Presunte cure per gravi tumori, arrestata la “sciamana” riminese Sara Duè
13 Settembre 2024 / Redazione
Tentata estorsione, sostituzione di persona ed esercizio abusivo della professione oltre che di truffa e lesioni personali. Eccoli i reati di cui devono risponde, per la Procura di Brescia, la “sciamana” riminese Sara Duè, 40enne vive a Ravenna, e due collaboratori tra cui il compagno Yuri Tassinari 46enne ferrarese e Flavia Piccioni, 39enne di Terni. Sono stati arrestati dai carabinieri di Breno, nella provincia Lombarda dopo la denuncia di una coppia di genitori del posto che si erano rivolti a lei quando il figlio, un bimbo di 4 anni all’epoca dei fatti, era stato colpito da un tumore alla vescica: loro avevano suggerito ai genitori di interrompere le cure che il piccolo paziente aveva intrapreso quando era in cura in ospedale, proponendo loro cure alternative “basate sulla fisica quantistica e sull’utilizzo dei campi magnetici”. La coppia aveva abbandonato la sciamana e le condizioni del bimbo erano migliorate solo dopo il ritorno alle terapie mediche tradizionali, quelle fondate sulla dottrina scientifica. La vicenda fu raccontata da Striscia la notizia, che aveva preso contatti sia con la sciamana che con la coppia di genitori.
Ma in principio tutto partì dal dramma vissuto e condiviso da Gabriella Sarti, madre di Massimo Mariani, 46enne. L’uomo morì nel giugno del 2023 per una grave forma di un raro tumore che lo aveva colpito nel 2021. Ebbene anche si era rivolto a Sara Duè. “Quando era malato mio figlio conobbe una donna che lo convinse delle sue idee, ovvero che lui non aveva un tumore. Gli diceva che aveva una infezione provocata dai vaccini e gli propose alcune sedute di cure alternative, tra cui l’ipnosi”, aveva raccontato la madre anche alla stampa nazionale. Per Massimo Mariani non ci fu nulla da fare. Sara Due e i suoi collaboratori sono ora agli arresti domiciliari. I reati ipotizzati sono l’esercizio abusivo della professione, perché i tre si spacciavano per “guaritori di tumori”, la truffa (a questo va aggiunto che le sedute proposte avevano un costo e pure salato). Il reato di tentata estorsione è stato ipotizzato dalla Procura perché Sara Duè aveva minacciato di denunciare Gabriella Sarti e la madre del bimbo se non avessero ritrattato le loro accuse pubblicamente, poi la denuncia però non fu mai presentata.