Gnassi come Zucconi e il PD come Fratelli d’Italia nelle sviolinate ai balneari
18 Maggio 2024 / Roberto Biagini
“Arrivare alle gare con criteri certi e indennizzi ai concessionari uscenti”: e questa sarebbe l’alchimia partorita dal PD per risolvere la questione delle concessioni demaniali a scopo turistico ricreativo?
Come Coordinamento Nazionale Mare Libero avevamo già intuito in sede di conferenza stampa alla Camera dei Deputati della scorsa settimana che la posizione del PD espressa dall’ onorevole Marco Simiani (più accondiscendente alle ragioni delle imprese dei balneari) divergeva da quelle rappresentate, ad esempio, da Riccardo Magi di Più Europa e da Franco Mari AVS (più spostate alla difesa dei beni comuni e maggiormente in linea con i principi eurounitari). Ma arrivare, leggendo il comunicato stampa dell’onorevole Andrea Gnassi, a non trovare differenze di sorta tra quanto sostenuto da Fratelli d’Italia e da Forza Italia e la posizione del PD nazionale francamente lo trovo sorprendente.
Le leggi regionali che hanno provato a riconoscere al concessionario uscente indennizzi di sorta sono state tutte bocciate dalla Corte Costituzionale con la semplice, banale motivazione che “il subentro nel rapporto concessorio condizionato al pagamento di un indennizzo in favore del concessionario uscente influisce sulle possibilità di accesso al mercato di riferimento e sulla uniforme regolamentazione dello stesso, potendo costituire, per le imprese diverse dal concessionario uscente, un disincentivo alla partecipazione al concorso che porta all’affidamento” (Vedi: Consulta n. 157-2017 su Legge Regionale Toscana 31/2016 e n. 222-2022 su modifiche Legge Regionale Veneto 33/2002).
La Corte di Giustizia e il Consiglio di Stato si sono già espressi nello stesso modo più volte. Con la follia del riconoscimento di “indennizzi” ai concessionari uscenti, oltre a essere tale modalità in totale contraddizione con le condizioni contrattuali di rinuncia agli stessi firmate ed accettate dai concessionari al momento del rilascio delle (o nel subentro nelle) concessioni medesime, si verrebbe innanzitutto a creare una totale disparità di trattamento tra una zona di spiaggia che la pianificazione urbanistica continua a prevedere in modalità concessoria (dove al concessionario uscente potrebbe succedere un aspirante concessionario) e un’altra zona dove invece la P.A. ritiene di non utilizzarla più in concessione ma la destina alla sua funzione ordinaria e originaria, cioè al libero e gratuito uso dei cittadini.
In questo caso, visto che nessuno subentra al concessionario uscente, quest’ultimo rimarrebbe senza indennizzo, mentre, ad esempio, il suo collega confinante anche lui sconfitto in gara, prenderebbe l’indennizzo solo perché il Comune ha deciso, nella sua piena discrezionalità, di continuare ad utilizzare quella zona per uso stabilimento balneare. Cittadini di serie A e di serie B.
Attenzione perché proprio alla luce di questi meccanismi perversi potrebbe essere “condizionato”, se non eliminato del tutto, il libero uso dei poteri discrezionali della P.A. in sede di pianificazione per quanto concerne l’aumento del numero irrisorio di spiagge libere oggi presenti nei vari comuni. Deriva molto, ma molto pericolosa, visti anche i tanti “Don Abbondio” presenti nei vari consigli comunali che non brillano per coraggio (e per competenza in tale delicata materia).
Gnassi poi dovrebbe ben sapere, dal momento che il percorso l’ha iniziato proprio lui, che, correttamente, il Nuovo Piano dell’Arenile del Comune di Rimini prevede “la tabula rasa” senza previsioni di indennizzi di tutto quello attualmente presente sull’arenile e che i futuri competitor saranno obbligati a presentare nelle gare nuovi progetti conformi al nuovo strumento urbanistico con soluzioni del tutto innovative e che non hanno nulla a che vedere con quelle attualmente presenti. Un accenno agli ultimi provvedimenti del Consiglio di Stato tanto declamati dagli addetti ai lavori (?), politici e balneari. Non sono sentenze ma mere “ORDINANZE COLLEGIALI CAUTELARI” riguardanti provvedimenti di decadenza di concessioni demaniali per abusi edilizi. Situazioni particolari in contezioso da anni nel Comune di Amalfi dove del resto “risulta ancora non completata l’immissione nel possesso dell’area da parte del Comune” (nel senso che ancora per una parte dello stabilimento si suppone sia ancora non definita la situazione proprietaria).
Il Consiglio di Stato non è ancora entrato nel “merito della questione” ma soprattutto non sono assolutamente coinvolti (non essendo oggetto di contenzioso) i principi ormai scolpiti nella pietra dalle SENTENZE dell’ Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato e dalla Corte di Giustizia della Unione Europea di: a) “cessazione dell’efficacia delle concessioni” al 31.12.2023; b) “illegittimità” delle proroghe previste dalle leggi dello stato (e attuate con provvedimenti comunali); c) “disapplicazione” delle stesse da parte degli organi dello Stato.
Roberto Biagini (Coordinamento Nazionale Mare Libero)