HomeLA LETTERAStefano Benaglia: “I cittadini hanno iniziato a riunirsi. Il potere dei Comitati”

“Non è accettabile dire mi hanno votato e ora governo come mi pare e piace”


Stefano Benaglia: “I cittadini hanno iniziato a riunirsi. Il potere dei Comitati”


19 Aprile 2024 / Stefano Benaglia

Caro Diario, ti ho mai parlato della “casa di vetro”? cioè della politica senza intermediari, dove esiste un rapporto stretto e diretto tra i cittadini e le istituzioni e che in realtà è una trappola ben organizzata, con cui il potere divide i cittadini in singoli elementi impedendogli di fare massa critica. Con la scusa di avvicinare le istituzioni ai privati cittadini è stato possibile eliminare i corpi intermedi, le assemblee, la militanza. Tutti possono contattare in ogni momento il politico locale che prontamente si fa carico del problema, quasi mai in maniera efficace ma risultando simpatico e vicino ai cittadini. Il problema nasce quando il politico riceve richieste che sono in contraddizione tra di loro. È in quel momento che appare chiara la totale assenza di una politica lungimirante, fatta solo di risposte a brevissimo respiro e che poi con il tempo si rivelano inutili o dannose. La questione lungomare e ZTL è stata per molti anni un esempio di isteria istituzionale, con una gestione contraddittoria del consenso, dove si cercava di accontentare tutte le richieste che erano spesso le une opposte alle altre, con il risultato di 4 ordinanze in due anni.

Il vero vantaggio della frammentazione della partecipazione si palesa nel caso di critica o di una contestazione. La minaccia, l’intimidazione e non ultima la vendetta sono ormai strumento quotidiano di governo del territorio, con l’aggettivo “rompicoxxxoni” che identifica un cittadino che ha la pretesa di lamentarsi o di non essere completamente allineato al pensiero istituzionale. Quasi sempre, un cittadino che si trova solo e spaventato si arrende in fretta al sopruso, poiché volutamente isolato dalla distruzione di tutte le strutture partecipative e democratiche.

 

Che sia chiaro: la partecipazione alla vita politica è faticosa, richiede impegno e passione. Non bastano due like sui social o la firma di una petizione virtuale per fare correttamente il proprio mestiere di cittadini. La colpa, se vogliamo attribuirne, è da dividere equamente tra chi ha sottratto la partecipazione ai cittadini depotenziando scientemente tutte le strutture rappresentative e chi surroga il proprio impegno al migliorare il mondo in cui vive ad una piattaforma social. Questo va detto chiaramente. Il prezzo di una democrazia sana è avere un costante controllo da parte dei cittadini.

I partiti non sono da meno, anche quelli che hanno fatto della militanza un vanto mondiale.

Il Partito Democratico sta applicando da molti anni una manovra utile ad eliminare il dibattito interno in nome di una fluida modernità. Gran parte dei circoli sono vuoti o si riuniscono a casa di qualcuno tanto sono poche le adesioni. Invece di interrogarsi su una possibile uscita da questa situazione, si sta valutando di accorpare i circoli per aree territoriali. Così ad esempio il circolo Viserbella-Torre Pedrera si fonderà con quello di Viserba per dare vita al circolo Rimini Nord, più facilmente controllabile dai soliti sceriffi.  

Butta male eh? Caro Diario. Ma sappi che non tutto è perduto.

Da qualche mese all’orizzonte si è intravisto qualcosa di nuovo. Una modalità così vecchia che la modernità di questi partiti non aveva previsto, certi che fosse obsoleta.

È successo che i cittadini hanno iniziato a riunirsi attorno ad un tavolo e a mettere in rete le loro problematiche, con un risultato decisamente potente. Hanno scoperto che i punti di contatto tra le varie problematiche locali sono tantissimi e che ognuno può contaminare con esperienze e idee gli altri. Il potere che tutto vede e tutto sa non è stato capace di arginare l’onda umana che chiede fondamentalmente una cosa semplice: confronto. Perché il nodo è tutto qui. Non è accettabile dire mi hanno votato e ora governo come mi pare e piace. La cosa più eclatante è che all’interno di questi movimenti, comitati, associazioni l’elettorato di centro sinistra è una componente fondamentale e rumorosa, e la cosa dovrebbe far riflettere.

Potranno criticarci, essere in disaccordo con noi, ma non potranno mai più ignorarci.

 

Firmato: Il rompicoxxxoni Stefano Benaglia