Biennale del disegno: grotte, cascate e forre. Il Grand Tour della natura in mostra a Rimini
2 Aprile 2024 / Redazione
Nella quarta edizione della Biennale del Disegno (Rimini, dal 4 maggio al 28 luglio), emergono testimonianze mai esposte, o poco conosciute al pubblico, di straordinari disegni a soggetto naturalistico-ambientale.
Raffigurano grotte, cascate o scorci impervi di valli, che anticipano, sin dagli ultimi decenni del Settecento, quelli che verranno chiamati i teatri “romantici” della natura.
Parallelamente ai percorsi d’obbligo del Grand Tour, che prevedevano soggiorni nelle più importanti e storiche città, si sviluppa l’interesse per la singolare varietà di paesaggi e di natura offerti dalla penisola italiana.
La mostra “Grotte, cascate e forre. Il Grand Tour della natura; dalla Calcografia Nazionale e dal fondo Piancastelli” viene allestita nelle Sale Antiche della Biblioteca Gambalunga, a cura di Massimo Pulini e Franco Pozzi.
Come recita il sottotitolo, la mostra attinge da due grandi nuclei pubblici: uno romano e uno forlivese.
Nella vasta raccolta conservata nella Calcografia Nazionale di Roma è presente un fondo di bellissimi disegni a grande formato, di fine Settecento e ancora anonimo. Sono fogli che raffigurano antri rocciosi, anfratti di boschi e scorci naturali dal forte impatto visivo, carte eseguite perlopiù a inchiostro bruno e molte di queste sembrano realizzate per una destinazione teatrale.
Per raggiungere le città italiane, piene di storia e bellezza, si dovevano affrontare tragitti che immergevano i viaggiatori entro una natura gravida di spunti ispiratori, di emozioni trascendenti e scenari adeguati ai romanzi così come a suggestive scenografie teatrali.
La Biblioteca Piancastelli di Forlì conserva uno straordinario taccuino di Felice Giani, che con il suo energico e sprezzante segno descrive e interpreta un breve ma accidentato percorso tra Faenza e Marradi, compiuto nel 1794 con alcuni allievi ed amici. I disegni documentano i percorsi impervi di artisti che sul finire del Settecento e agli inizi dell’Ottocento andavano a cercare le forze naturali con le quali confrontarsi, anticipando di almeno una generazione lo spirito romantico.