Sono stati circa 70 i partecipanti al primo incontro di “Casa Community Lab” – che si è svolto al Centro sociale “Franchini” di Santarcangelo – progetto regionale di partecipazione che accompagna lo sviluppo delle Case della Comunità in tutta l’Emilia-Romagna.
“Santarcangelo, luogo dei luoghi: Laboratorio Casa della Comunità per una salute della reciprocità” è il titolo che gli organizzatori hanno dato a questo percorso partecipato, voluto dal Distretto socio-sanitario di Rimini Nord e dall’Azienda sanitaria locale per mappare e condividere le iniziative territoriali più importanti per la salute della comunità e valutare quali dovrebbero essere incluse, e come, in una carta dei servizi integrata.
Oltre all’assessore al Welfare di comunità e all’Innovazione sociale Filippo Borghesi, all’incontro erano presenti tutti i componenti dell’ecosistema presente nel territorio che contribuiscono in forme e modalità diverse al miglioramento della salute, intesa nel suo significato più ampio di benessere fisico, psicologico e sociale: medici, farmacisti, dirigenti Ausl, ma anche rappresentati delle associazioni di volontariato e di mondi come la cooperazione sociale, le imprese, le associazioni sportive e parrocchiali.
“È significativo veder lavorare assieme una platea ampia di attori del territorio così eterogenea”, commenta l’assessore Borghesi. “A Santarcangelo già dal 2023 la ex Casa della Salute è diventata Casa della Comunità, e ritengo che il percorso avviato dalla nostra Regione, sulla spinta degli obiettivi del Pnrr che a sua volta nasce da un’esperienza così impattante sulle nostre vite come la pandemia da Covid, sia molto importante: sembra che cambi solo una parola nel nome di un luogo, ma in realtà dietro c’è un cambio di paradigma oltremodo rilevante”.
“La salute è certamente un obiettivo da perseguire attraverso un sistema sanitario che funziona – continua l’assessore Borghesi – ad esempio con l’erogazione di prestazioni di cura adeguate e professionali in risposta ai bisogni delle persone. Ma non basta: l’Oms ci dice che almeno l’80% della salute di una persona e di una comunità è determinato da fattori che vanno oltre la dimensione fisica”.
“Ecco perché è estremamente sfidante rilanciare ulteriormente il tema della salute trasformando lo stesso spazio fisico dei servizi che erogano prestazioni sanitarie, idea cardine della Case della Salute, in un ‘luogo dei luoghi’ dove sia anche possibile entrare in connessione con quelle esperienze territoriali che possono contribuire a generare un benessere globale per la persona, dando un valore e un ‘disegno sociale’ ancora più ampio al fondamentale intervento prestazionale di tipo sanitario che viene offerto”, conclude l’assessore.
Dopo una prima parte in cui è stato illustrato il percorso che ha portato alla nascita delle Case della Comunità, l’incontro è proseguito con un lavoro in gruppi attraverso la formula del world cafè, compreso un momento di scambio informale curato dalla Pro Loco di Santarcangelo.
Ora il percorso proseguirà con nuovi appuntamenti, il prossimo in programma il 10 ottobre, per elaborare dati utili a migliorare la conoscenza e la rete attorno ai tanti servizi già oggi offerti dalla Casa della Comunità di Santarcangelo.