Mentre il mondo si divide tra siccità e incendi da una parte, bufere di neve e piogge torrenziali dall’altra, il riscaldamento globale avanza inesorabilmente. Dopo aver registrato l’autunno più caldo dell’ultimo secolo nel 2023, e il mese con le anomalie termiche positive più vistose sempre dell’ultimo secolo (ottobre 2023), le temperature anomale si sono protratte anche durante l’inverno successivo. Questo inverno meteorologico in Emilia-Romagna ha visto un’elevata anomalia termica, con temperature costantemente superiori alla media storica di oltre 3 gradi Celsius. Le precipitazioni, seppur leggermente superiori alla norma, si sono concentrate in pochi eventi piovosi, con conseguenze rilevanti per la distribuzione temporale dei fenomeni e una scarsa presenza di nevicate.
L’inverno meteorologico in Emilia-Romagna è stato caratterizzato da anomalie termiche significative e un regime di precipitazioni altalenante. Le temperature sono state costantemente al di sopra della media storica, con un’anomalia termica media di +3,4°C. Le precipitazioni, sebbene nella media, si sono concentrate principalmente in alcuni episodi di forte intensità anziché distribuirsi uniformemente nel corso della stagione. Anche la neve è stata scarsa e quella poca si è concentrata principalmente a quote alte. Anche in questo caso, le precipitazioni nevose sono state più intense in alcuni episodi isolati, piuttosto che distribuite uniformemente nel corso della stagione con la tenuta del manto nevoso in Appennino che è stata spesso pregiudicata da una quota dello zero termico troppo elevata. Tutto ciò si è ripercosso su diversi settori economici come, ad esempio, il settore turistico, con una minore affluenza agli impianti sciistici e un aumento della domanda di attività all’aperto. L’agricoltura ha subito le conseguenze di queste anomalie climatiche, con un impatto negativo su colture sensibili al calore e alla mancanza di acqua. Anche il settore idrico ha risentito della diminuzione delle precipitazioni, con una maggiore pressione sui sistemi di approvvigionamento idrico e un aumento del rischio di siccità.
La situazione in Romagna ha rispecchiato quella della regione nel suo complesso. Anche qui, le temperature sono state costantemente superiori alla media, contribuendo ad archiviare delle anomalie termiche significative: dicembre ha registrato un surplus medio di +3,0°C, seguito da gennaio con +3,5°C e febbraio con un impressionante +4,6°C. Queste cifre rappresentano un netto aumento rispetto alla norma e confermano il trend di inverni sempre più miti. Nonostante le temperature elevate, l’inverno 2023-2024 su questo fazzoletto di territorio ha visto precipitazioni appena superiori alla norma (+3,5%). Dopo un dicembre 2023 molto secco (-70%), gennaio è stato un mese assai piovoso (+70,2%) e febbraio è stato discretamente piovoso (+9,5%). Tuttavia, come sempre più spesso accade nell’epoca attuale, le precipitazioni si sono concentrate in pochi eventi piovosi: più della metà della precipitazione stagionale si è infatti manifestata tra il 6 e il 7 gennaio, e tra il 27 e il 29 febbraio.
Per la città di Rimini, L’inverno 2023-2024 è stato il secondo più caldo dal 1955 con una temperatura media di +3.1°C rispetto al periodo 1991-2020. Il mese di febbraio ha registrato una delle temperature medie più alte degli ultimi decenni, con una anomalia termica di +3,7°C. Sul piano della piovosità, rispecchiando la mal distribuzione delle precipitazioni sulla Regione, si è rivelato il dodicesimo inverno più secco dal 1958 con precipitazioni di 113mm, distribuiti in appena 16 giorni di pioggia, con un ammanco complessivo di -44% rispetto al periodo 1991-2020. La temperatura del mare è stata di +10.1°C, +3.0°C rispetto al periodo 1991-2020. Non si è registrata nessuna nevicata.
In conclusione, la stagione “fredda” 2023-2024 ha confermato i trend in atto legati al cambiamento climatico, con temperature eccezionalmente alte e precipitazioni meno frequenti ma più intense. Al momento abbiamo risparmiato sulle bollette, ma queste anomalie sempre più significative stanno mettendo sotto pressione gli ecosistemi e l’economia della nostra regione, e sottolinea l’importanza di adottare misure urgenti per contrastare gli effetti del cambiamento e per affrontare il conto sempre salato che il nuovo clima continuerà a presentarci.
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