkestein e ai bandi per le concessioni di spiaggia. Stessa cosa sta succedendo a Genova con una determina dirigenziale che indice i bandi. Evidentemente governare è cosa diversa dal fare propaganda, per altro inconsistente e ridicola.

Fatta questa premessa, veniamo al merito. In primo luogo, non sono arrivate a Jesolo le multinazionali estere, non sono arrivati i cinesi e neanche fino a prova contraria la malavita organizzata. Tutti questi argomenti usati dai sindacati balneari per motivare il no ai bandi per le concessioni di spiaggia si sono fatti di nebbia. In particolare, la zona messa a bando Umg 5 (Unità Minime di Gestione)  è stata assegnata alla Cbc Srl, cordata imprenditoriale di cui fanno parte Mario Moretti Polegato (proprietario di Geox, ma anche di un hotel a Jesolo), un’altra la famiglia di albergatori e il presidente di Jesolmare Servizi Turistici.

L’Umg 7  è andata invece alla Sebi Srl, che fa riferimento all’imprenditore Alessandro Iguadala. Tutte cordate locali, come locali erano gli altri aspiranti gestori.

I nostri bagnini di casa e non solo, urlano ad altro ora: “Il nostro modello imprenditoriale basato su piccole imprese non può reggere alle aste. Quanto sta succedendo in Veneto lo dimostra. Come potremmo mai concorrere con chi può spendere milioni di euro con questa facilità?”

Invece di sparare sentenze inutili e prive di fondamento, come hanno fatto in questi anni ai rappresentanti dei bagnini sarebbe bastato leggere i bandi del comune di Jesolo per capire che la realtà è completamente diversa. Come da tabella allegata si scopre ad esempio che l’Umg 5 ha un fronte lineare di 921 metri e l’Umg 7 di di 621 metri lineari.

Le due concessioni arrivano ad oltre 1,5 chilometri. Per capire come mettere a bando le concessioni di Rimini che vanno dal bagno 1 al bagno 40 vicino a piazza Tripoli. Inutile dire che si possono fare bandi in altro modo valorizzando accorpamenti che salvaguardino le caratteristiche imprenditoriali delle nostre spiagge ed anche le capacità innovative. Agli attuali concessionari invece di continuare urlare “alla luna” consiglio di fare anche reti d’imprese come si fa in tutti i settori economici del nostro Paese che è caratterizzato dalla piccola impresa.

Un consiglio anche al Comune di Rimini. Metterei un limite alle maxi aggregazioni previste nel nuovo piano dell’arenile. I 300 metri indicato come valore minimo a mio parere dovrebbe essere quello massimo (che non c’è) proprio per evitare situazioni come quelle di Jesolo.

 

Università e il corso in inglese. Una polemica provinciale

L’Università di Bologna ha preso la propria decisione: il corso triennale in Economia del turismo sarà dal prossimo anno accademico solo in inglese. Nessun percorso in lingua italiana. “Si tratta di scelte meditate, fanno sapere dall’università, non certo di decisioni prese dall’oggi al domani. L’inglese è una lingua che apre al mondo. Per il territorio è un’opportunità. Dopo cicli di vita più o meno lunghi, è spesso necessario ridare slancio e vitalità all’offerta formativa, adeguandola alle nuove sfide e ai cambiamenti in corso nella società, alzando l’asticella.”

Diversa l’opinione della presidente di Federalberghi Rimini Patrizia Rinaldis: “Non nascondiamoci dietro a un dito. Sappiamo bene che il livello di preparazione linguistica degli studenti che escono dalle superiori è a dir poco limitato. Vuol dire che in futuro al corso universitario accederanno sempre meno italiani. E sempre più stranieri“.

Inutile dire che si tratta di una polemica di un provincialismo unico. Io conosco tante ragazze e ragazzi che sono andati all’estero, con l’università di Bologna, a laurearsi in lingua inglese anche nelle università partner di Bologna. Proprio per un arricchimento formativo e di opportunità di lavoro.

Invece di questa polemica sarebbe molto più utile rispondere alla domanda che hanno posto sindaco e vicesindaca di Rimini qualche giorno fa: “Se il nostro territorio veda ancora nell’Università uno degli asset strategici e irrinunciabili del nostro futuro. Questa è la domanda che dobbiamo porci, perché il futuro va costruito subito, oggi, senza rimandare, perché la competizione è altissima. Per questo, ribadendo con orgoglio e convinzione l’impegno forte e convinto dell’Amministrazione comunale alle sorti di Unirimini,  il nostro vuole essere anche un appello ad allargarne il panel dei soci, magari a partire da quella componente privata”.

 

Balneazione 2024, ordinanza regionale da cambiare

Già da alcuni anni si discute dell’allungamento della stagione balneare. Il cambiamento climatico ha portato a condizioni meteo favorevoli per continuare ad utilizzare le nostre spiagge e il mare oltre alla classica stagione turistica.  Ad oggi la stagione balneare inizia l’ultimo weekend di maggio, 25 maggio nel 2024, per concludersi il secondo weekend di settembre. Da anni alcuni comuni costieri estendono, con le loro ordinanze, il servizio di salvamento anche per la terza settimana di settembre, con le inevitabili polemiche da parte dei bagnini che debbono farsi carico dei costi aggiuntivi. La nuova ordinanza della Regione impone il salvamento anche il sabato e la domenica della terza settimana di settembre con la possibilità ai comuni di estendere il servizio anche nei giorni feriali. Mi pare una soluzione condivisibile. Ogni realtà comunale costiera ha esigenze diverse.

L’ordinanza regionale contiene un’altra novità. La possibilità di fare orario continuato per il servizio di salvamento dalle 9.30 alle 18 senza l’interruzione dalle 12.30 alle 14.30 praticata fino ad ora. Una iniziativa importante che coglie il cambiamento di come viene usata la spiaggia e il mare dai nostri ospiti e residenti. Sono sempre meno le strutture ricettive che offrono la pensione completa, tanti hotel prima colazione e cena oppure solo prima colazione. Questo comporta un utilizzo della spiaggia e del mare anche durante nell’ora di pranzo. Prevedere il servizio di salvamento con orario continuato è una innovazione importante e necessaria.

Meno convincente è quanto scritto nell’ordinanza. Dalle ore 12.30 alle 14.30 il servizio di salvamento viene garantito da un salvataggio su due. In concreto in quell’orario il bagnino di salvataggio dovrà farsi carico di un fronte di 300 metri. Non oso pensare nei weekend di luglio ed agosto cosa significhi garantire sicurezza in uno specchio d’acqua così grande. Ritengo che la Regione debba correggere questa ordinanza. Se non si vogliono aumentare i costi a carico dei concessionari (per altro scaduti come è noto) tanto vale ritornare al regime precedente senza servizio di salvamento in quelle due ore e con bandiera rossa issata. E’ più chiara per i fruitori del mare e non mette in difficoltà gli operatori di salvataggio.

Ordinanza balneare Regione  2024

Maurizio Melucci