Home___primopianoDonald Trump, quel (pericoloso) patacone

Se Kamala Harris fosse riminese nel duello tv non avrebbe avuto esitazione su come qualificarlo


Donald Trump, quel (pericoloso) patacone


15 Settembre 2024 / Giuliano Bonizzato

Ho sempre sostenuto che la patacaggine non sia una qualità connaturata ma vada riferita a una situazione contingente. Ne farebbero fede, a mio sommesso avviso, frasi quali “nun fa e pataca”, “lassa andè d’fe e pataca” che esprimono semplicemente il desiderio di aiutare una persona, cui evidentemente si vuol bene, a liberarsi di un comportamento dovuto a una momentanea mancanza di autocritica o a una eccessiva ingenuità..*

Provate infatti a sostituire alla frase “nun fa e pataca” quella di “nun fa l’invurnid” e vi renderete subito conto che “non suona” altrettanto bene. Tanto è vero che, specie nelle nostre campagne si vezzeggia il figlioletto chiamandolo “e mi bel patachìn” e non certo “e mi bel invurnidìn”

Altra distinzione, sempre a mio sommesso avviso, occorre operare per l’accrescitivo “Patacone” che, a differenza di “pataca”, ritengo definisca un vero e proprio tipo psicologico, con conseguenti caratteristiche irreversibili. Interessante la scoperta dell’origine di questo aggettivo. “Pata”, in spagnolo, significa “zampa” e “Patagones” venivano chiamati dai conquistadores, a causa dell’enorme dimensione dei loro piedi, i cacciatori-guerrieri (giganteschi e smargiassi, ma, a causa della loro goffaggine, facilmente sconfitti in battaglia) di quella regione, battezzata conseguentemente Patagonia. Terra, cioè…di pataconi. Non un complimento.

I soldati spagnoli, e, successivamente, anche i riminesi che se li ritrovarono in casa nel 1742 durante la guerra di successione austriaca, affibbiarono questo appellativo a quei comandanti di scarso cervello e grande arroganza, che si gratificavano oltretutto di chilometrici quanto dubbi titoli di nobiltà.

Oggi, dalle nostre parti, il temine è inteso (soprattutto se pronunciato con una smorfia di disprezzo) quale sinonimo di arrogante, bugiardo, smargiasso, sburone, ignorante e perfino pidocchio rifatto. Sono pertanto certo che se Kamala Harris fosse stata riminese e in lizza per la nomina di sindaco della nostra città, non avrebbe certamente esitato, nel corso di un possibile scontro televisivo pre-elettorale, a definire il Trump ‘Patacone’ o meglio ancora ‘Pericoloso Patacone’. Con una smorfietta di quelle, micidiali, che ha sfoggiato abilmente mercoledì 11 settembre alle 4 di notte, ora italiana.
E adesso basta con le patacate.
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Giuliano Bonizzato

*Le più accreditate definizioni di questo termine, squisitamente riminese, sono state date dallo psicanalista Glauco Carloni, autore di una pregevole pubblicazione sui pataca e le patacate nel mondo felliniano e da Gianni Quondammatteo, che sui modi di dire dialettali ha riempito diversi volumi. Secondo il primo, pataca sarebbe “persona che si prende troppo sul serio, difetta di autocritica e stima più il parere che l’essere”. Per il secondo “chi è stato tre volte buono, chi si è fatto ingannare facilmente, chi non ha saputo profittare delle occasioni”.