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Shuttlemare quanto ci costi? Mare d’inverno con il servizio di salvamento significa affossare tante iniziative sportive sulle nostre spiagge


A Bellaria la lobby degli albergatori dice ancora no all’imposta di soggiorno


22 Settembre 2024 / Maurizio Melucci

Bellaria, la lobby degli albergatori contro il sindaco:  non vuole l’imposta di soggiorno

Domenica avevo scritto una mia pillola su soldi mai incassati dal Comune di Bellaria-Igea Marina. a causa della mancata introduzione dell’imposta di soggiorno. Avevo calcolato un mancato incasso di 20 milioni di euro in dieci anni. Un calcolo facile derivato dai pernottamenti dei turisti per un’incidenza di circa un euro a notte. Bellaria registra oltre 2 milioni di pernottamenti ed il conto è servito. Risorse finanziarie che potevano servire al Comune per ridurre la pressione fiscale sui cittadini e produrre investimenti e promozione per il turismo.

Alla mia pillola, particolarmente letta, indirettamente risponde il sindaco Giorgetti dopo un paio di giorni con una intervista al Carlino. Dice il sindaco: “Sull’introduzione dell’imposta di soggiorno ci confronteremo a breve con le categorie: il tema è in agenda in vista della stesura del bilancio, ma la discussione dovrà tenere ovviamente conto di alcuni cambiamenti normativi della legge nazionale». Filippo Giorgetti si riferisce al progetto del ministro del Turismo Daniela Santanché di trasformarla in una ‘tassa di scopo’, unicamente a carico del turista.” Bene prendo atto di questa volontà manifestata anche in un’altra occasione da parte del sindaco.

Tutto a posto, dunque, a breve anche Bellaria applicherà l’imposta di soggiorno al pari di tutti i comuni turistici italiani importanti? Assolutamente no. La lobby degli albergatori di Bellaria, che ha impedito in questi anni l’applicazione dell’imposta di soggiorno, è intervenuta per ribadire la sua contrarietà: «Il confronto è motivo di crescita, e ognuno nell’associazione ha il suo pensiero libero, ma secondo noi l’imposta di soggiorno è iniqua – avverte il presidente dell’Aia Bellaria, Emanuele Campana – Il vero problema è che gli albergatori oltre a sostenere con impegni ed investimenti lo sviluppo del turismo si trovano anche ad assumersi la responsabilità nella fase di riscossione dell’imposta». Campana ha anche criticato l’utilizzo delle risorse ottenute dalla tassa – evidentemente riferendosi ad altre città – «spesso destinate a coprire disavanzi di spesa corrente». Per l’associazione «l’imposta frena il turismo e potrebbe rallentare la crescita del comparto. Inoltre negli ultimi anni Bellaria secondo analisi Istat regionali è la località costiera che ha fatto meglio».

In realtà non è così. Confrontando i dati istati del 2016 con i dati Istat del 2019 (ultimo anno precovid) si scopre che Bellaria ottiene gli stessi risultati di Riccione e fa peggio di Cattolica. Entrambe sono città che applicano l’imposta di soggiorno da anni. In realtà Bellaria non ha ricavato nessun vantaggio competitivo dal non far pagare questa imposta. Invece ha sicuramente aggravato il bilancio comunale ed aumentato le tasse che debbono pagare i cittadini bellariesi.

 

Shuttlemare quanto ci costi?

Oltre 50mila passeggeri e più di 25 mila viaggi: continua a crescere il servizio di trasporto a chiamata gratuito Shuttlemare, effettuato da Start Romagna per conto del Comune di Rimini che il 15 settembre scorso ha concluso la sua terza stagione di attivazione. Con una nota stampa il Comune di Rimini ha reso noto il consuntivo della navetta per il mare attiva dal 25 aprile al 15 settembre. Solo un paio di perplessità.

Se i dati del Comune sono corretti (non ho elementi per pensare il contrario) le navette hanno fatto oltre 25mila viaggi trasportando 50mila passeggeri. Una media di due trasportati per viaggio della navetta. Sinceramente un po’ poco.

Nel resoconto del Comune manca sempre un dato importante: quanto costa lo Shuttlemare. Non si tratta di un dato secondario. Si stima che il costo sia di circa 10 euro a viaggiatore trasportato pari ad un investimento di 500mila euro da parte del Comune di Rimini.

Scriveva Roberto Renzi in un suo intervento sul trasporto pubblico a Rimini: “A parte la considerazione impertinente che Shuttle Mare può sembrare un servizio d’élite, offerto dando per scontato che le normali linee di TPL sono inadeguate e quindi da evitare, si tratta di un’operazione che ha un indubbio costo e che in futuro potrebbe diventare insostenibile”. Condivido questa considerazione e mi auguro che ci possa essere l’occasione di poter discutere nel merito di questa iniziativa. E’ abbastanza stridente l’abbonamento fatto pagare agli studenti per andare a scuola e mettere a disposizione una navetta gratis per chi vuole andare al mare.

Al mare d’inverno con il servizio di salvamento

Con un’ordinanza pubblicata nei primi giorni di settembre la Capitaneria di Porto di Rimini integra le precedenze ordinanze sul servizio di salvamento.

In particolare l’ordinanza prevede:

“A prescindere dai periodi temporali sopraindicati, i concessionari dovranno garantire il servizio di salvamento ogni qual volta le strutture siano aperte al pubblico con finalità di balneazione”.  Nei periodi in cui la Regione Emilia-Romagna consente l’apertura delle strutture per finalità diverse dalla balneazione e al di fuori della stagione balneare strettamente intesa (stagione balneare estiva-attività balneare), l’organizzazione del servizio di salvataggio e di assistenza bagnanti avverrà secondo un proprio efficace modello organizzativo, basato, altresì, su un’idonea valutazione del rischio che assicuri, sempre e comunque, elementi idonei a garantire la sicurezza delle attività svolte, a cura degli operatori economici”.

Tradotto significa che per la Capitaneria di Porto di Rimini il servizio di salvamento va garantito non solo per la stagione balneare, che termina oggi 22 settembre, ma anche per i periodi dedicati all’elio terapia, attività sportive, culturali, ludiche, di intrattenimento che l’ordinanza regionale prevede tra il sabato precedente la celebrazione della Pasqua e il 2 novembre. Quindi dal 22 settembre al 2 novembre per l’ordinanza della Capitaneria di Porto deve essere garantito il servizio di salvamento se uno stabilimento balneare rimane aperto.

Inutile dire che si tratta di un’ordinanza che di fatto fa chiudere gli stabilimenti balneari a conclusione del servizio di salvamento (22 settembre) e li fa riaprire solo nell’ultimo weekend di Maggio. In questo modo si impediscono, soprattutto nel periodo primaverile, lo svolgimento di tante iniziative sportive sulle nostre spiagge. Oppure per realizzarle occorre prevedere il costo del servizio di salvamento. Fermo restando che la sicurezza per chi fa il bagno è un punto prioritario, penso si debba trovare una soluzione che salvaguardi l’attività sulla spiaggia per funzioni diverse dalla balneazione senza un aggravio dei costi per chi organizza le varie iniziative sportive o ludiche. Non credo neanche che si debba limitare l’apertura degli stabilimenti balneari al solo periodo dell’attività di balneazione (fine maggio ultimo weekend di settembre) quando il servizio di salvamento è funzionante. Non mi convince il mare d’inverno, ma l’apertura della spiaggia in primavera fino al mese di ottobre credo sia da mantenere come è stato fatto in questi anni e senza necessariamente avere un servizio di salvamento.

Maurizio Melucci