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Il libro "Ogni casa una storia" a cura di ACER


I racconti di chi vive nelle case popolari di Rimini


18 Marzo 2024 / Redazione

Ogni casa una storia
ACER

Non abbiamo trovato in rete dati aggiornati inerenti il numero di appartamenti gestiti da ACER Rimini, in provincia, in proprietà o in gestione. Ma sono sicuramente molte decine, presenti un po’ in tutti i comuni della Provincia. E comunque insufficienti rispetto ai bisogni. Ma che cos’è l’ACER?

La legge regionale Emilia-Romagna n. 24 dell’8 agosto 2001, riguardante la “Disciplina generale dell’intervento pubblico nel settore abitativo”, entrata in vigore il 24 agosto 2001, ha trasformato lo IACP in Azienda Casa Emilia-Romagna della Provincia di Rimini (ACER).
L’ACER è un ente pubblico economico dotato di personalità giuridica e di autonomia organizzativa, patrimoniale e contabile e la sua attività è disciplinata dalla legge regionale e dal codice civile.

In altre parole sono le “case popolari”. “Vivere in una casa popolare significa essere in una condizione economica precaria”, ma questo non deve generalizzare un giudizio di criticità negativa. “La generalizzazione è nemica della comprensione e lede la dignità umana”. In alcuni edifici popolari le famiglie si aiutano a vicenda, creando uno spazio sicuro. Ma “situazioni di difficoltà esistono, aggravate dalla mancanza di legami sociali, a tal punto da rendere il disagio invalidante”. E le recenti notizie comparse sui giornali a proposito di situazioni difficili in case ACER purtroppo confermano l’esistenza di queste situazioni difficili.

Questo volume realizzato da Acer Rimini e dalla Cooperativa “Fratelli è Possibile” è stato pensato per destinarlo soprattutto agli amministratori del territorio, per consentirgli di vivere alcuni spaccati di storie che accadono tra le mura degli alloggi.

ACER Rimini in questi ultimi anni ha potenziato il servizio di mediazione sociale ed il proprio ruolo di gestore sociale, programmando in collaborazione con una cooperativa di settore, una serie di interventi su nuclei familiari particolarmente difficili e conflittuali. L’attività di mediazione sociale sta dando ottimi risultati, risolvendo situazioni anche degenerate.

Del resto, dal 2022, ACER Rimini ha ulteriormente potenziato l’attività di verifica e di ispezione negli alloggi, aspetto divenuto fondamentale per mantenere il rispetto delle regole e della civile convivenza fra gli assegnatari. Chi entra in una casa popolare, bene della collettività, deve osservare regole di comportamento e di civile convivenza senza creare danni nella gestione dell’alloggio e delle parti comuni.

Scrive Alessandra Atzei, Direttore Generale di ACER Rimini: “Oggi nei nostri servizi convivono il diavolo e l’acquasanta: da una parte c’è il controllo del rispetto delle regole tra gli assegnatari delle abitazioni; dall’altra la mediazione sociale (…). Vogliamo contrastare la sbagliata convinzione che le case popolari costituiscono un ghetto, dove abita la solitudine”.

Fondamentale pertanto si è rivelata in questi anni l’azione dei mediatori della Cooperativa “Fratelli è Possibile” che opera dal 2009. Michela Piacenza, Responsabile del Servizio di Mediazione: “La mediazione è uno strumento per ridurre le tensioni nelle relazioni e per promuovere il cambiamento della propria condizione e l’incontro con l’Altro”. E prosegue: “Le debolezze si proiettano sulle abitazioni, trasformandole da porti sicuri a segni tangibili della fragilità personali. L’incuria e il degrado, talvolta così estremi da rendere una casa inaccessibile, rappresentano una questione sociale che coinvolge tutti: la storia familiare, la malattia, la cultura e l’estrazione sociale possono divenire terreno di scontro e ampliare il malessere”.

Dalla collaborazione della Cooperativa con ACER Rimini, che dura da oltre dieci anni, è nato questo volume di fotografie e testi: le mediatrici della Cooperativa hanno scelto di raccontare alcune delle tante storie che quotidianamente vivono frequentando gli edifici popolari. Racconti ricchi di umanità, ma anche di ironia, pensati per superare i tanti contrasti possibili fra le persone. Per le mediatrici “la prevenzione dei conflitti è la priorità”.
Protagonisti nelle dieci storie quasi sempre i bambini e gli anziani, i due estremi più fragili di questa umanità che vive in questi edifici. Oltre ai tanti stranieri presenti.

Molto bello il racconto “Fare la pace con la pancia piena”. Un condominio nuovo, abitato da neanche sei mesi, “è già una bomba ad orologeria: un agglomerato di situazioni a rischio, tra il pusher, il minorenne accusato di furto, l’immigrato con il permesso di soggiorno in scadenza e tanti bambini che urlano e che hanno rotto già le luci del cortile giocando a pallone”. Le famiglie presenti nello stabile sono: una nigeriana, una calabrese, una slovena, la coppia italo-domenicana, gli anziani sinti, il ragazzo latino-americano. La mediazione proposta, che sembra mettere tutti d’accordo, è un pranzo in comune di tutti gli inquilini. Un successo straordinario. “La cosa più divertente è vedere i bambini che comunicano senza avere una lingua in comune (…) i bambini hanno la capacità di capirsi senza dire nulla, ma quando parlano, è l’italiano a unirli”. “Dopo pranzo i ragazzini del palazzo intrattengono i più piccoli con dei giochi di gruppo, lasciando gli adulti a chiacchierare: i distruttori di luci oggi sono la spalla dei più grandi. La paura di interagire con gli altri sta svanendo, e lascia spazio all’accettazione reciproca e ad una nuova consapevolezza: qui sono tutti nuovi e stanno creando casa, farlo insieme è più semplice e più bello”.

Il libro è nato “con l’intento di richiamare l’attenzione sulle molteplici realtà presenti all’interno delle case popolari, spesso sconosciute alla maggior parte delle persone, raccontandole con un pò di leggerezza”. L’appello finale dei mediatori è: “Dobbiamo lavorare tutti insieme per costruire una società più resiliente e solidale”.

Paolo Zaghini