Rimini in oltre 4mila poveri alla Caritas. Le storie di vita
4 Giugno 2024 / Redazione
Presentato il Rapporto sulle povertà di Caritas Rimini. “Dare in abbondanza nell’era digitale. Nuove sfide, vecchie vulnerabilità” è il titolo del report di quest’anno che racconta la situazione del nostro territorio aggiornata al 2023.
La povertà in Italia può dirsi, ormai, un fenomeno strutturale. Secondo Istat tocca quasi un residente su dieci, il 9,4% della popolazione che sta nel nostro Paese vive in una condizione di povertà assoluta.
Rimini, pur potendo contare sull’ammortizzatore del turismo che attutisce alcuni
effetti negativi sulle condizioni economiche delle persone, il trend sulla povertà rispecchia l’andamento nazionale: cresce il numero delle persone che la Caritas incontra e, tra queste, aumentano le persone che i volontari vedono per la prima volta.
Nel 2023 sono 4.416 nuclei incontrati, per un totale di 9.084 assistiti, di cui 2.388 minori, in diminuzione rispetto al 2022 (4.754 nuclei, 9.986 assistiti, 2.686 minori).
Rispetto al 2022 diminuiscono le persone, ma aumentano gli accessi, da 70.498 a 74.624: meno poveri, ma più poveri. L’aumento degli accessi è da attribuirsi certamente al caro vita, le persone e le famiglie si sono infatti rivolte con più frequenza alle Caritas per poter risparmiare sul cibo.
Meno persone “nuove” (da 40,8% a 33,3%), tra i nuovi ci sono: uomini, giovani (25-34 anni), stranieri, celibi, senza dimora, prevalentemente impegnati nell’edilizia.
Nel 2023 la percentuale di uomini e di donne incontrate è pressoché simile, mentre nel 2022 erano aumentate le donne, a causa del forte flusso di ucraine, scappate dalla guerra, spesso con minori a carico. Nella maggior parte dei casi gli uomini si presentano soli, mentre le donne portano il carico di tutto il nucleo familiare, sia che esso sia ancora in piedi o che sia fallito.
Non ci sono solo pensionati (che sono il 45,1%), ma anche disoccupati (36,4%), quindi si tratta di persone che sono in difficoltà perché non sono ancora riuscite a percepire la pensione, ma allo stesso tempo non riescono a trovare un’occupazione data l’età avanzata.
Calano gli stranieri di circa 300 unità, mentre la presenza degli italiani è pressochè simile all’anno precedente (da 1.813 a 1.783), ma cresce inevitabilmente a livello percentuale, dal 38,1% al 40,4%. Tra gli italiani prevalgono gli uomini, prevalentemente tra i 55 e i 64 anni, che vivono in gran parte soli e sono celibi (per il 35%), separati e divorziati (per il 30%), vedovi (per l’8,6%). Quindi caratterizzati da situazioni di profonde solitudini.
Tra gli immigrati, resta in testa la presenza degli ucraini con 577 persone (13,1%), ma nettamente inferiore rispetto al 2022, quando erano 779 (16,4%). Il 41% degli ucraini incontrati si sono rivolti alle Caritas della diocesi di Rimini, proprio nel 2022. La maggior parte ha tra 35-44, si tratta per l’86% di donne, in gran parte coniugate che vivono in case in affitto o ospiti di amici con anche i propri figli, mentre i mariti sono rimasti al fronte. Un’ucraina su cinque lavora.
1.309 persone hanno dichiarato di non avere un posto stabile dove dormire, il 71% delle quali sono uomini.601 sono completamente privi di un tetto sopra la testa. Il 65% dei senza dimora è straniero, in gran parte nord africani, mentre tra gli ucraini senza dimora prevalgono situazioni in cui le persone sono ospiti per un periodo limitato da conoscenti e quindi vivono in una condizione di instabilità. Tra gli italiani sono 214 i senza dimora e 105 quelli con un domicilio di fortuna (una notte in albergo, garage, barche, case abbandonate).
Per la prima volta, tra i dati raccolti delle Caritas della Diocesi di Rimini, la percentuale degli occupati ha raggiunto il 12,5% delle persone incontrate, questo conferma quanto riscontrato dati Istat (del 25 marzo 2024) che dichiarano che è aumentata l’incidenza di povertà dall’8,3% al 9,1% nelle famiglie dove c’è un solo lavoratore dipendente.
Un solo stipendio non basta più in una casa, ma a volte non ne bastano neppure due, perché non solo gli affitti sono troppo alti (nonostante risultino inferiori rispetto al 2022), ma ad aumentare, nel 2023, ci sono state le spese alimentari, i trasporti, i beni e servizi alla persona, lo sport e tanto altro.
Storie di vita
Pensioni basse, carcere, bici nuova
Sono Giuseppina, ho ottant’anni e sono rimasta vedova molto giovane: il mio sogno di una vita accanto all’uomo che amavo, si è infranto troppo presto.
Mi sono trovata da sola con un con un figlio che, smarrito per la perdita del padre, si è infilato in situazioni sbagliate, al punto che è finito in carcere.
Con la mia pensione da 600 euro, che a mala pena mi permetteva di vivere, ci ho dovuto pagare anche i suoi debiti. Per non parlare della solitudine che ho provato mentre lui era chiuso lì dentro, con la preoccupazione che gli potessero fare del male.
Adesso è uscito dal carcere, ha messo la testa a posto e ha trovato un lavoro. Ma sta facendo fatica a mantenerlo perché è troppo lontano da casa.
Ne ho parlato con le volontarie della Caritas e hanno deciso di aiutarci donando a lui una bicicletta e a me degli alimenti per risparmiare un po’.
Lavoro nero e povertà ereditaria
Sono Agnese, ho settantotto anni e sono molto preoccupata per il mio futuro, perché se dovessi avere bisogno di una badante, non sarei assolutamente in grado di mantenerla.
Nella mia vita ho sempre lavorato come cameriera ai piani, ma non sono mai stata messa in regola, per questo ora mi ritrovo con una pensione minima.
I miei figli, poveretti, sono messi peggio di me. Hanno degli stipendi bassissimi, al punto che non vedono l’ora che i loro figli vadano a lavorare, ma io non voglio. Vorrei tanto che i miei nipoti andassero all’università e si costruiscano un futuro migliore del mio e di quello che non sono stata in grado di offrire io ai miei figli.
Al momento di salute sto abbastanza bene, ma economicamente faccio proprio fatica a pagare affitto, bollette e cibo. Ho trovato, come unica soluzione, quella di rivolgermi alla Caritas, per risparmiare un po’ sugli alimenti.
Proprietà fallimentari e ISEE alto
Sono Loretta, ho ottantacinque anni.
Qualche anno fa mi sono sposata con un marocchino che credevo mi amasse, immagina il mio dolore nello scoprire che lo aveva fatto solo per i soldi!
Ora mi ritrovo completamente sola.
Durante la mia vita ho posseduto diverse proprietà: un bar, un ristorante e un negozio. Purtroppo, ho sempre avuto affittuari sbagliati. Tra chi non pagava l’affitto e chi ha distrutto completamente il mio ristorante, ora non riesco più a rivenderlo a nessuno.
La mia situazione economica è difficile: ho un ISEE alto che mi impedisce di chiedere l’Assegno di Inclusione.
Fortunatamente la Caritas mi sta aiutando, andando oltre il valore del mio ISEE.
Per sopravvivere giro il paese con un carrello contenente stoviglie e biancheria buona che vendo a pochi centesimi, per garantirmi pane e latte quotidiani. È un’esistenza difficile, ma cerco di mantenere la dignità e la speranza.
Quando mi siedo accanto al carrello, guardando le persone che passano, provo una mescolanza di tristezza e determinazione. Le rughe sul mio viso raccontano storie di lotte e sacrifici, ma i miei occhi brillano ancora di speranza. Spero che qualcuno possa vedere oltre la mia età e capire che non sono solo una vecchia signora con un carrello, ma una persona con una storia da raccontare.
Pensione bassa, solitudine, contraccambio
Sono Sonia e ho sempre fatto la sarta. Ma ago e filo non mi hanno permesso di tessere uno stipendio dignitoso. Non ho trovato l’uomo della mia vita e non ho figli. Stava diventando davvero difficile per me sopravvivere, ma non ero capace di chiedere aiuto.
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Un giorno ho conosciuto Anna, mi ha portato da riparare dei vestiti e mi ha detto che faceva la volontaria alla Caritas e che da loro spesso arrivavano abiti che avevano bisogno di essere aggiustati.
Così mi è venuta l’idea e mi sono fatta coraggio.
Adesso ricevo mensilmente un pacco viveri e in cambio dono loro le mie riparazioni e, se qualche persona o famiglia ha bisogno, sanno che possono contare su di me.