Rimini, 37enne colpito con un casco esce dal coma e si ritrova dietro le sbarre
5 Ottobre 2024 / Redazione
È uscito dal coma per ritrovarsi direttamente in carcere il 37enne tunisino che, la sera del 13 luglio scorso, era stato colpito alla testa con un casco da un 35enne riminese sul lungomare di Rivabella. L’uomo, completamente ubriaco, aveva dato vita a una serie di comportamenti aggressivi e molesti, culminati in un episodio violento che aveva coinvolto numerosi turisti e frequentatori della zona. L’aggressore, che si è sempre difeso parlando di legittima difesa, è attualmente accusato di tentato omicidio e sottoposto all’obbligo di residenza, pur potendo uscire di giorno per lavorare.
La vicenda ha avuto inizio la sera del 13 luglio, quando il 37enne tunisino, appena uscito dal carcere una settimana prima e già sottoposto all’obbligo di presentazione ai carabinieri (spesso ignorato), ha iniziato a infastidire passanti e turisti, tentato rapine e rubato birra da un market. Dopo aver strappato lo zaino a un turista e creato scompiglio in un bar-ristorante sul lungomare, il tunisino si è scontrato con il 35enne riminese, presente nel locale con la sua famiglia.
Il riminese, preoccupato per la sicurezza della sua figlia piccola e esasperato dai continui comportamenti molesti del tunisino, ha chiamato più volte le forze dell’ordine. Visto che la situazione degenerava, l’uomo ha seguito il tunisino all’esterno del locale e, vedendolo rompere una bottiglia di birra, ha reagito colpendolo alla testa con un casco, facendolo cadere a terra privo di sensi. Il tunisino è stato poi trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale “Bufalini” di Cesena, dove è stato ricoverato in terapia intensiva.
Le indagini condotte dai carabinieri del Radiomobile, supportate dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, hanno portato alla ricostruzione dell’episodio e alla decisione del tribunale di emettere un’ordinanza di custodia domiciliare nei confronti del 35enne. Durante l’interrogatorio, l’uomo ha spiegato di aver agito per paura che il tunisino potesse ferirlo con i cocci della bottiglia, giustificando così il suo gesto come difesa personale, aggravata dalla preoccupazione per la figlia.
Nel frattempo, le condizioni del tunisino sono migliorate, tanto da permettere le sue dimissioni dall’ospedale. Tuttavia, il giudice di Rimini ha accolto la richiesta di trasferimento in carcere, viste le precedenti infrazioni e il mancato rispetto dell’obbligo di presentazione alle autorità. L’uomo si trova ora nuovamente detenuto.