Home___aperturaPierina, Dassilva è in carcere ma si continua a indagare: sentiti Manuela e Loris Bianchi

L'interrogatorio di garanzia dell'unico indagato per l'omicidio è in programma domani


Pierina, Dassilva è in carcere ma si continua a indagare: sentiti Manuela e Loris Bianchi


17 Luglio 2024 / Redazione

L’interrogatorio di garanzia di Louis Dassilva è stato programmato nella giornata di giovedì 18 marzo, in carcere ai casetti, dove è stato rinchiuso in virtù di un’ordinanza di custodia cautelare. Il 34enne senegalese resta l’unico indagato, iscritto al registro già dal novembre del 2023, per l’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate la sera del 3 ottobre del 2023.

Nei dettagli era stato Dassilva era stato indagato dopo l’analisi di alcuni filmati estratti da una videocamera di sorveglianza installata in una farmacia vicina al condominio di via del Ciclamino in cui è stato commesso il delitto, che lo aveva ripreso la sera dell’omicidio fuori dallo stabile, pochi minuti dopo l’aggressione.

La nuora Manuela Bianchi è stata interrogata in Questura dal pm Daniele Paci per tutto il pomeriggio di ieri. Resta una persona informata sui fatti, ma gli inquirenti sperano di raccogliere elementi dall’interrogatorio di garanzia di Dassilva che chiariscano se la nuora della vittima nonché amante dell’unico indagato abbia avuto un ruolo determinante nella vicenda.

Che la relazione extraconiugale tra lei e Dassilva fosse invisa a Pierina Paganelli, madre del marito di Manuela, Giuliano Saponi, che all’epoca del delitto era ricoverato in seguito ad un drammatico e misterioso incidente stradale, è cosa nota. Così come è noto che Manuela Bianchi e Pierina Paganelli frequentavano entrambi la chiesa dei Testimoni di Geova. Dettaglio non da poco.

Per me sono giorni terribili e ieri ancora di più per quel che mi è successo . Domani giudicheranno e mi sento sola non potendo parlarti”. Ecco uno dei messaggi recuperati dalle chat di whatsapp conservati sui telefoni di Manuela e Louis. A scriverlo era stata Manuela, cinquanta minuti prima del delitto di Pierina Paganelli. Il destinatario era proprio Dassilva, e il “giudizio” cui la donna accennava era quello che avrebbe dovuto formulare un gruppo di “saggi” dei testimoni di Geova proprio sulla loro relazione extraconiugale.

Ebbene, Manuela Bianchi e Louis Dassilva, la sera del delitto si erano scambiati non pochi messaggi. Dalle conversazioni non emerge che Manuela fosse consapevole di un’ipotetica aggressione che Dassilva avrebbe potuto mettere in atto nei confronti di Pierina Paganelli. Eppure, l’obiettivo è fare chiarezza su un eventuale ruolo collaterale della donna, ovvero comprendere se avesse ricevuto nelle ore successive all’omicidio un eventuale confessione dell’indagato, o se avesse potuto sospettarne gli intenti.

Louis Dassilvai

Sia Manuela Bianchi che Louis Dassilva avevano continuato a comunicare nei mesi successivi all’omicidio. Pizzini, ovvero biglietti d’amore scritti da entrambi con dedica sono stati trovati nel punto esatto in cui venne rinvenuto il cadavere di Pierina Paganelli, nel sottoscala del condominio a pochi passi dal box garage in cui l’anziana, di ritorno da un gruppo di preghiera dei testimoni di Geova aveva rimessato la sua auto.

Manuela Bianchi

Da chiarire è anche la posizione di Loris Bianchi, fratello di Manuela. Mentre lei, Pierina e Louis insieme alla moglie Valeria Bertolucci vivevano tutti nel condominio di Via del Ciclamino, lui viveva a Riccione. E la sera dell’assassinio dell’anziana 78enne era ospite a cena a casa di Manuela. Loris Bianchi è sotto interrogatorio nella giornata di mercoledì 17 luglio. Si è dichiarato sorpreso dell’arresto di Dassilva, di cui era amico, e al contempo “garantista”.

Ma chi è Louis Dassilva? Senegalese, 34 anni, è arrivato in Italia nel 2015. Di professione metalmeccanico, è regolare sul territorio italiano. Era arrivato in Italia dopo una delle drammatiche traversate compiute dai migranti che partono ogni settimana dal continente africano. In Senegale, si dice che abbia lasciato due figli, e che fosse stato detenuto durante il viaggio verso l’Italia in una delle carcere in cui vengono imprigionati molti migranti che tentano la traversata.