Home___primopianoEredità Agnelli, a Rimini la querela contro Margherita

L'avvocato milanese Luigi Emanuele Gamna contro la figlia dell'ex presidente della Fiat


Eredità Agnelli, a Rimini la querela contro Margherita


21 Febbraio 2024 / Redazione

Sarà il tribunale di Rimini ad occuparsi di uno dei numerosi filoni giudiziari che si sono sviluppati intorno all’eredità di Gianni Agnelli: la querela per diffamazione presentata dall’avvocato milanese Luigi Emanuele Gamna contro Margherita Agnelli, figlia dell’ex presidente della Fiat. Davanti a un giudice della città romagnola, a maggio, si discuterà l’opposizione di Gamna alla richiesta di archiviare il procedimento inoltrata dalla procura.

A portare, per competenza territoriale, la denuncia dell’avvocato Gamna nei confronti del duo Margherita Agnelli-Moncalvo a Rimini è il fatto che il libro”Agnelli coltelli” del giornalista Gigi Moncalvo, dove compaiono dichiarazioni di Margherita Agnelli ritenute diffamatorie sia stato “finito di stampare nel mese di settembre 2022 presso Maggioli Spa stabilimento di Santarcangelo di Romagna” proprio come indicato nell’ultima pagina delle copie del volume.

Ed è nel territorio di Rimini che per competenza si sono anche svolte le indagini della Procura, che nella persona del sostituto procuratore Davide Ercolani ha poi inoltrato la richiesta di archiviazione al gip del Tribunale lo scorso settembre, a cui ora arriva l’opposizione dell’avvocato Gamna.

Gamna fu uno dei due avvocati che per conto di Margherita seguì la trattativa che nel 2004 portò la donna a siglare con la madre un accordo sull’eredità paterna. Il legale si è sentito diffamato per la ricostruzione della vicenda effettuata nel libro ‘Agnelli coltelli’ del giornalista Gigi Moncalvo, dove compaiono dichiarazioni di Margherita Agnelli.

Margherita Agnelli “manifestò soddisfazione” per l’accordo raggiunto nel 2004 che “le consentiva di acquisire una parte significativa” del patrimonio paterno, ma poi “tornò sui propri passi” e ora tenta di entrare in possesso di Dicembre, “la cassaforte di famiglia che consente di avere il controllo del Gruppo intero”. E’ quanto ricorda uno dei suoi avvocati dell’epoca, Gamna, nella querela per diffamazione.

Margherita, anni dopo, rinnegò l’accordo del 2004 e prese una serie di iniziative in sede giudiziaria sostenendo di essere vittima di un raggiro. “Il senso del discorso – scrive Gamna – è chiaro: io e il mio collega ci saremmo ‘venduti’ alla controparte, cedendo alle lusinghe e patrocinando la nostra cliente in modo infedele all’interno di un sistema mafioso governato da una setta”. Margherita però “sa che non esiste un solo elemento di prova – prosegue l’avvocato – che possa suffragare la sua tesi, strumentalmente e artatamente costruita per sostenere le iniziative per entrare in possesso della società Dicembre”.

Quanto all’esistenza di un patrimonio offshore dell’Avvocato, sottratto all’imposizione fiscale italiana e anche a Margherita, Gamna afferma che all’epoca non se ne avevano prove. “Forse – scrive – oggi le cose sono diverse e quella che allora poteva essere solo un’ipotesi ha maggiore consistenza. Ma noi non eravamo al corrente di nulla né avevamo strumenti per accedere a conti e società di ‘Outremer’, come si dice”. In ogni caso, conclude il legale, “fu grazie a noi che Margherita poté ottenere una cifra molto cospicua di denaro e opere d’arte di enorme valore”.