Home___aperturaVelieri, abbordaggi e nobili collezionisti: a Rimini il tesoro della Westmorland

Per la Biennale del Disegno esposti acquerelli mai più ammirati e per la Sagra Malatestiana eseguiti spartiti mai più suonati che fecero parte di un favoloso bottino del 1779


Velieri, abbordaggi e nobili collezionisti: a Rimini il tesoro della Westmorland


27 Aprile 2024 / Stefano Cicchetti

Velieri e tesori, abbordaggi e nobili collezionisti, ma anche barili di acciughe forme di parmigiano. Nella Biennale del Disegno di Rimini si rievoca anche uno straordinario fatto di cronaca civile e militare svoltosi nel 1778, quando la fregata inglese Westmorland salpata da Livorno e carica di opere d’arte, acquistate da baronetti inglesi nel corso del loro Grand Tour in Italia, venne catturata dai Francesi.

Dopo vari passaggi di mano, il carico fu venduto al re di Spagna che lo destinò alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid. mentre trentadue grandi forme (o ruote) di Parmigiano, furono acquistate dalla Compañía de Longistas de Madrid.

Parte di quei tesori saranno espsti dal 4 maggio al 28 luglio 2024, nell’ambito della 4^ Biennale Disegno Rimini, il Museo della Città – Manica Lunga nella mostra “Il tesoro della Westmorland. I disegni predati del Grand Tour”, a cura di José Marìa Luzòn e Massimo Pulini.

Da quell’ingente patrimonio, fatto di intere biblioteche, di casse piene di spartiti musicali mai più suonati, di dipinti e incisioni mai più ammirati, la Biennale Disegno ha potuto estrarre una serie di acquerelli di William Hamilton (Chelsea 1751 – Londra 1801) ma soprattutto di John Robert Cozens (Londra 1752-1797), che ritraggono laghi vulcanici della campagna romana, vedute del Vesuvio e dei Campi Flegrei, assieme ad altre testimonianze di quella eccezionale vicenda storica di una nave che invece di svolgere un viaggio geografico ne ha effettuato uno nel tempo.

Oltre ai disegni il fondo presenta spartiti e manoscritti di Christian Joseph Lidarti e di Franz Joseph Haydn, che mercoledì 19 giugno saranno proposti nel corso di una serata incorniciata dalla drammaturgia di Massimo Pulini con la partecipazione di Silvio Castiglioni e le musiche dal vivo degli ensemble Westmorland e Rimini Classica, nell’ambito della Sagra Musicale Malatestiana.

La Westmorland o Westmoreland era una fregata corsara britannica da 26 cannoni, che operava nel Mediterraneo contro le navi francesi come rappresaglia per l’appoggio della Francia agli americani in lottaper l’indipendenza dalla crona britannica. Alla fine del 1778, la Westmorland salpò da Livorno diretta alla madrepatria al comando del capitano Michael Wallace trasportando un ingente somma di denaro dopo aver venduto una partita di baccalà caricata a Terranova; il porto franco di Livorno era uno dei principali per il commercio di questa merce.

Il porto di Livorno nel Settecento

Aveva poi caricato un grossa partita di Parmigiano, allora apprezzatissimo nelle cambuse di tutte le marine per l’alto potere nutritivo e la capacità di conservarsi a lungo anche in mare aperto. Inoltre, botti di olio d’oliva e di acciughe sotto sale, medicinali, ottantaquattro rotoli di carta di Genova, cinque casse della celebre seta nera di Bologna. Ma soprattutto  e 57 casse di oggetti artistici acquistati in Italia da Grand Tourists come il Duca di Gloucester, Sir John Henderson e il Duca di Norfolk.

Pompeo Batoni: ritratto di Francis Basset, primo barone di Dunstanville

Il 7 gennaio 1779, al largo della costa orientale della Spagna, la fregata fu avvistata e inseguita da quattro navi francesi, comprendenti due navi da guerra, la Caton (64 cannoni) e la Destin (74 cannoni), e due navi più piccole. Wallace tentò di superarli ma, sdtato di armamento molto inferiore, capì di non avere altra scelta se non quella di consentire ai francesi di salire a bordo della sua nave. La Spagna (allora amica della Francia anche se non ancora – almeno in termini formali – in guerra con la Gran Bretagna) permise ai Francesi di attraccare a Málaga.

Qui i suoi tesori artistici furono trasmessi dal governo francese a due società commerciali legate all’Irlanda, nonostante le proteste di Wallace secondo cui la nave era piena di “beni estremamente preziosi” (i francesi avevano già sequestrato il suo carico in contanti), e il re spagnolo venne informato dal suo primo ministro, il conte di Floridablanca, dell’arrivo delle opere d’arte. Dopo la formale dichiarazione di guerra della Spagna, il re Carlo III acquistò segretamente l’arte da un sindacato di mercanti madrileni per 360.000 reales d’argento (uno sconto sul prezzo originale richiesto di 600.000 dobloni d’oro, ma comunque una somma considerevole) e la fece portare con un carro alla capitale. I ritratti di Basset e Lord Lewisham, nel frattempo, erano stati acquistati dal Primo Ministro spagnolo.

John Robert Cozens: “Veduta del lago di Albano”, Madrid, Real Academia di San Fernando

Sebbene il console britannico a Cadice avesse inizialmente informato l’ Ammiragliato britannico che la Westmorland e il suo carico erano stati sequestrati come prede legittime, seguirono richieste da parte dell’ambasciatore britannico, fermamente sostenuto a livello di gabinetto, per il rimpatrio delle opere d’arte e (in uno scambio di prigionieri per i prigionieri francesi e spagnoli presi dalla Royal Navy ) l’equipaggio del Westmorland. Tuttavia  questi ambiti tesori artistici sono rimasti di proprietà del Museo del Prado, della Real Academia e di altre collezioni nazionali spagnole. Salvo  eccezioni: un pacco di reliquie cattoliche destinate al duca di Norfolk (che gli spagnoli restituirono non aperto al Vaticano) e un “Perseo e Andromeda” di Mengs di Sir Watkin Williams Wynn, che finì nella collezione di Caterina la Grande al Museo dell’Ermitage.

“Perseo e Andromeda” di Mengs

Nel 1784 le 100.000 sterline per le quali l’arte era stata assicurata a Livorno furono pagate a Londra. La Westmorland, da parte sua, fu ribattezzata, rimessa in servizio nella flotta spagnola, ma alla fine riconquistata dagli inglesi nei Caraibi.

Stefano Cicchetti

(nell’immagine in apertura: la battaglia della Martinica del 18 dicembre 1779 vinta dai francesi del conte de la Motte-Picquet sull’ammiraglio inglese Hyde Parker. Olio su tela di Auguste-Louis de Rossel de Cercy)