HomeAmbienteRimini, Associazioni ambientaliste: “Più spiagge libere e naturali nel Piano dell’Arenile”

“Il “Varco a mare del Marano” deve essere destinata dal PUG dei due Comuni ad Area di riequilibrio ecologico (ARE), prevedendovi marcati interventi di rinaturalizzazione”


Rimini, Associazioni ambientaliste: “Più spiagge libere e naturali nel Piano dell’Arenile”


8 Aprile 2024 / Redazione

Le Associazioni del Coordinamento animalista ed ambientalista di Rimini hanno presentato formalmente al Comune la scorsa settimana le loro proposte e richieste in osservazione alla proposta di Piano dell’Arenile.

Fondamentale per le associazioni ambientaliste – scrive il Coordinamento ambientalista e animalista – è la previsione contenuta nel Piano di alcuni arretramenti dell’edificato ora presente (con riduzioni, trasferimenti, ecc.) e la realizzazione al loro posto di una fascia verde parallela alla costa. Questa previsione  costituirebbe un potente baluardo naturale a fronte del rischio di allagamento costiero, ben prevedibile per i cambiamenti climatici in atto, ma sarebbe determinante anche per affermare una immagine meno “artificiale” del settore balneare, recuperando elementi fondamentali del paesaggio costiero originario, cosa estremamente vantaggiosa per la qualità della vita della popolazione locale, ma anche straordinaria risorsa per la nostra offerta turistica. Va perciò attuata con decisione e dovrà essere ripresa e confermata poi nel PUG /Piano Urbanistico Generale, coinvolgendo anche parti di territorio comunale situate a monte dalla spiaggia che sono comunque componenti cruciali del dialogo fra ambiente naturale mare (esposto ai rischi di  mareggiate e di dinamiche di innalzamento) e ambiente naturale terra (esposto ai rischi di alluvioni interne).

Questo obiettivo di rinaturalizzazione almeno parziale della nostra costa, – prosegue la nota del Coordinamento – vale in maniera emblematica per l’area relativa al “Varco a mare del fiume Marano” (previsto già dal Piano Territoriale Paesaggistico Regionale). E anche l’art.10 del Protocollo Europeo sulla Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC), già approvato dal Consiglio dei Ministri, sottolinea la necessità e l’urgenza di preservare questi particolari ecosistemi costieri.

Le scriventi Associazioni propongono perciò per tutta l’area le stesse azioni già comunicate al Comune di Riccione quale contributo al Piano Urbanistico Generale di tale Comune.

Tutta l’area del “Varco a mare del Marano” deve essere destinata dal PUG dei due Comuni ad Area di riequilibrio ecologico (ARE), prevedendovi marcati interventi di rinaturalizzazione, il mantenimento e la riqualificazione delle attività antropiche esistenti e la tassativa esclusione per il futuro di eventi anche temporanei ma di forte impatto ambientale come gli spettacoli del Beach Arena      

Nelle analisi del Piano dell’arenile – continua la nota – emerge invece la “totale assenza di spiagge con carattere di naturalità”. La prima area in ambito provinciale sulla quale in modo indiscutibile occorre ricostruire e mantenere un ambito naturale è allora proprio il varco a mare del Marano. Tale varco rappresenta il perno della rete ecologica provinciale, sia per la quantità di aree libere in essa comprese, sia per la ricca biodiversità vegetale/animale ancora presente (emblematica la meravigliosa tenacia con cui il “fratino”, specie protetta e da tutelare, si sforza ogni anno di nidificare), ma soprattutto per la presenza di due elementi fondamentali: la rilevante connessione con l’entroterra e la notevole porzione di litorale marino interessato. Queste caratteristiche rendono l’area in questione una interessante fattispecie di ecotono, cioè una preziosa residua area di collegamento fra ambiente naturale mare e ambiente naturale terra, con una potenziale e straordinaria ricchezza di diversità biologica … 

La gestione integrata di tali aree che coinvolga Enti pubblici territoriali, imprenditori, associazioni e privati è l’unica via per ottenere risultati concreti non solo in termini di qualità ambientale, ma anche di crescita culturale, di salute pubblica e, in definitiva, di qualità della vita diffusa per tutta la collettività.

Il Piano dell’arenile perciò dovrà prescrivere nell’ambito di questo “varco” la dedica naturalistica per l’ambito di sua competenza: dal Talassoterapico al Rio dell’Asse. E Il PUG comunale in corso di elaborazione dovrà poi integrare tale dedica nel più ampio assetto urbano, concertando le scelte con il comune di Riccione.

Spiagge libere.  Il Codice della Navigazione riconosce (Art. 1161 e segg.) che le spiagge costituiscono patrimonio inalienabile di ciascun italiano, impegnando le istituzioni a non comprimerne in maniera significativa l’uso da parte dei cittadini. A fronte di una percentuale irrisoria (7/8%) di spiagge libere finora a disposizione di cittadini e turisti la proposta di Piano dell’Arenile ne prevede un aumento del tutto insufficiente (dell’ordine del 10% appena). Questa previsione è improponibile e va decisamente riequilibrata, nella prospettiva di raggiungere un rapporto appena dignitoso di almeno il 20% di spiaggia libera.

Spiagge naturali. E fra le spiagge libere occorre ripristinare almeno in parte aree naturalistiche (in primis l’ARE del Marano), spiagge naturali, intese come luogo attrezzato con docce e servizi igienici essenziali per l’uso della spiaggia, con accesso diretto alla battigia, ma dove vengano conservate le dune e la vegetazione e dove la pulizia si limiti alla rimozione dei rifiuti senza il ricorso a mezzi meccanici pesanti. E ciò anche nell’ottica di diversificare l’uso della costa ed arricchire un’offerta turistica altrimenti sempre uguale per circa 16 km di una spiaggia ad uso e destinazione praticamente monofunzionali.

Altre proposte inserite nelle Osservazioni delle associazioni ambientaliste

Una Comunità energetica per la costa – dice ancora la nota del Coordinamento animalista e ambientalista – che coinvolga strutture e servizi di spiaggia ma anche gli Hotel retrostanti, capace perciò di mettere a sistema le grandi opportunità presenti sul posto, ottimizzando altresì i tempi di utilizzo della risorsa energetica (giorno/notte, estate/inverno), in modo da poter offrire alla città un primo consistente contributo per i suoi bisogni energetici e per la mitigazione dell’effetto serra.

Piscine e giochi d’acqua, previsti per gli accorpamenti di almeno 300 mt di arenile: si solo con acqua di mare. A fronte dei cambiamenti climatici in atto che sempre più ci prospettano per il futuro situazioni di prolungata siccità e grave carenza d’acqua, sarebbe del tutto insensato ed irresponsabile prevedere il ricorso a piscine e giochi d’acqua alimentati con l’acqua dell’acquedotto.

Riuso dell’acqua docce. Previsione molto positiva Ma la richiesta delle associazioni scriventi è che tale pratica di riuso sia introdotta diffusamente per tutti gli stabilimenti previsti nel nuovo sistema balneare, e non a titolo più o meno simbolico in alcune strutture. Ed Occorre dare poi per tutte le attività – conclude la nota del Coordinamento – la previsione della captazione dell’acqua piovana dalle coperture e del suo immagazzinaggio e utilizzo ai fini del risparmio idrico”.

 

Le associazioni animaliste e ambientaliste del  riminese: ANPAN, AsOER, dnA, ENPA, FIAB “Camminando e Pedalando”, Fondazione Cetacea, Italia Nostra, Legambiente Valmarecchia, L’Umana Dimora, Terra Blu, Rimini Smoke Box, WWF.