Home___primopianoAddio a Giancarlo Rossi, anima di Rifondazione comunista a Rimini

Aveva 84 anni, era stato ferroviere e grande amante della cultura


Addio a Giancarlo Rossi, anima di Rifondazione comunista a Rimini


20 Maggio 2024 / Paolo Zaghini

Se ne è andato in silenzio domenica 12 maggio, all’età di 84 anni, Giancarlo Rossi. Niente manifesti funebri, niente cerimonia di saluto. Non ha voluto “disturbare” i tanti amici che aveva in Città. Ma la notizia sulla sua morte è pian piano filtrata, un passa parola, tra amici, compagni, dentro e fuori i palazzi delle istituzioni. Negli ultimi anni si era ritirato dall’impegno politico e si vedeva più poco in giro, contrariamente che in passato quando presidiava Piazza Cavour e scambiava con tutti due parole e spesso ti regalava un libro.

Nato nel febbraio 1940, alla fine degli anni ’50 fece il servizio militare nel genio ferrovieri per poi diventare ferroviere di professione.

Amò la cultura in tutti suoi aspetti, e per lui un libro era un tesoro prezioso. Alla fine degli anni ‘50 partecipò ai corsi privati di sociologia promossi da Adriano Olivetti con Paolo Volponi come insegnante (la prima facoltà universitaria di sociologia nacque a Trento nel 1962).

Per decenni militante del Partito Comunista Italiano nel Borgo San Giuliano dove viveva. Al 16° Congresso del PCI riminese (dal 7 all’11 marzo 1990) venne eletto nell’ultimo Comitato Federale prima del cambio del nome in PDS nel 1991. Partecipò fra il 1989 e il 1991 al duro scontro interno dei comunisti sulle proposte di Achille Occhetto. Fu, assieme a Nicola Pagliarani, l’animatore della Mozione Congressuale n. 3 (quella di Armando Cossutta), a Rimini assolutamente minoritaria: al Congresso ottenne solo l’1,86% dei voti eleggendo sei delegati (fra cui lui).

Dopo la chiusura del Congresso comunista a Rimini il 3 febbraio 1991 fu uno di coloro che andarono con Cossutta e Pagliarani dal notaio per dare vita a Rifondazione Comunista. Fin dall’inizio ne fu uno dei dirigenti locali. Contribuì a costruire le sezioni del Partito nella Vallata del Conca (a Montegridolfo, a San Clemente), che fu uno dei principali bacini elettorali del nuovo Partito.

Il 23 aprile 1995, alle prime elezioni per la nuova Provincia di Rimini, fu eletto Consigliere per Rifondazione Comunista, e venne riconfermato in quelle del 13 giugno 1999. Dopo le elezioni del 12 giugno 2004 Rifondazione entrò in maggioranza in Provincia e il Presidente Nando Fabbri lo chiamò in Giunta affidandogli le deleghe ai servizi sociali.

La presenza in maggioranza di Rifondazione però fu motivo di continue fibrillazioni a seguito di prese di posizioni in contrasto con quelle degli altri partiti della maggioranza, come il voto contrario dei due consiglieri Sandro Pizzagalli e Cristian Conti sul Piano provinciale dei rifiuti. Ma la rottura avvenne il 20 novembre 2006 quando nella zona sud di Rimini venne affisso un manifesto con le otto fotografie dei consiglieri provinciali di maggioranza eletti nella parte meridionale del Riminese, a firma Gruppo consiliare di Rifondazione Comunista, accusati di attentato alla salute dei cittadini.

Il Presidente Fabbri ringraziò per il lavoro svolto in Giunta da Giancarlo Rossi, ma nello stesso tempo annunciò al Segretario di Rifondazione Pierpaolo Gambuti che il suo partito era fuori dalla maggioranza e Rossi non fu più assessore.

Rossi, sino a pochi anni fa, rimase un militante di Rifondazione. Sulla pagina facebook di Rifondazione Comunista di Rimini il 12 maggio, alle ore 19,15, due righe per annunciarne la morte: “Ricordiamo il nostro straordinario compagno Giancarlo Rossi. Ti ringraziamo per il tuo impegno e la tua disponibilità. Che la terra ti sia lieve”. Niente foto. Mi verrebbe da dire per tutto quello che ha dato Rossi al suo Partito un po’ poco. Diversi suoi amici però ci hanno anticipato che organizzeranno prossimamente un incontro pubblico per ricordarlo e per ringraziarlo del suo operato.

Se ne è andato in silenzio un uomo per bene, che ha sempre creduto nella politica come servizio alla collettività e nella cultura come strumento di crescita, dei giovani in particolare.
Alla moglie Ornella giungano le condoglianze della redazione di Chiamamicitta.it.

Paolo Zaghini