Home___aperturaSvolta a Rimini: da un uomo solo al comando alla democrazia partecipata

Quello dei bagnini non chiamatelo sciopero


Svolta a Rimini: da un uomo solo al comando alla democrazia partecipata


11 Agosto 2024 / Maurizio Melucci

Svolta a Rimini: da un uomo solo al comando alla democrazia partecipata

Questa settimana si è conclusa con una delibera importante approvata dal consiglio comunale di Rimini: “Istituzione sperimentale di organismi di partecipazione popolare all’amministrazione locale..”

Lo ritengo un atto fondamentale per il programma di legislatura del sindaco Sadegholvaad e della Vicesindaca Chiara Bellini che ha la delega alla partecipazione.

Non era scontato che si arrivasse a questa decisione e non era neanche scontata la qualità della decisone presa.

Complimenti al sindaco che pur ribadendo più volte che non voleva la rinascita dei vecchi quartieri (impossibile anche per la legge) alla fine ha trovato e approvato insieme alla sua vicesindaca una forma di democrazia partecipata molto interessante. Si tratta di un modello fondato sulla partecipazione permanente di tutti i cittadini alla gestione della cosa pubblica, complementare rispetto al modello della democrazia rappresentativa.

La considero una nuova fase della partecipazione comunale. Dopo la fertile stagione regolativa degli anni ’70, stimolata dalla legge istitutiva delle circoscrizioni, dopo la decisione di chiudere le circoscrizioni stesse nei comuni con meno di 250mila abitanti nel 2010 per risparmiare pochi euro, ora a Rimini si apre una nuova fase della partecipazione alla vita della città.

Per Rimini ritengo che questo processo partecipativo rafforzi l’altro strumento voluto dall’amministrazione Ravaioli rappresentato dal Piano Strategico. Uno strumento che ha consentito nella prima fase (fino all’approvazione del piano strategico in Consiglio comunale nel 2010) di superare un approccio semplicemente reattivo e contingente alla lettura dei problemi della collettività dando la dimensione di un piano da svilupparsi negli anni coinvolgendo tutti i protagonisti della vita di Rimini.

Poi vi sono stati gli anni bui dell’amministrazione Gnassi che ha praticamente chiuso ogni forma di partecipazione. Dalla chiusura dei quartieri per legge allo snaturamento del Piano Strategico trasformato in un non ben definito master plan. Gnassi in quel periodo  ha inaugurato la stagione di “un uomo solo al comando” con tutte quello che ha comportato per le scelte della città. Scelte mai condivise, discusse, ma imposte dalla visione del capo.

Con questa delibera si ritorna alla partecipazione, al coinvolgimento dei cittadini, alla discussione. Così come sta ritornando allo spirito originario la nuova stagione del piano strategico.

Chiara Bellini e Jamil Sadegholvaad

Una scommessa che si può vincere

Vediamo in primo luogo di cosa si tratta

  • Il Comune di Rimini è stato suddiviso in dodici quartieri. Il doppio di quando vi erano le circoscrizioni elette direttamente dai cittadini. Questa scelta è stata compiuta per favorire al massimo la partecipazione pur mantenendo un numero di abitanti importante come si vede dalla tabella. Ogni quartiere avrà una sua sede.
  • In ognuno dei dodici quartieri della città dovrà insediarsi un solo Forum deliberativo di Quartiere, quale organismo di partecipazione alla formazione delle decisioni pubbliche a base territoriale, come espressione dei cittadini del Quartiere stesso.
  • I Forum deliberativi di Quartiere sono organismi messi a disposizione dei cittadini per promuovere la partecipazione sociale.
  • La partecipazione ai Forum deliberativi di Quartiere è su base personale e non opera, specie nelle sessioni deliberative, l’istituto della delega. Partecipa personalmente anche chi rappresenta, a qualsiasi titolo, gli enti che hanno aderito al Forum deliberativo di Quartiere.
  • Il Forum deliberativo di Quartiere ha funzioni consultive e di proposta sulle seguenti materie: dotazioni urbane e mobilità; manutenzione e gestione dei servizi, degli spazi pubblici e dei beni comuni; progetti ed interventi di carattere sociale socio-sanitario e culturale.

Praticamente tutto ciò che succede in un quartiere.

  • Le proposte possono essere votate a maggioranza dei presenti del Forum deliberativo di quartiere.
  • Il Comune nelle sue articolazioni (giunta, dirigenti) ha tempo 30 giorni per dare una risposta motivata. Ovviamente le proposte del Forum non sono vincolanti per la Giunta Comunale. Era così anche quando vi erano i quartieri eletti direttamente dai cittadini.

Questa la forza dei Forum. Possono iscriversi e partecipare tutti i cittadini che risiedono in quel quartiere. Possono discutere e decidere su proposte che riguardano il loro territorio.  Questo il motivo per cui chiamo questa iniziativa democrazia partecipata diretta. Una testa un voto.

Ogni Forum elegge un presidente, un vicepresidente ed un segretario. Ogni quartiere avrà un facilitatore, dipendente comunale, che dovrà mettere nelle condizioni il Forum di lavorare al meglio

Si potrebbe obiettare alle mie considerazioni che l’impianto è fragile, su base volontaria, che molto dipenderà dalla volontà del Comune di farlo funzionare. Vero. Al tempo stesso credo che forte sarà la spinta da parte dei cittadini ad iscriversi ai forum per poter discutere dei problemi del proprio quartiere.

I rischi:

  • I comitati di cittadini che si sono organizzati in comitati per affrontare un particolare, seppur importante problema, potrebbero monopolizzare l’attività di singoli Forum.
  • Le forze politiche potrebbero strumentalizzare l’uso dei Forum facendo iscrivere iscritti e simpatizzanti per orientare l’attività dei singoli Forum

Sono rischi reali superabili dalla volontà dei cittadini di partecipare. Io credo che sarà alta.

La suddivisione del territorio di Rimini nei 12 quartieri

Bagnini, non chiamatelo sciopero

Evidentemente quando si parla di spiagge anche l’uso del linguaggio viene stravolto. Il 9 agosto è stata proclamata una protesta per la mancanza d’iniziativa da parte del Governo sulle concessioni demaniali scadute il 31 dicembre 2023. Antonio Capacchione presidente del SIB Sindacato Italiano aderente a FIPE Confcommercio parla esplicitamente di “sciopero degli ombrelloni”.

Ebbene quello del 9 agosto non è stato uno sciopero ma una serrata per due buone ragioni.

  • nello sciopero l’iniziativa è assunta dai lavoratori, nella serrata è l’imprenditore che decide di interrompere l’attività produttiva e quindi lavorativa
  • Nello sciopero il lavoratore ci rimette il salario, in questo caso non risulta che i bagnini abbiano dato indietro i soldi ai clienti per le due ore di mancato utilizzo dell’ombrellone.

In questo caso i nostri amici bagnini hanno fatto i brillanti con il “portafogli degli altri.” Ma purtroppo siamo abituati da decenni a questa consuetudine dei concessionari di spiaggia.

Solo un dato: l’affitto della Galleria Vittorio Emanuele frutta al Comune di Milano 80 milioni di euro l’anno, mentre lo Stato ne incassa 115 per tutte le spiagge d’Italia.

Maurizio Melucci