Rimini, per odio razziale perseguita il co-inquilino e lo minaccia con un pitone
25 Febbraio 2024 / Redazione
Un riminese di 26 anni è stato accusato di atti persecutori e lesioni personali, entrambe aggravate da motivazioni di odio razziale, nei confronti di un cittadino italiano di origine nigeriana, suo coinquilino in un appartamento di via Mentana. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’odio razziale sarebbe stato il motore delle aggressioni fisiche e verbali perpetrate dal giovane riminese.
Il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha avanzato la richiesta, e il giudice Raffaella Ceccarelli del tribunale di Rimini ha emesso di recente un decreto di giudizio immediato nei confronti dell’indagato. L’udienza, prevista per il 16 maggio prossimo, sarà condotta davanti al tribunale in composizione collegiale, e l’accusato sarà difeso dall’avvocato Ninfa Renzini.
La vittima, cittadino nigeriano, aveva segnalato alle forze dell’ordine ripetuti attacchi verbali e fisici subiti dal coinquilino tra settembre e ottobre dello scorso anno. La polizia e i carabinieri erano intervenuti più volte, registrando almeno cinque o sei episodi di molestie. La vittima, ormai bersaglio preferito del coinquilino, aveva denunciato continui insulti e perfino aggressioni fisiche, tra cui l’uso di una padella bollente.
Uno degli episodi più scioccanti risalirebbe a settembre, quando il 26enne avrebbe minacciato di liberare il suo pitone domestico contro l’inquilino, arrivando persino ad avvicinare il serpente al volto della vittima. Questo comportamento, secondo gli investigatori, si estendeva anche agli altri residenti del palazzo.
Il 7 ottobre, i carabinieri erano intervenuti nuovamente in via Mentana dopo che i condomini avevano segnalato tracce di sangue sulle scale. Successivamente si era scoperto che il giovane aggressore si era ferito volontariamente alle braccia. Dopo le ferite autoinflitte, il 26enne era stato trasportato in ospedale per le cure necessarie e per una valutazione psichiatrica.