Home___aperturaFrode fiscale nel trasporto degli scarti da cantiere: 4 arresti a Rimini

Banda criminale scoperta grazie ad un refuso nelle fatture: "lapideo" era diventato "lapidio"


Frode fiscale nel trasporto degli scarti da cantiere: 4 arresti a Rimini


22 Maggio 2024 / Redazione

Una vera e propria filiera societaria fraudolenta che ha realizzato un vorticoso giro di fatture false, dal 2018 al 2021 emesse per evadere le imposte per un tesoretto complessivo di oltre due milioni di euro di imposte non pagate. A sgominarla sono stati i Finanzieri del Comando Provinciale di Rimini coordinati dalla Procura romagnola con la collaborazione dei Comandi Provinciali di Venezia, Ferrara, Forlì, Roma, Chieti, L’Aquila, Caserta, Napoli e Messina, le stesse province in cui sono state eseguite un totale complessivo di 44 perquisizioni: in arresto sono finite quattro persone, tre uomini e una donna di origine campana ma residenti a Rimini: due uomini sono finiti in carcere l’altro uomo e la donna sono invece stati posti ai domiciliari e hanno tutti tra i 45 e i 60 anni. Le false fatture sono state “tracciate” grazie ad un refuso: era infatti scritto, nelle causali ‘trasporto materiale lapidio’ e non “lapideo”. Un errore spia ripetuto in tutte le fatture farlocche.

Un traffico anomalo di materiali inerti, ovvero ghiaia, mattoni e altri scarti di cantiere intercettato dai Finanzieri è stata invece la chiave di volta dell’inchiesta: sul piano concreto è stato accertato (allo stato sotto il profilo della gravità indiziaria) che una società con sede nella provincia di Rimini, amministrata di fatto da un soggetto gravato da precedenti penali e carichi pendenti per reati tributari, che opera nel settore del trasporto di merci su strada e commercio all’ingrosso di materiali da costruzione, negli anni d’imposta dal 2018 al 2021 ha annotato in dichiarazione elementi passivi fittizi derivanti dall’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, emesse da ditte individuali e società con sede legale nelle province di Ferrara, Rimini, Roma, Chieti, Caserta e Napoli, per un imponibile complessivo di circa 5 milioni di euro.

Inoltre, le indagini hanno permesso di accertare (allo stato sotto il profilo della gravità indiziaria) che il medesimo soggetto, al fine di eludere le misure di prevenzione patrimoniali a cui poteva fondatamente presumere di essere sottoposto e di sottrarsi fraudolentemente al pagamento delle imposte, ha intestato fittiziamente a terzi le quote ed i beni strumentali di 5 società con sede nella provincia di Rimini oltre che ad un immobile situato provincia di Rimini. Contestualmente è stato eseguito un Decreto di sequestro preventivo di cinque complessi aziendali per i reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e trasferimento fraudolento di valori, nonché, contestualmente, è stata eseguita una misura ablatoria per equivalente di beni sino all’importo di euro 2.183.474, pari al profitto delle ipotesi di reato di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. L’indagine è poi proseguita con l’approfondimento di documentazione acquisita presso numerosi soggetti economici.