La segretaria CGIL: “A Rimini le paghe più basse della Regione, ora basta”
30 Marzo 2024 / Paolo Zaghini
E’ Segretaria generale della CGIL riminese da un mese e mezzo, dal 16 gennaio, chiamata a sostituire Isabella Pavolucci entrata a far parte della Segreteria Confederale della CGIL Emilia-Romagna guidata dal parmense Massimo Bussandri. Si chiama Francesca Lilla Parco, nata a Mottola in provincia di Taranto nel 1976, a Rimini dal 1999. Single, è cittadina di Saludecio. Laureata in Sociologia. Inizialmente dipendente della Cooperativa Italcoop, venne poi assunta dall’azienda FUZZI, storico maglificio di Cattolica, di cui divenne RSU FILTEA (la allora Federazione dei tessili CGIL) nel 2003. A novembre 2010 fu distaccata presso la FILCTEM-CGIL (la Federazione dei tessili e dei chimici) di Rimini, di cui divenne Segretario generale nell’ottobre 2017.
Segretaria, il Sindacato sempre più protagonista e portatore di un progetto economico per l’Italia assai diverso da quello del Governo di destra della Giorgia Meloni.
“Sono orgogliosa di questo sindacato che si sta facendo carico di battaglie per il rinnovamento del mondo economico italiano e contemporaneamente si batte con vigore per i diritti dei lavoratori, dipendenti ma non solo. Penso al vasto mondo del precariato. Giorgia Meloni sta lavorando per la costruzione di un modello di società che non condividiamo. L’Assemblea Generale della CGIL il 26 marzo a Roma ha deciso un vasto calendario di mobilitazione, assieme alla UIL: l’11 aprile sciopero generale di 4 ore (con l’esclusione dei dipendenti pubblici) per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro; il 20 aprile nuovo sciopero generale CGIL-UIL per la salvaguardia delle politiche sociali. E poi a livello territoriale incontri, assemblee con i lavoratori, nelle fabbriche e in piazza. Il 1° Maggio sarà festeggiato unitariamente da CGIL-CISL-UIL con parole d’ordine comuni su giustizia sociale, Europa e pace, così come unitario sarà il confronto con Confindustria e Governo per il rinnovo dei contratti. Con la CISL in questo momento ci sono valutazioni diverse sulle modalità di confronto con il Governo: loro possibilisti in occasione dei pochi e veloci incontri; noi e la UIL molto critici perché quello che sta avvenendo non è un confronto, ma semplici momenti informativi da parte loro su questioni che il Governo ha già deciso senza alcuna discussione”.
La questione salari è sempre più attuale.
“Non c’è dubbio. Oggi le famiglie soffrono per le poche risorse economiche che hanno a disposizione. Inflazione, caro prezzi, aumento dei mutui e dei canoni d’affitto picchiano duramente sui lavoratori e le loro famiglie. Difficoltà per i lavoratori con posto certo, immaginiamo la situazione per i precari, gli stagionali, quelli a tempo determinato o a part-time!
La stagione dei rinnovi contrattuali questa volta sarà durissima: CGIL-CISL-UIL nelle piattaforme per i contratti che in questi giorni stiamo iniziando a presentare ai lavoratori per la loro approvazione vengono richiesti aumenti fra i 240 e i 280 euro mensili. Cifre importanti, ma che sono il minimo che possano garantire una vita dignitosa.
Assieme agli aumenti, puntiamo a maggiori garanzie per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro e a ridurre in maniera significativa il ricorso ai contratti a termine”.
Qual è la situazione dei lavoratori riminesi nel quadro regionale?
“Voglio darle due dati. La media salari a Rimini è la più bassa a livello regionale. Questo dato lo si evince anche dai dati occupazionali: fra gennaio e novembre 2023 nel riminese sono state attivate 105.000 assunzioni. Ma di questi il 91% sono assunzioni a tempo determinato (41.000 stagionali, 58.500 interinali, part-time). Solo 5.500, poco più del 5%, sono contratti a tempo indeterminato. E’ chiaro che il reddito di questi lavoratori per forza è basso.
L’altro dato, che aumenta la nostra preoccupazione, è l’aumento di quasi il 40 per cento del monte ore di cassa integrazione nelle nostre aziende: siamo passati dalle 561.000 ore del periodo gennaio-febbraio 2023 alle 843.000 ore del periodo gennaio-febbraio 2024. Sono le aziende metalmeccaniche e tessili quelle che stanno soffrendo di più in questo momento. L’edilizia sta ancora tenendo, ma ci aspettiamo entro la fine dell’anno segnali molto preoccupanti per questo settore”.
Come valuti le prospettive economiche dell’anno in corso.
“Il 2024 sarà un anno molto difficile per la nostra economia. Naturalmente per il riminese noi confidiamo in una ottima stagione turistica, come molti segnali (nonostante le difficoltà economiche delle famiglie italiane) lasciano presagire.
Ma il livello di povertà a Rimini, come rivelano i dati dell’Osservatorio della Caritas, sono cresciuti e stanno diventando preoccupanti. Il Governo sa solo tagliare e sta scaricando sui Comuni costi e tensioni che non possono essere solo loro. La CGIL riminese ha 44.000 iscritti ed il 40% di questi sono aderenti allo SPI, il sindacato pensionati. Noi stiamo ricevendo da questi nostri iscritti un allarme sociale crescente sulle difficoltà degli anziani. La CGIL non può rimanere indifferente a questa situazione: attiveremo tutte le iniziative possibili perché il Governo promuova politiche sociali in grado di attenuare questa situazione”.
Torniamo un attimo sul turismo. Come valuti la situazione che si è venuta a creare sulle spiagge?
“Non abbiamo, come sindacato, strumenti diretti per interagire sulla applicazione della legge europea Bolkestein, ma nella sua applicazione riteniamo che debbano trovare spazio nei bandi criteri sociali, ambientali e connessi alla legalità. I bandi sono un’opportunità per fare un salto in avanti su questi temi. E pensiamo che i controlli siano un atto dovuto da parte degli organi dello Stato (Capitaneria e Guardia di finanza). Come si possa uscire dalla situazione di impasse creatasi non ti so dire, ma è chiaro che il Governo e i partiti di centro-destra portano pesanti responsabilità su questo stato di fatto. Il buon senso ora mi dice che intanto però deve essere trovata una soluzione provvisoria per la stagione estiva in arrivo.
Invece siamo direttamente interessati e coinvolti sulla discussione in merito all’ordinanza regionale sui bagnini di salvataggio in spiaggia. Siamo contrari a ciò che essa dice: apertura del servizio anche all’ora di pranzo, ma con torrette alternate. L’Assessore regionale al turismo Corsini ha già detto che non è disponibile a modificare questa ordinanza, ma noi siamo fermamente decisi ad aprire trattative in ogni Comune perché o si ritorni alla situazione precedente (bandiera rossa all’ora di pranzo) o torrette tutte presidiate.
E poi diciamo per l’ennesima volta basta alle lamentele strumentali sulla mancanza di personale in tutte le attività turistiche. Noi chiediamo da tempo ai diversi datori di sederci attorno ad un tavolo per discutere di stipendi, orari, formazione, giornata di riposo. Concretamente. Basta con l’inventarsi ogni volta scuse non credibili. Noi siamo interessati ad avere un personale turistico formato, capace, di qualità. Ma per avere questo devono cambiare le condizioni generali di lavoro. Noi siamo qua: aspettiamo che qualcuno delle categorie turistiche decida di accogliere il nostro invito e ragionare davvero su come fare”.
Un sindacato di sola lotta e opposizione al Governo di destra della Meloni?
“No, ma le nostre mobilitazioni devono servire per ottenere risultati concreti per i lavoratori italiani. E’ stato inoltre anche deciso che dobbiamo avanzare proposte concrete al Governo attraverso la raccolta di firme e la richiesta di 4 referendum: il primo per la cancellazione del jobs act di Renzi e il ripristino dell’art. 18; il secondo sulla parificazione di tutte le aziende al di là del numero dei dipendenti (oggi si applicano norme diverse se una azienda ha più o meno di 15 dipendenti); il terzo per chiedere la limitazione dei contratti precari, limitando le occasioni di utilizzo; il quarto per chiedere la modifica degli appalti per quanto riguarda i subappalti, aggiungendo la responsabilità diretta del committente in caso d’infortuni sul lavoro nel cantiere, e la esclusione dei subappalti in caso di rischio di infiltrazioni criminali.
In provincia di Rimini in questi anni il lavoro del tavolo congiunto delle organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro, presieduto da Alice Parma, ha prodotto risultati interessanti per quanto riguarda diversi aspetti dell’organizzazione del lavoro in vari settori: i risultati raggiunti li abbiamo chiamati le “buone pratiche”. La firma dei protocolli territoriali non li abbiamo lasciati solo sulla carta, ma gli abbiamo dato vita, e in alcuni casi abbiamo provato anche a realizzarli”.
Sei donna e nel sindacato la battaglia per la parità dei generi in questi anni è stata importante.
“Non c’è dubbio e sono orgogliosa di avervi partecipato. La parità di genere per la CGIL è fondamentale, è un nodo centrale della nostra azione. Se penso che a Rimini, ma direi a livello nazionale, la differenza degli stipendi fra donne e uomini varia fra il 26 e il 30 per cento in meno per le donne, mi arrabbio. Soprattutto quando competenze e capacità sono pari. E così è anche, per caduta, sulle pensioni. Ho detto in alcune occasioni che vorrei una Opzione Uomo, così come esiste l’Opzione Donna. Perché la componente femminile deve rimetterci un sacco di soldi per andare in pensione, magari per aiutare i figli, i genitori anziani? Non è giusto. Non è un problema di conciliare le situazioni. Io chiedo agli uomini di condividere le scelte. Per questo anche nelle aziende a prevalenza maschile la CGIL ha voluto inserire nei contratti aziendali i permessi per i maschi in caso di malattie dei figli, la possibilità di aspettativa per la nascita dei figli e altre situazioni che normalmente sono demandate alle donne. Stiamo investendo in cultura per il raggiungimento della parità fra i generi. Un lavoro lungo, ma assolutamente necessario”.
Paolo Zaghini