Home___primopianoCinquant’anni fa l’Italia al voto nel referendum sul divorzio

Era stato promosso da D.C. e M.S.I. per abrogare la legge Fortuna-Baslini che sanciva il diritto allo scioglimento del matrimonio


Cinquant’anni fa l’Italia al voto nel referendum sul divorzio


12 Maggio 2024 / Giuliano Bonizzato

Ricorre oggi il 50° anniversario del voto referendario (12 maggio 1974) che respinse la richiesta avanzata dalla DC e dal M.S.I (contrari tutti gli altri partiti) di abrogazione della legge 1.12.1970 che sanciva il diritto degli Italiani allo scioglimento del proprio matrimonio.

Ne approfitto per effettuare una carrellata sul processo evolutivo, progressivo e inesorabile attraverso il quale è stato possibile pervenire (nonostante la strenua resistenza di una potente Chiesa Cattolica) a un divorzio tra i più aperti e e civili del pianeta.

Scena I. Si svolge all’interno di uno studio legale subito dopo l’entrata in vigore (1 dicembre 1970) della Legge Fortuna-Baslini.

Signora: -…E dunque mio marito visto che è arrivata questa maledetta legge, ha deciso di lasciarmi! Mi aiuti, Avvocato! Sono una casalinga! Non voglio divorziare! Si fa peccato!

Avvocato: – Signora, si calmi. Tanto per cominciare quella legge stabilisce che la cessazione degli effetti civili del matrimonio può essere pronunciata solo decorsi tre anni dalla comparizione davanti al Tribunale per la separazione per colpa (Ora sei mesi, se la separazione è consensuale, un anno se giudiziale. n.d.r.)

-Ma quale colpa? Io non sono colpevole di nulla!

– Vediamo un po’. Ecco qua. (apre il codice civile) L’articolo 151 stabilisce che la separazione può essere chiesta per causa di adulterio…

-Scherziamo? Neppure col pensiero! Vado in chiesa tutte le mattine, faccio la Santa Comunione!

-…Per volontario abbandono…

-Non mi allontano da casa neanche per andare dalla mia mamma!

-Per sevizie… minaccie… Ingiurie gravi…

-Mai! Mai! E’ lui, se mai, che ogni tanto mi mena… e me ne dice di tutti i colori! Io non ho aperto bocca neppure quando mi ha messo le corna con la lattaia… Ho fatto finta di non sapere, come mi ha suggerito il parroco dove ogni tanto mi vado a sfogare! Bisogna sempre salvarlo il matrimonio. E’ una cosa sacra!

-E allora, cara Signora, lei non ha nulla da temere. Se le cose stanno così, suo marito non potrà mai ottenere una separazione contro la sua volontà. E, di conseguenza, neppure il divorzio…

Scena II.

Una qualsiasi Piazza d’Italia qualche giorno prima della data (12-13 maggio 1974) fissata per il voto sul referendum.

E’ in corso un comizio, tenuto, sul palco sito al centro della suddetta Piazza, da un parlamentare del Partito Liberale.

-…Vi ho dunque dimostrato cari amici, che la legge Fortuna-Baslini, (un socialista e un liberale!) questa civilissima legge che la Chiesa vorrebbe eliminare dal nostro ordinamento, ebbe l’approvazione o l’astensione della stessa D.C. E ciò in base alla considerazione che il divorzio può essere richiesto da uno dei coniugi soltanto in presenza di fatti gravissimi commessi dall’altro, così come elencati nell’art. 151 del Codice Civile! Si tratta dunque di una legge che tutela soprattutto la morale delle Famiglie! Di una legge per cui la cessazione degli effetti civili del matrimonio non potrà mai essere richiesta nei confronti di un coniuge incolpevole e contro la sua volontà di buon cattolico! Vi invito pertanto a optare civilmente, consapevolmente e serenamente, anche se di fede democristiana, per il No all’abrogazione!

Scena III..

Si svolge nello stesso Studio Legale e con i medesimi personaggi di cui alla Scena I, qualche mese dopo la Riforma del Diritto di Famiglia (Legge 19.05.1975)

Signora: – …E dunque mio marito se ne è andato via dopo quindici anni di matrimonio! Se ne sta nella villa di una piena di soldi, che potrebbe essere sua figlia! Senza che io gli abbia fatto niente! E mi ha fatto notificare pure la citazione in giudizio per la separazione! Non ci posso credere! La colpa è tutta sua! Il mio matrimonio non si tocca! Come mi ha spiegato lei tre anni fa!

Avvocato: -Purtroppo non è più così signora. Con la nuova formulazione dell’art. 151 del codice civile per ottenere la separazione che deve precedere la richiesta di cessazione degli effetti civili del matrimonio, basta dimostrare che esistono fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza. E dunque anche nel caso che quei fatti intollerabili siano stati provocati dal comportamento del coniuge che chiede la separazione! Insomma suo marito, andando a convivere con quella ragazza, ha creato lui stesso i presupposti per ottenere dal Tribunale, prima la separazione e poi il divorzio! Senza incorrere nemmeno nel reato di concubinato… La Corte costituzionale lo ha abrogato un anno prima che uscisse la legge sul divorzio…. Lei comunque potrà ottenere, oltre al mantenimento, la sua condanna a corrisponderle un congruo assegno a carattere risarcitorio…Quanto guadagna suo marito?

Signora Teresa: Si è appena licenziato …(sviene).

Giuliano Bonizzato