Sui balneari, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, credo che “si riesca a trovare un accordo e far riconoscere la specificità del caso italiano. E’ una situazione complessa, con investimenti fatti che vanno riconosciuti. Credo che sia un’ulteriore puntata per giungere al compromesso necessario”. Lo ha detto Valentino Valentini, vice ministro delle Imprese e del Made in Italy, a Sky Tg24 economia, come riferisce l’agenzia DIRE. Ed è l’unica voce del governo che si fa sentire oggi dopo che il principale tribunale amminstrativo italiano ha detto chiaro e tondo, e non per la prima avolta, che le concessioni balneari non possono più essere prorogate, le gare vanno fatte subito e la risorsa-spiagge è scarsa nonostante quanto abbia cercato di certificare l’esecutivo con la sua “mappatura” che ha compreso scogliere e lidi lacustri.
La prende male il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, in collegamento con Radio Cusano Campus. “Le istituzioni dovrebbero collaborare per trovare una soluzione alla questione dei balneari, invece il Consiglio di Stato nega il lavoro realizzato dal governo e così indebolisce la posizione dell’Italia nel confronto con l’Europa” dice il leghista che da ministro era stato uno dei principali fautori delle proroghe. E Centinaio insiste: “È stata fatta una mappatura per dimostrare che le nostre coste non sono una risorsa scarsa e quindi la direttiva Bolkestein non va applicata alle concessioni balneari. I giudici di Palazzo Spada invece la ignorano e dicono il contrario, non si sa sulla base di quali numeri”,
Prosegue il responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega: “Inoltre, il Consiglio di Stato scrive due sentenze contraddittorie: da una parte, dice che dobbiamo fare subito le gare e, dall’altra, rinvia all’Europa la possibilità di ristori ai concessionari uscenti. La Commissione europea finora ha evitato di esprimersi ufficialmente su questo, ma informalmente ha già fatto sapere di voler negare gli indennizzi”, spegnendo così anche l’ottimismo del viceministro Valentini. “Così secondo questi magistrati dovremmo indire gare con criteri incerti e per di più senza nemmeno poter dare le minime garanzie alle imprese che hanno investito tanto in questi anni, per offrire ai bagnanti strutture all’altezza e per tenere pulite le spiagge. La proroga che abbiamo deciso, invece, serve proprio a fare chiarezza su questi punti. A chi parla di ‘lobby dei balneari’ voglio ricordare che stiamo parlando nella stragrande maggioranza dei casi di famiglie di piccoli imprenditori e dei loro dipendenti, in totale circa 300mila persone che chiedono solo di poter lavorare. La vera lobby è quella delle multinazionali che vorrebbero entrare al loro posto”, conclude Centinaio.
Dal parlamento europeo si fa vivo fa vivo il presidente della Commissione Affari Costituzional, Salvatore De Meo di Forza Italia:”La sentenza del Consiglio di Stato, che blocca le proroghe e avvia le gare per l’acquisizione delle spiagge italiane commette l’errore di non considerare i risultati della mappatura fatta dal Governo che, sebbene ancora in discussione a Bruxelles, ha comunque accertato che le nostre coste non sono una risorsa scarsa. Così facendo, la sentenza omette un elemento importante e, incomprensibilmente, emette una decisione in contrasto con un dato evidente”. “Sinceramente, in un momento in cui ci sono ben altre emergenze e priorità in Italia e nel mondo, considerata anche l’interlocuzione in essere tra il nostro Governo e la Commissione europea nella definizione della procedura di infrazione, non comprendo le motivazioni di questa decisione. Di fronte a ciò – conclude De Meo – credo che il Governo e il Parlamento debbano intervenire tempestivamente per mettere fine a una querelle che, proprio nel giorno della festa dei lavoratori, sta mettendo in discussione migliaia di posti di lavoro”.
Con queste esternazioni nessuno dei tre pare in grado di rassicurare la categria. E tatno meno il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad che oggi dice: “Non è che il tempo stia per scadere: è già scaduto. Francamente è difficile trovare gli aggettivi per quello che NON sta facendo il governo sul tema delle spiagge, lasciando soli al loro destino Comuni e Regioni. E’ capitato raramente nella storia della nostra Repubblica di vedere uno scaricabarile istituzionale così palese, così esibito. E tutto questo, non è un’ipotesi ma una quasi certezza, per ‘svalicare’ le elezioni Europee, mettendo quindi avanti un interesse di partito o di coalizione a quello del Paese”.
“La confusione che già regna sovrana, tra gli Enti locali e tra gli imprenditori turistici, è destinata inevitabilmente ad aumentare nei prossimi mesi, alimentando il rischio di un danno internazionale d’immagine per l’intera filiera turistica nazionale. Altro che ‘Open to Meraviglia’, qui si gioca a ‘Open to Baratro’, nell’indifferenza sublimata nel silenzio di chi, per calcolo, preferisce ‘stare nel capanno’ come si dice dalle nostre parti.
Mi rivolgo ai parlamentari di maggioranza eletti a Rimini e in Romagna: mettete da parte i calcoli di strategia elettorale e pensate al bene delle nostre imprese e del nostro sistema turistico. Il tempo per i tatticismi è finito”, sentenzia il sindaco.
Gli fa eco l’assessora al demanio Roberta Frisoni: “L’immobilismo del Governo sulla partita dei balneari, il non esprimersi, è di per sé una scelta. Il governo ha scelto di lasciare gli enti locali a doversi muovere in autonomia senza un quadro normativo certo da usare come bussola, senza avere una cornice all’interno della quale muoversi, aprendo inevitabilmente la possibilità a ricorsi e contenziosi. Il governo ha scelto coscientemente di generare aspettative tra gli imprenditori balneari, che ora sono comprensibilmente in confusione. La sentenza del Consiglio di Stato non ci sorprende, ribadisce di fatto quello che già espresso in passato con altre pronunce. E sulla base di queste direttive il Comune di Rimini si è mosso, in coerenza con quanto disposto e avvalendosi del contributo di specifiche consulenze tecniche, e dunque avviando il percorso per la procedura di gara per l’assegnazioni delle concessioni attraverso l’approvazione di un atto di indirizzo costruito al termine di un corposo lavoro durato mesi. Lo abbiamo fatto, così come hanno fatto altri Comuni italiani, nella completa solitudine, cercando il più possibile di essere coerenti con le norme comunitarie e la giurisprudenza. Tentando cioè di fare quello che avrebbe dovuto fare il governo: dare un ordine a questo passaggio delicato che coinvolge tutti gli arenili italiani, a tutela di un settore strategico del nostro paese come il turismo, delle comunità che su questo settore poggiano buona parte della economia e delle loro prospettive di sviluppo, comunità fatte di imprese, di lavoratori che nella stagione turistica accolgono negli hotel, nei ristoranti, sulle spiagge milioni di turisti attratti dagli eccellenti servizi che siano in grado di offrire”.
“Un lavoro che va avanti in combinato disposto con il nuovo piano dell’arenile, che al netto degli aspetti eventualmente da migliorare sulla base delle osservazioni pervenute, rappresenta uno strumento che riteniamo possa consentirci di cogliere la procedura di riassegnazione delle concessioni come un momento in cui dare ulteriore innovazione e qualità alla nostra spiaggia senza snaturare quello che ci ha caratterizzato, ovvero la presenza diffusa di una molteplicità di concessioni affidate a diversi imprenditori, oggi spesso a gestione familiare”, sottolinea.
Da parte sua LegaCoop Romagna paventa “una gara per ogni spiaggia, con regole diverse per ogni Comune. È lo scenario da incubo che rischia di concretizzarsi se il Governo non si deciderà a mettere mano in modo urgente alla materia delle concessioni, con un atto politico che fornisca linee guida nazionali a tutto il settore”.
“La recente sentenza con cui il Consiglio di Stato ha confermato la scadenza delle concessioni balneari al 31 dicembre del 2023 – si spiega – ha messo fine a una narrazione tanto consolatoria quanto favolistica: il massimo grado della magistratura amministrativa ha sancito che la risorsa spiaggia è scarsa, le gare vanno fatte, le deroghe sono nulle. Il re, in sostanza, è nudo”.
Quindi Legacoop Romagna ha deciso di chiedere un incontro urgente a tutti i parlamentari eletti nel territorio,”affinché si attivino in tutte le sedi per dare un quadro normativo chiaro e in tempi rapidissimi”.
“Non è possibile scaricare sulle amministrazioni comunali l’onere di definire i bandi con le attuali norme e le attuali dotazioni. Il risultato sarebbero disparità inaccettabili da una località all’altra e carichi di lavoro insostenibili per gli enti locali. Il caos, in breve. L’obiettivo deve essere quello di tutelare uno sviluppo del turismo balneare che difenda il reddito di chi lavora sulla spiaggia e un modello fatto di imprese famigliari che garantiscono qualità e servizi di altissimo livello. Non è possibile avviare un’altra stagione turistica “sub iudice”, compromettendo le prospettive di sopravvivenza di un comparto fondamentale per la nostra offerta turistica. I danni stanno diventando ogni giorno più evidenti, a partire dalla capacità di investire e riqualificare le aziende”.
“La stagione turistica è ormai aperta. Chi verrà in spiaggia potrà trovare, ancora una volta, un’organizzazione aperta, dinamica e accogliente, fatta di servizi di grande qualità a prezzi equi, pulizia e sicurezza dell’arenile, resa possibile dalle nostre imprese balneari e dalle loro cooperative. La valorizzazione di questo sistema è un atto di responsabilità nazionale a cui non ci si può sottrarre”, è la conclusione.