Home___primopianoElezioni, Capitani Reggenti, Europa, alleanze: cosa sta succedendo a San Marino?

Per la prima volta nella storia della Repubblica i nomi dei due capi di Stato non sono quelli indicati dal Governo


Elezioni, Capitani Reggenti, Europa, alleanze: cosa sta succedendo a San Marino?


15 Marzo 2024 / Paolo Zaghini

Alcuni amici italiani (sono riminesi) mi hanno chiesto: facci capire qualcosa di quello che sta succedendo a San Marino perché dai giornali non abbiamo capito molto. E hanno ragione, perché non è facile comprendere la situazione politica della nostra vicina Repubblica. Proviamo a riassumere per punti.

Data elezioni. La scadenza naturale della legislatura del Consiglio Grande e Generale sarebbe a fine anno. Ma da tempo è aperta la possibilità che il voto venga anticipato a fine maggio-inizio giugno. In questo caso si vorrebbe votare prima delle elezioni europee del 9 giugno. La DC da settimane è indecisa su cosa fare. Ma tutti i partiti vorrebbero anche che le elezioni avvenissero dopo la firma con Bruxelles dell’accordo di associazione della Repubblica di San Marino alla Comunità Europea, o meglio allo spazio economico europeo. Accordo di cui si discute ormai dal 2015 e che dovrebbe essere firmato in contemporanea anche con Andorra. Ma Bruxelles sta facendo slittare la firma di sei mesi in sei mesi, rinviando continuamente l’appuntamento. Quindi o Bruxelles comunica la data per la firma prima di Pasqua o il Governo dovrà prendere una decisione su quando andare a votare in Repubblica. Le fibrillazioni politiche degli ultimi giorni a proposito della elezione dei Capitani Reggenti (la proposta della DC è stata bocciata per 29 voti contro 28, e sono stati eletti due Capitani proposti dalle opposizioni unite) portano a pensare che ormai la legislatura sia finita e che il voto sarà fissato per fine maggio.

Elezioni Capitani Reggenti. Il 13 marzo sono stati eletti Capitani Reggenti Alessandro Rossi di Demos e Milena Gasperoni del PSD dalle forze di opposizione (Libera, Rete, Demos, Repubblica Futura) e del PSD (che pure è al Governo). E’ la prima volta che nella storia della Repubblica sammarinese non vengono eletti Capitani Reggenti i nominativi indicati dal Governo. Ricordo che il voto non è sul singolo, ma sulla coppia di candidati. Cosa è successo? La DC ha proposto una coppia di nomi (Italo Righi DC e Rossano Fabbri Alleanza riformista) rigettando la proposta del PSD di un proprio candidato. Il PSD in questa legislatura non ha mai eletto un Capitano Reggente. Di fronte al rifiuto democristiano i consiglieri del PSD si sono sentiti liberi di votare diversamente dal resto della maggioranza (DC, Motus e Alleanza riformista). Ma l’accordo delle forze di opposizione, assai diverse fra loro, è solo un episodio. Che però in questo caso ha battuto la forza egemonica della DC in Consiglio Grande e Generale.

In un comunicato stampa Rete scrive: “La Dc – invece di fare autocritica e un esame di coscienza – emette comunicati stampa deliranti che sembrano scritti da un pugile suonato: invece di accettare il fatto di avere fallito nell’imporre con la consueta arroganza il suo volere all’Aula e al Paese, la DC non riesce a fare nulla di meglio che agitare spauracchi del passato”. Il riferimento è al Governo “Adesso.sm” in carica dal 2016 al 2019, quando la DC venne mandata all’opposizione. “Suscita un sentimento di sincera compassione vedere il primo partito del Paese che, di fronte ad una debacle politica, non trova risposta migliore che sventolare il pericolo di restaurazione di coalizioni politiche che non esistono più”.

Accordi elettorali. Un riepilogo della ripartizione attuale dei consiglieri in Consiglio Grande e Generale, dopo una legislatura che ha visto la migrazione da un gruppo all’altro di numerosi consiglieri (sulla base dell’elenco nominativo presente sul sito del Consiglio Grande e Generale): la maggioranza è composta da 33 consiglieri su 60, di cui DC 22, Motus 4, NPR 7 (cartello elettorale la cui esperienza viene considerata finita; 4 di Alleanza riformista, gruppo nato in corso di legislatura da transfughi da vari partiti, e 3 del PDS); la minoranza vede invece 10 consiglieri di Libera, 8 di Rete, 6 di Repubblica Futura, 3 Demos (nata anch’essa in corso di legislatura per effetto di migrazioni da altri partiti).

La DC ormai da diverse settimane aveva avviato incontri con gli attuali propri alleati di Governo (Alleanza riformista, Motus e PSD) sugli scenari possibili del dopo elezioni. La DC ricerca “la formazione di alleanze solide” per il futuro del Paese. In questo senso aveva chiesto anche un incontro con Libera, oggi all’opposizione. Il PSD ha proposto invece a Libera “un rinnovato impegno verso la costruzione di un’area riformista unita e influente, pronta ad affrontare le prossime elezioni con determinazione e visione strategica”. I due partiti di sinistra hanno oggi ritrovato un accordo per affrontare una difficile campagna elettorale ed, eventualmente, ricercare un accordo post elezioni con la DC su un concreto progetto riformatore della Repubblica.

Questa è la situazione alla data odierna. Ma in Repubblica le cose, anche quelle politiche, cambiano velocemente. Ed i partiti pure. Vedremo nelle prossime settimane gli sviluppi.

Paolo Zaghini