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La corte di appello di Bologna conferma l'assoluzione per tutti gli imputati


Nessun colpevole per la fine della Cassa di Risparmio di Rimini


10 Settembre 2024 / Redazione

Nessun colpevole per la fine ingloriosa della Cassa di Risparmio di Rimini. La Corte d’Appello di Bologna ha confermato l’assoluzione per tutti gli imputati, già sancita in primo grado nel 2018 dal Tribunale di Rimini. Tra gli ex amministratori della banca finiti a processo figuravano Giuliano Ioni, ex presidente del Consiglio di amministrazione, Alberto Martini, Claudio Grossi e altri membri del vecchio Cda. L’accusa principale era di falso in bilancio, legata al bilancio del 2009.

L’assoluzione era stata già sostenuta da una perizia tecnica durante il primo grado di giudizio, che aveva escluso il superamento della soglia di punibilità penale e non ritenuto rilevanti alcune operazioni di acquisto di azioni proprie. Nonostante il Pubblico Ministero Bertuzzi e le parti civili avessero presentato appello, la Corte d’Appello ha confermato la piena assoluzione degli imputati.

Soddisfatti i legali della difesa, tra cui Alessandro Catrani e Nicola Mazzacuva, che hanno sottolineato come le accuse fossero prive di fondamento fin dall’inizio. “L’esito del processo ha confermato l’assoluta inconsistenza delle accuse, che si sono rivelate infamanti ma destituite di ogni sostanza”, ha dichiarato Catrani.

Il Ministero del Tesoro, con decreto del 29 settembre 2010, emanato su proposta della Banca d’Italia, aveva disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo della Cassa di Risparmio di Rimini, dal 2002 Banca Carim, e la sottoposizione ad amministrazione straordinaria per gravi irregolarità nell’amministrazione e violazioni normative, gravi perdite patrimoniali nonché per gravi inadempienze nell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento del gruppo bancario, con particolare riferimento alla controllata Credito Industriale Sammarinese. Allora si parlò anche di pacchetti azionari della banca passati di mano prima che la situazione precipitasse, senza informare i piccoli azionisti privati, circa 7.600.

Nel gennaio 2013 il consiglio di amministrazione approvò la fusione per incorporazione di Eticredito Banca Etica Adriatica. Nel dicembre 2017 la Cassa di Risparmio di Rimini passa, insieme alla Cassa di Risparmio di Cesena e a quella di San Miniato, al gruppo bancario Crédit Agricole Cariparma (da allora denominato Crédit Agricole Italia S.p.A.) con l’intervento del Fondo Interbancario volontario. Nel febbraio 2018 fu approvato il piano di fusione per incorporazione di Cassa di Risparmio di Rimini, Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di San Miniato nella capogruppo Crédit Agricole Cariparma. Decisa anche un’offerta pubblica di acquisto delle azioni delle tre banche in mano ai soci retail. L’incorporzione della banca in Crédit Agricole Cariparma è stata completata l’8 settembre 2018.