HomeEconomia e LavoroSicurezza sul lavoro. Pubblicato l’Osservatorio Permanente CGIL. In aumento gli incidenti a Rimini

CGIL "Appalti, salute e sicurezza: cambiare modello d’impresa e sostenere i referendum"


Sicurezza sul lavoro. Pubblicato l’Osservatorio Permanente CGIL. In aumento gli incidenti a Rimini


7 Giugno 2024 / Redazione

Aumentano gli infortuni mortali in Emilia-Romagna. Nei primi 4 mesi del 2024 pubblicato l’Osservatorio Permanente CGIL e INCA – scrive in una nota la Camera del Lavoro Territoriale, CGIL RIMINI – sono morte in Emilia-Romagna 32 persone per causa di lavoro, con età media prevalente tra i 41 ed i 65 anni; sono ancora i settori dell’industria e dei servizi quelli maggiormente coinvolti. In provincia di Rimini sono già 3 nel 2024 le persone morte per causa di lavoro.

La situazione in provincia di Rimini nel quadrimestre gennaio/aprile 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023

In particolare, nel territorio riminese, si riscontra un aumento del 5% degli infortuni sul lavoro, con 1.489 denunce; un aumento superiore a quello regionale che invece è del 2,5%.

In generale la fascia di età dove si è concentrata la maggior parte degli infortuni è stata quella 41-65 anni, ma con un aumento degli infortuni che hanno coinvolto ultra sessantacinquenni. Il settore che in provincia di Rimini conta il maggior numero di infortuni è quello delle costruzioni (in aumento sul 2023: 10,2% sul totale). Continuano ad essere numerosi, ed in forte aumento sul 2023, gli infortuni nei settori della sanità e del sociale: 113 (erano 47 nel primo quadrimestre dell’anno scorso).

Per quanto riguarda le malattie professionali il dato ad aprile 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023, conta già 158 denunce. Si tratta in questo caso di un aumento del 14,5%. Il dato conferma il forte aumento già rilevato anche dal patronato INCA CGIL Rimini.

Nel quadrimestre gennaio/aprile 2024 il 35,4% delle denunce di malattia professionale – prosegue la nota della CGIL – in provincia di Rimini ha riguardato donne, essendo 56 su 158 totali (in aumento rispetto allo stesso periodo del 2023, quando le denunce da parte di donne erano state 45). Si evidenzia ancora una volta nel complesso, tra le patologie denunciate, un’incidenza percentuale superiore alla media regionale per quelle legate al sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo; 66,5% in provincia di Rimini contro il 62,2% regionale.

 

La situazione regionale

Questa invece la situazione regionale ad aprile 2024 secondo l’Osservatorio, curato da Carlo Fontani per CGIL e Patronato INCA Emilia-Romagna:

  • 24.714  infortuni denunciati nel periodo gennaio-aprile 2024 (+2,5% rispetto ai 24.103 dello stesso periodo 2023);
  • 32 denunce d’infortunio con esito mortale nei primi quattro mesi del 2024 (nel 2023 sono state 20 nello stesso periodo);
  • 2.596 malattie professionali denunciate tra gennaio e aprile 2024 (+19% rispetto alle 2.181 dello stesso periodo del 2023).

 

Analizzando i settori dove sono avvenuti gli infortuni in Emilia-Romagna – continua la nota CGIL – essi sono: industria e servizi (18.864), agricoltura (1.030), attività per conto dello Stato (4.820). A gennaio/aprile 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023 aumentano significativamente gli infortuni denunciati anche nei settori delle costruzioni, dell’industria alimentare, del trasporto e magazzinaggio, commercio ed infine della sanità ed assistenza sociale.

 

Appalti, salute e sicurezza: cambiare modello d’impresa e sostenere i referendum CGIL

Per quanto riguarda gli infortuni denunciati e gli infortuni con esito mortale risulta rilevante il numero di denunce in cui non è possibile determinare il settore di appartenenza; i dati INAIL peraltro non consentono l’attribuzione degli eventi alle attività in appalto.

Dal primo di ottobre partirà il sistema di qualificazione dell’impresa tramite crediti, cosiddetta“patente a crediti”, per i soli cantieri, e per la quale esprimiamo forte criticità, in particolare a causa di deroghe e paletti introdotti per la protezione da controlli, ispezioni e verifiche reali. Tutto ciò al fine di proteggere le aziende dallo strumento in possesso fino a poco tempo fa all’INL (Ispettorato Nazionale del Lavoro) che è rappresentato dalla sospensione dell’attività o da una messa fuori mercato delle aziende scorrette. Secondo le modifiche apportate al decreto, sarà possibile per le imprese esercitare l’attività anche in possesso di un documento equipollente di uno stato europeo e addirittura extraeuropeo, e tutto ciò senza controllo o verifica, aprendo un fiorente mercato di attestazioni conseguite all’estero. Cosa più grave e inaccettabile è che l’impresa potrà operare anche a fronte di un numero di crediti inferiore a 15 nel caso dovesse completare un appalto o subappalto del quale ha già completato il 30% del valore del contratto. Per avere meno di 15 punti devono essersi succeduti più incidenti dei quali almeno uno mortale.

A fronte delle ripetute stragi sul lavoro – scrive ancora la CGIL – e di dati che evidenziano lo stillicidio dell’insicurezza sul lavoro, il Governo continua a convocare solo tavoli tecnici su provvedimenti discutibili e i cui effetti si valuteranno non prima di qualche anno. Oggi l’urgenza è una trattativa vera alla Presidenza del Consiglio per cambiare il sistema d’impresa fondato su appalti, subappalti, precarietà, svalorizzazione e sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori. Le imprese che non rispettano la sicurezza e i diritti dei lavoratori, stabiliti nei contratti, devono essere escluse dagli appalti pubblici e privati. Anche l’impresa committente – conclude la nota della CGIL – deve essere responsabile degli infortuni e delle malattie professionali negli appalti e subappalti, come chiede la CGIL in uno dei quattro quesiti referendari sui quali è aperta la raccolta firme”.