HomeIntervistaCronaca di una promozione, la pallavolista Valeria Tallevi racconta l’ascesa in B1 del Riccione

Per la squadra parlano i numeri 30 gare giocate, 27 vittorie e solo 3 sconfitte. Ma come si vince sul serio un campionato?


Cronaca di una promozione, la pallavolista Valeria Tallevi racconta l’ascesa in B1 del Riccione


30 Maggio 2024 / Redazione

A favore della formazione di coach Michele Piraccini parlano i numeri 30 gare giocate, 27 vittorie e solo 3 sconfitte, e la doppia finale contro la giovane poco doma Pallavolo San Giorgio Piacentino è stata la ciliegina sulla torta di una stagione da incorniciare.

Veterana del gruppo dalla maglie color azzurro mare, Valeria Tallevi, fa un passo indietro e ricorda il percorso fatto in questi ultimi mesi: “E’ stato un campionato bellissimo, una serie di cose che sono andate bene con gruppo fantastico ed uno staff attento, una coincidenza di astri che ci ha portato ad ottenere il risultato che abbiamo ottenuto sul campo. Abbiamo tutti lavorato bene ed in sintonia e questo ha aiutato nei risultati”.

A quasi trentacinque anni serie riuscita a prenderti un’altra bella soddisfazione.

“Sono contenta . Non mi aspettavo una promozione, quando ho accettato Riccione siamo migliorate di gara in gara ottenendo un bel risultato. E’ stata una bella soddisfazione da parte mia e di tutto il gruppo”.

Partita da Fano, la carriera di Valeria Tallevi si è sempre divisa tra Marche e Romagna, Apav Lucrezia, Loreto in B1, il ritorno all’Apav Lucrezia, tre stagoni alla Snoopy Pesaro con promozione in B1 e quattro stagioni a San Giovanni in Marignano dove raggiunge la A2 e due promozioni con una finale di Coppa Italia persa. Jesi, Castelbellino (Coppa Italia di B2), altre due stagioni all’Apav Lucrezia, Cattolica e due stagioni a Riccione.

“Ho sempre giocato tra Romagna e Marche perché l’attività sportiva era all’università di Ancona, dove ho studiato medicina, ed avevo l’obbligo di frequenza al mattino. La stagione in serie A2 a San Giovanni in Marignano stavo preparando la tesi di laurea ed avevo più tempo per allenarmi”.

Un tuo ricordo della stagione in A2?

“E’ stato un anno fantastico. All’inizio ho sofferto per il cambio di ritmo di gioco, con il passare del tempo sono riuscita ad integrarmi. Dopo l’infortunio a Marta Agostinetto,  coach Riccardo Marchesi mi ha dato fiducia e sono riuscita a giocare con maggiore continuità. Quella stagione mi ha fatto crescere parecchio, affrontando squadre di alto livello, sono migliorata mentalmente e per me è stato l’anno della svolta sportiva. Ricordo ancora la tensione a Soverato quando siamo riuscite a centrare i playoff contro Trento per il rotto della cuffia, grazie al punto perso di Brescia contro Mondovì”.

Come riesci a coincidere il lavoro di medico di base con la pallavolo?

“Mi devo organizzare per conciliare tutto. Durante l’inverno ho fatto la guardia medica e capitava che avevo i turni di notte prima delle gare, ho sempre trovato persone che mi hanno aiutato a gestire gli orari. E’ molto impegnativo ma se si ha passione c’è la voglia di fare tutto”.

Il tuo futuro?
“Mi stanno convincendo di restare un altro anno. Valuterò la scelta ed intanto penserò al beach”.

Che differenza c’è tra giocare a beach ed indoor e viceversa?

“A beach volley si è da soli e sai che devi dare tutto su ogni pallone che arriva e mi ha aiutato nell’indoor per tenere alta la concentrazione ed è uno stimolo per migliorare sempre, soprattutto sono riuscita a migliorare in difesa.  Invece mi è servito il ruolo di opposto nel beach per gestire e giocare ogni tipo di palla che mi arriva  in attacco”.