Home___primopianoConcessioni spiagge, Legambiente: “Far West, ciascuno a modo nel caos assoluto”

Comuni e Regioni in ordine sparso, da chi indice gare a chi vuole ancora mappare gli arenili, fino alla Calabria che afferma di non applicare la Bolkestein


Concessioni spiagge, Legambiente: “Far West, ciascuno a modo nel caos assoluto”


17 Luglio 2024 / Redazione

Un “far west” dove regna “la confusione più totale”. È la fotografia che scatta in materia di concessioni demaniali marittime il Rapporto Spiagge 2024 di Legambiente, rimarcando come la mappatura delle spiagge abbia portato a “risultati a dir poco sconcertanti”, con “solo” il 33% delle coste italiane oggetto di concessioni. Un calcolo “anacronistico e inesatto” che non considera le situazioni specifiche di regioni come Liguria, Emilia-Romagna e Campania con il litorale occupato al 70%, e che include anche aree industriali, porti e coste rocciose.

Il 16 novembre scorso, prosegue Legambiente, la Commissione europea ha inviato una lettera al governo italiano dando due mesi di tempo per rispettare le norme, poiché non è dimostrata la scarsità di risorse naturali oggetto di concessioni balneari; mentre il Consiglio di Stato ha confermato a fine aprile che “non ci possono essere ulteriori dilazioni alla data del 31 dicembre per assegnare quelle nuove e ha ribadito a maggio che “tutte le proroghe delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative sono illegittime”. Per l’associazione il “chiaro responsabile di questa situazione assurda, di fallimento e di continui ritardi, è il governo”, mentre nel frattempo Regioni e Comuni procedono “in ordine sparso, creando maggiore confusione e incertezza”. L’Emilia-Romagna prevede invece “un giusto riconoscimento del valore aziendale dell’impresa uscente, degli investimenti realizzati e della professionalità degli operatori”, a cui si affiancheranno criteri quali gli standard qualitativi dei servizi, la sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti.

Mentre il Comune di Rimini ha approvato l’atto di indirizzo che regola le gare pubbliche per il 2024, aumentando la quota di spiagge libere e incentivando gli accorpamenti e le riduzioni di volumi. Al momento a Rimini nord il fronte di spiagge libere è cresciuto di 115 metri lineari e di 130 a Rimini sud. La Regione Veneto ha già bandito le gare, il Friuli-Venezia Giulia ha approvato a metà giugno le linee guida e la qualità dei servizi peserà per l’80% sulla valutazione dell’offerta complessiva, mentre solo il 20% sarà destinato alla valutazione dell’offerta economica. La Regione Basilicata ha deliberato le regole per riassegnare le concessioni balneari tramite gara entro il 31 dicembre e in Sicilia le concessioni scadranno a fine 2024 ed è stata istituita una task force per preparare una direttiva operativa. In Liguria e Toscana non sono state avviate le procedure di gara ma nemmeno previste proroghe; in Sardegna è stata prevista una mappatura delle coste come fase propedeutica alla preparazione dei Piani di utilizzo dei litorali stilati dai Comuni e dei bandi di gara. La Calabria, infine, ha deciso di non far applicare la direttiva Bolkestein.

Per quanto riguarda i Comuni, a Lecce è stata approvata una delibera per avviare le gare entro aprile 2024. Gare entro l’anno anche a Terracina nel Lazio, Ravenna e Genova. Proroga di un anno a Sestri Levante, Santa Margherita Ligure, Viareggio, Marina di Pietrasanta, Fiumicino, Bari, Brindisi e Taranto.

(Agenzia DIRE)