Home___primopianoFaenza dedica una mostra al grande ceramista riminese Gio Urbinati

Dal 30 agosto al 1 settembre all'interno del Festival internazionale "Argillà"


Faenza dedica una mostra al grande ceramista riminese Gio Urbinati


28 Agosto 2024 / Redazione

Magic & Myth, magia e mito, il nome della mostra organizzata dagli eredi di Gio Urbinati a cura di Viola Emaldi, che sarà visitabile dal 30 agosto al 1 settembre (dalle ore 10 alle 20) all’interno del Festival internazionale della ceramica “Argillà” nel centro storico di Faenza.

Il progetto espositivo, che vuole celebrare l’ampiezza delle ricerche e la varietà delle opere del noto ceramista riminese Gio Urbinati, sarà dislocato su due sedi: le eleganti sale di Riunione Cittadina in piazza Nenni 2 e l’appartamento neoclassico del conte Achille Laderchi, in corso Garibaldi 2, al cui interno si trova il bellissimo il gabinetto di astronomia decorato da Felice Giani.

Come suggerisce il titolo, la mostra indaga due aspetti fondamentali e complementari della produzione di Urbinati, quello della ricerca e della sperimentazione tecnologica, e insieme quello della poetica, di ispirazione classica.

Il versante tecnologico si traduce in “Magic”, presso Riunione cittadina, dove viene presentata una grande collezione eclettica di forme e rivestimenti di gusto orientale. Ciotole e vasi dalle più disparate forme e rivestimenti compongono un alfabeto di impasti e tecniche decorative, frutto di sperimentazioni virtuose e combinazioni insolite, da osservare all’altezza dello sguardo. I risultati tecnici in esposizione sono meravigliosi. Urbinati, ceramista “alchimista”, operava così “in alto e così in basso” impiegando la ceramica tutta, sia per basse che ad alte temperature (terracotta, terraglia, gres, porcellana). Le tecniche di decorazione sono tra le più disparate andando dal pennello al graffito, dalla smaltatura alle alte vetrificazioni, per poi attuare tanti e diversi metodi di cottura, dal bucchero al raku, fino al suo amato lustro. Gio amava in particolare usare l’oro, da qui il riferimento all’alchimia, perché l’uso di questo elemento scaturisce in lui da una duplice ricerca: tecnica e mistica. Le scelte tecniche di Urbinati – come questo largo uso dell’oro – riflettono chiaramente la sua poetica, legata al tema della sacralità e del sacrificio. Sia esso cristiano o profano.

Questa considerazione porta al percorso espositivo “Myth”, che conduce lo spettatore, sala dopo sala, all’interno di una Wunderkammer ceramica, il Gabinetto astronomico con il suo ambiente ovale completamente dipinto dal Giani e dai suoi collaboratori. Questo ambiente neoclassico unico nel suo genere, racchiude un iridescente racconto mitologico d’arte ceramica, fatto di vasi scultura, oggetti stravaganti ed opere plastiche, messe in dialogo con i temi esoterici dipinti alle pareti ed alle volte. Le opere di Urbinati qui presenti sono uniche, plasticate a mano libera e fortemente ispirate alla mitologia classica, etrusca e all’iconografia sacra cristiana. Il tema vien qui indagato con una serie di scene plastiche che vedono protagonisti personaggi come le divinità olimpiche, Giunone e Venere, creature mitiche come ninfe e centauri, e ancora figure angeliche, puttini e martiri, uno tra tutti caro all’artista: San Sebastiano.