“In un’epoca come la nostra dare valore al comportamento umano e parlare di etica può sembrare desueto. Se ci guardiamo intorno tutti i comportamenti, anche quelli più biechi, sembrano avere cittadinanza in società che in cui si dà primato all’egoismo, al denaro e persino alla guerra che dell’etica fa scempio. Proprio per questo avvertiamo il naturale bisogno di trovare un punto fermo su cui poter fare affidamento, ma al contempo constatiamo come a vincere e a prosperare, attorno a noi, sia non di rado l’immoralità. Perché quindi il bene dovrebbe essere preferito al male, se questo risulta più conveniente e piacevole?”. E proprio sul tema dell’Etica che si misurerà la nuova rassegna filosofica misanese curata da Gustavo Cecchini.
Cinque appuntamenti con altrettanti pensatori di eccellenza “per ritrovare una pratica quotidiana dell’agire morale verso la risoluzione dei tormenti, dubbi e conflitti che attanagliano le coscienze; perché è solo ritrovando un’etica condivisa, e rinnovando il legame che ci unisce in quanto esseri umani, che le nostre ferite potranno finalmente essere rimarginate. La posta in gioco è altissima: chiamati a invertire la rotta di questa «nave dei folli» in cui si è trasformata la società, è dall’esito delle nostre scelte che dipenderanno il futuro del pianeta e le sorti delle generazioni future”.
Apre, venerdì 11 Ottobre, Vito Mancuso con una lectio dal titolo: Etica per giorni difficili. È ancora possibile costruire un’etica condivisa? È ancora possibile pensare il mondo e orientare le scelte mediante i concetti tradizionali della filosofia come il bene e il male? Ma soprattutto se il male è più conveniente e piacevole, perché dovremmo fare il bene? Vito Mancuso, provera’ ad interrogare in profondità alcuni autori che hanno fatto la storia del pensiero contemporaneo e sfidando il pensiero mainstream per cui è buonista chi si schiera dalla parte del bene, cerca di abitare le scansioni etiche del tempo presente provando nell’impresa quasi impossibile di un’etica condivisa. L’appello all’etica e il richiamo alla responsabilità sono un appello al dovere morale della libertà, a coltivare una nuova utopia che si nasconde nella nostra interiorità nutrita con quattro semplici pratiche: studio, natura, igiene e respiro. La posta in gioco è altissima: dalle scelte di ciascuno dipendono il futuro del pianeta e le sorti delle generazioni future.
Ospite del secondo appuntamento, venerdì 18 Ottobre è il filosofo Paolo Ercolani con : algoretica il posto dell’uomo e della macchina. C’è una questione molto dibattuta da almeno la metà del secolo scorso. Soltanto oggi sembra finalmente chiarirsi, ma facendo emergere dei contorni che suscitano più di un’inquietudine: quello di un’Intelligenza Artificiale che possa eguagliare l’intelligenza umana rientra fra i miti irrealistici a cui non avevano mai creduto forse neppure i pionieri di questa straordinaria tecnologia. Il problema molto più concreto, piuttosto, è quello di un’AI che a tutti i livelli si sta sviluppando a spese dell’umano. Cioè stravolgendo, e in un certo senso macchinizzando, le capacità cognitive, emotive e relazionali dell’uomo. Sì, perché quella che si presenta a tutti gli effetti come l’invenzione più importante del XXI secolo, se da una parte è in grado di fornire un contributo fondamentale nel campo medico e scientifico (pensiamo all’inquinamento ambientale, alla lotta contro i nuovi virus, alla possibilità di sconfiggere molti tumori), da un’altra parte può soppiantare e sostituire l’umano in ogni campo dell’agire sociale e lavorativo. Ma soprattutto, il suo essersi resa indispensabile all’umano come tramite per le esperienze più importanti della vita (conoscere, informarsi, relazionarsi, divertirsi, perfino innamorarsi sono solo alcune delle attività che oggigiorno passano attraverso il governo degli algoritmi), rischia di portare lo stesso essere umano a funzionare come una macchina. Ma ciò che funziona non pensa, e senza il pensiero viene da chiedersi quanto l’uomo possa mantenere un ruolo centrale. Specie in un’epoca in cui stanno comparendo macchine di una potenza mai vista prima. E senza contare l’aspetto più importante: chi c’è dietro a quelle stesse macchine, chi le governa e, per il loro tramite, riesce come mai era accaduto prima a governare tutti noi…
Marco Guzzi sarà il protagonista del terzo appuntamento, venerdì 25 Ottobre, con una lezione dal titolo : Abitare il luogo della trasmutazione. In un tempo così vorticoso come il nostro sembra impossibile trovare un luogo sul quale costruire la nostra vita. Ogni etica perciò, ogni legislazione, ogni ordine condiviso sembra diluirsi, liquidarsi, e alla fine svanire nel nulla di un enorme caos mentale.Dove abitare allora? Dobbiamo forse imparare ad abitare proprio nel vortice della trasformazione? Imparare ad abitare l’evento della nostra trans-figurazione antropologica?E come sarà possibile farlo misuratamente, e cioè senza precipitare in una pericolosa disgregazione mentale e sociale?
Venerdi 8 novembre sale sul palco dell’Astra il filosofo Simone Regazzoni con : Platone, etica come allenamento di sé. Nell’antichità greca l’etica non è un insieme di norme a cui il soggetto deve attersi, ma un lavoro che il soggetto fa su di sé per essere migliore il più possibile. In questa cornice, Platone ci propone un’etica come allenamento di sé nell’unità di anima e corpo che parla al nostro tempo.
La chiusura, giovedi 14 Novembre, con Stefano Zamagni che ha scelto un titolo che “morde” sul nostro tempo : Pace e guerra : l’ingiustizia, matrice di tutte le guerre. Volontà di potenza e ingiustizie sociali, da sempre sono le cause profonde della guerra. Nell’era attuale, quindi due fattori sono andati assumendo specificazioni particolari. Primo, la guerra oggi non è più mondiale, ma globale. Secondo, la volontà di potenza si esprime, oggi nelle forme della geopolitica. La conclusione, allora, è che se si vuole la pace, occorre edificare istituzioni di pace, cioè si vis pacem, para civitatem!
Tutti gli incontri si terranno presso il Cinema-teatro Astra con inizio alle ore 21,00