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Aveva 88 anni, lo legava a Rimini il film “La prima notte di quiete” di Valerio Zurlini


E’ morto Alain Delon


18 Agosto 2024 / Redazione

E’ morto a 88 anni  Alain Delon, icona del cinema mondiale,

Malato da tempo, aveva legatori suo nome ad alcuni film indimenticabili, famosa la scena del ballo ne “Il gattopardo”, con Claudia Cardinale. A Rimini lo legava il film “La prima notte di quiete”, girato da Valerio  Zurlini. Era uno dei volti più noti e più amati del cinema.

Alain Fabien, Anouchka e Anthony sono profondamente addolorati nell’annunciare la morte del loro padre”, questo l’annuncio dei tre figli.

Alain Delon nasce l’8 novembre 1935 a Sceaux, nell’Alta Senna. La sua infanzia non è semplice: è abbandonato a quattro anni dai genitori, freschi di divorzio. Un evento che segnerà per sempre la vita dell’attore transalpino.

Nel 1957 il debutto al cinema e trova la conferma artistica con Luchino Visconti in “Rocco e i suoi fratelli” per poi incontrare Michelangelo Antonioni (“L’eclisse”, 1962) e trionfare con “Il Gattopardo” (Palma d’oro a Cannes nel 1963).

La sua vita privata è caratterizzata da grandi amori con le più belle donne del periodo, ricordiamo tra le altre Nathalie Delon, Romy Schneider, Dalida.

“La prima notte di quiete” era stato da poco riproposto all’arena degli Agostiniani di Rimini. In quell’occasione lo storico e critico d’arte Alessandro Giovanardi aveva elencato i 7 motivi per cui vale la pena andare a vedere questo capolavoro:

1. Il film (1972), restaurato nel 2019, è un mito “riminese” al contrario, ambientato in una città autunnale, per nulla festosa, cinica e immersa spiritualmente in uno spleen provinciale, denso come la nebbia e l’umidità salmastra che avvolgono gli edifici e i paesaggi. Similmente ai romanzi di Pier Vittorio Tondelli, il film estende la ricca scenografia urbana sulla costa della provincia e oltre, verso l’entroterra e le Marche: Rimini, Riccione, Misano Adriatico (il villaggio/darsena suggestivo e artificiale di Porto Verde), Cattolica e così altri luoghi della Riviera romagnola, e ancora la Pieve di Ponte Messa di Pennabilli in Valmarecchia (che sostituisce la chiesa toscana di Monterchi), Ancona.

2. Valerio Zurlini (Bologna, 19 marzo 1926 – Verona, 26 ottobre 1982), regista tra i più colti e raffinati d’Europa, è autore anche di Estate violenta, del 1959, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, nella Riccione del fatale 1943 (anche al Grand Hotel di Riccione).

3. Zurlini era un cultore di poesia e arte. Celebre la sua interpretazione dal Deserto dei tartari di Dino Buzzati del 1976, il suo ultimo film. La prima notte di quiete cita, fin dal titolo, Goethe, e intesse in modo geniale l’immagine della Madonna del Parto di Piero della Francesca al XXXIII canto del Paradiso, della Commedia di Dante. Il protagonista Daniele Dominici (interpretato da Alain Delon), è l’autore di un libro di poesie dedicato a una ragazza poi suicida. Intende spiegare la bellezza di Petrarca. Vanina Abati, è esplicitamente ricordata come omonima di Vanina Vanini, protagonista di un racconto drammatico di Stendhal ambientato nel primo risorgimento italiano. Il romanziere francese come il regista italiano guardano con distacco le passioni politiche per concentrarsi sul dramma interiore, romantico ed esistenziale dei protagonisti

4. Dice Dominici: “Mi annoia tanto vale che ve lo dica subito, per me neri o rossi siete tutti uguali, i neri sono più cretini”. La propensione per il romanticismo esistenziale e tragico, radicalmente impolitico, ha reso Zurlini avverso a una critica militante di sinistra che richiedeva un impegno ideologico e sociale preciso e netto (un giudizio non ancora superato negli anni Novanta).

5. Per influenza di Alain Delon, la versione francese del film subì alcuni tagli di cui l’attore, più tardi, si pentì. Zurlini e Delon, il quale comunque amava molto il suo personaggio, non andavano d’accordo. Delon affermò che fu una delle più intense interpretazioni della sua carriera.

6. La bellissima, enigmatica protagonista femminile, Sonia Petrova, fu segnalata al regista da Giancarlo Giannini, che l’aveva notata a Londra, dove danzava come ballerina classica. Di quell’arte trasfonde nel film insieme il pathos e, in un certo modo, l’aristocratico distacco della donna, la misteriosa e irrecuperabile lontananza. Di contro Giannini (Giorgio Mosca detto Spider), è colui che dietro al cinismo, si rivela davvero empatico e compassionevole verso Dominici, ne condivide la cultura, la superiorità e la sensibilità intellettuali; solo l’amicizia, non l’amore redime il tempo e la memoria, ma niente può cancellare l’infelicità.

7. La Rimini dei “vitelloni” ritratta nel film, rimanda a un universo invernale e nascosto di commercianti, antiquari, biscazzieri e giocatori d’azzardo realmente presenti nel territorio riminese e riccionese negli anni Sessanta e Settanta, di cui si ha una traccia recente nei volumi di Massimo Pulini e Nevio Monaco.