Home___primopianoRegione: “Con i CAU -7% di accessi nei pronto soccorso dell’Emlia-Romagna”

Quasi 400 mila i pazienti nei Centri di assistenza urgenza, indice di soddisfazione sopra il 90%: le tabelle


Regione: “Con i CAU -7% di accessi nei pronto soccorso dell’Emlia-Romagna”


12 Settembre 2024 / Redazione

“Continua ad attenuarsi la pressione sui Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna grazie all’effetto positivo dei Cau, i Centri di assistenza urgenza voluti dalla Regione e realizzati in modo capillare su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini, per rispondere ai bisogni e alle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale dei cittadini”: così sostiene l’amministrazione regionale.

E fornisce i dati. Nei primi nove mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, gli accessi in codice bianco nei Pronto soccorso sono diminuiti mediamente in regione del 20% e quelli in codice verde del 10% e si avviano verso quota 400mila i pazienti – l’85% dei quali tra i 18 e i 65 anni – che si sono rivolti ai Cau da quando hanno iniziato la loro attività (novembre 2023). Non solo: diminuiscono complessivamente del 7% gli accessi nei Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna nei primi sette mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023.

“Dati che confermano l’efficacia del sistema – commenta la Regione – anche in un contesto nazionale dove i Pronto soccorso sono sempre più affollati e il numero complessivo di accessi ai servizi di emergenza (Ps più Cau in Emilia-Romagna) è in costante aumento: dal 2022, qui si registra un incremento annuo dell’1,2%, con circa 2 milioni di accessi tra Pronto soccorso e Cau stimati entro la fine del 2024. Efficacia garantita anche grazie al potenziamento della rete di emergenza-urgenza che i Cau hanno generato sul territorio”.

A oggi,  i Centri attivi sono 42 e il numero salirà a 50 entro il 2024, portando a 88, complessivamente, le strutture operative in tutta l’Emilia-Romagna, tra Cau, Pronto soccorso generale e Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) di I e II livello.

Non solo: “Il livello di soddisfazione da parte dei pazienti sull’esperienza nei Cau è del 90%, sia in termini di accoglienza che di qualità delle cure ricevute, secondo i dati raccolti attraverso gli oltre 6.200 questionari che la Regione Emilia-Romagna ha proposto in collaborazione con le Aziende sanitarie a partire dal 29 gennaio. A compilarli, su base volontaria e anonima, i pazienti stessi”.

È il quadro che emerge dai dati elaborati dalla Regione per valutare l’andamento dell’attività dei Cau su tutto il territorio regionale e l’effetto che hanno prodotto sui Pronto soccorso. Il bilancio è stato presentato oggi in conferenza stampa, a Bologna, dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.

“I dati oggettivi, a cominciare dai quasi 400 mila accessi in meno di dieci mesi, sono molto più significativi di ogni inesattezza, caricatura e strumentalizzazione- sottolinea Donini-, e confermano che i Centri di assistenza per le urgenze (Cau) stanno funzionando perché sono in grado di dare risposte di assistenza e cura veloci e di qualità ai cittadini, di norma h24, 365 giorni all’anno, senza alcuna necessità di appuntamento, per i loro bisogni di salute a bassa criticità. Gli attuali 42 Cau (entro l’anno arriveremo a 50) consentono nella stragrande maggioranza dei casi di affrontare e risolvere il bisogno urgente di salute a bassa criticità del cittadino, all’interno della struttura, e soprattutto di attenuare in parte il carico dei Pronto soccorso. La riduzione del 7% rispetto all’anno scorso degli accessi al Ps in media regionale e, in particolare, la diminuzione del 20% dei codici bianchi e del 10% dei codici verdi nei Ps della Regione, ci incoraggia a proseguirne l’esperienza, anche alla luce dell’altissimo livello di soddisfazione, oltre il 90% da parte dei cittadini. È nostra intenzione, comunque, percorrere traiettorie di miglioramento del servizio, partendo innanzitutto da un’analisi dei dati di accesso ai Cau non omogena in tutto il territorio regionale, rendendo inoltre più efficace, da parte dei Cau, l’invio dei pazienti ai Pronto soccorso nei casi in cui sia necessario”

I dati da novembre 2023 a settembre 2024

Sono 42 i Cau aperti in Emilia-Romagna, per oltre 370mila utenti che ad oggi hanno ricevuto assistenza all’interno delle strutture, un dato che si prevede raggiungerà quota 400mila entro la fine dell’anno. Stabile e sempre elevata – oltre l’86% – la percentuale di persone che trovano assistenza e cura direttamente all’interno della struttura (in media 8 pazienti su 10), mentre le patologie più frequenti (il 76%) legate agli accessi – problemi ortopedici, gastrointestinali e disturbi minori – confermano come i cittadini abbiano compreso l’utilizzo appropriato dei Centri di assistenza urgenza, istituiti dalla Regione proprio per la gestione delle urgenze a bassa complessità, continuando a mantenere in capo ai Pronto soccorso le emergenze.

Un altro dato significativo riguarda i tempi di attesa, mediamente inferiori ai 90 minuti, con accessi prevalentemente in orario diurno (83%). La maggiore affluenza si registra infatti tra le 8 e le 14, nel 64% dei casi da parte di persone tra i 18 e i 64 anni. Per quanto riguarda il personale medico impiegato, i Cau si confermano “strutture giovani”: ad oggi, infatti, vi lavorano 476 medici (215 donne e 261 uomini), di cui oltre il 60% ha meno di 35 anni e il 50% è specializzando, oltre a centinaia di infermieri a supporto delle attività assistenziali.

La rete Cau sul territorio

Al 12 settembre 2024 sono 42 i Centri assistenza urgenza operativi sul territorio, con date di inizio attività differenti.

Provincia di Piacenza: Bobbio 1^ dicembre, Piacenza 4 dicembre, Podenzano 8 gennaio, Fiorenzuola 14 giugno

Provincia di Parma: Parma 19 dicembre, Fidenza 28 dicembre, Fornovo 15 gennaio, Langhirano 18 gennaio

Provincia di Reggio Emilia: Reggio Emilia 19 dicembre, Correggio 27 dicembre

Provincia di Modena: Castelfranco Emilia 11 dicembre, Finale Emilia 18 dicembre, Fanano 29 gennaio, Modena e Carpi, 9 aprile

Provincia di Bologna: Budrio 1^ novembre, Vergato 8 novembre, Navile (Bologna) 11 dicembre, Casalecchio di Reno 18 dicembre, Imola 21 dicembre, Ospedale Maggiore e Sant’Orsola (Bologna) 13 maggio, San Lazzaro di Savena (20 maggio)

Provincia di Ferrara: Ferrara, Comacchio, Copparo, tutti già attivi prima del 1^ novembre, Portomaggiore 13 novembre, Bondeno 2 aprile

Provincia di Ravenna: Cervia 18 dicembre, Ravenna 22 gennaio, Faenza 10 giugno, Lugo 17 giugno Provincia di Forlì-Cesena: Mercato Saraceno e Cesenatico 15 gennaio, Bagno di Romagna e Santa Sofia 22 gennaio, Cesena 6 maggio

Provincia di Rimini: Cattolica 18 dicembre, Santarcangelo di Romagna 15 gennaio, Novafeltria 29 gennaio, Rimini 29 aprile, Bellaria-Igea Marina 20 maggio

“Lunga vita alla sanità pubblica”, la campagna di comunicazione della Regione

Prosegue la campagna di comunicazione che la Regione ha messo a punto per illustrare come funzionano e a quali bisogni danno risposta i Cau. Rivolta a tutta la popolazione, la campagna ha l’obiettivo di spiegare ai cittadini come cambia l’accesso ai servizi di emergenza-urgenza regionale

– quindi dove sorgono e come funzionano i Cau e per quali patologie sono indicati – e di accrescere la consapevolezza che il servizio sanitario pubblico è un patrimonio comune di grande valore, da preservare.

Un tema complesso restituito con parole semplici utilizzando tv, radio, affissioni, canali social e materiale informativo disponibile online, nella pagina web dedicata alla riforma del sistema emergenza-urgenza sul sito della Regione (https://salute.regione.emilia- romagna.it/emergenzaurgenza) e nella sezione domande poste frequentemente (https://salute.regione.emilia-romagna.it/emergenzaurgenza/domande-frequenti). Negli strumenti di comunicazione che lo consentono, i messaggi sono riportati nelle cinque lingue adottate nei Pronto soccorso (italiano, inglese, francese, arabo e cinese).

Della campagna fa parte anche il podcast “Sanità pubblica. Lessico famigliare”, prodotto dalla Regione, che affida alle testimonianze e alle storie di pazienti, operatori e professionisti il racconto del Servizio sanitario regionale, una macchina complessa e in continua evoluzione che, giorno dopo giorno al servizio delle comunità, vede impegnati migliaia di donne e uomini a garantire a ognuno di noi, senza distinzioni, le migliori cure disponibili. Diritti, universalismo, denaro e tempo

(Nell’immagine in apertura da sinistra: Mattia Altini, responsabile del settore Assistenza ospedaliera della Regione, l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e Fabia Franchi, responsabile del settore Assistenza territoriale)