HomeEconomia e LavoroCampagna olivicola nel Riminese, Confagricoltura: “Una buona annata sia per qualità che per quantità”

Il presidente Carli: “Nonostante il gran caldo di questa estate e le abbondanti piogge delle ultime settimane, siamo soddisfatti della raccolta”


Campagna olivicola nel Riminese, Confagricoltura: “Una buona annata sia per qualità che per quantità”


18 Ottobre 2024 / Redazione

Da una ricognizione di Confagricoltura tra i propri associati nel Riminese, emerge infatti un quadro positivo sia per la qualità che per i quantitativi, che sono tornati a livelli soddisfacenti, dopo le difficoltà riscontrate negli ultimi anni.

“Siamo soddisfatti dell’andamento della raccolta – commenta Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – Il clima di questa estate, che ha messo in difficoltà diverse colture, è stato invece favorevole per l’olivo. Le alte temperature hanno infatti reso la vita più difficile alla mosca dell’olivo, insetto parassita che solitamente attacca le olive penetrando nel frutto. Con le temperature fino a 40 gradi, registrate ad agosto, lo sviluppo di questo insetto è stato limitato, con alcune problematiche, circoscritte, che si sono presentate solo nelle ultime settimane con l’arrivo dei primi freddi. Per evitare infatti guai peggiori è stata anticipata la raccolta del prodotto, la cui qualità è comunque rimasta intatta ed è alta”.  

Anche le piogge delle ultime settimane non hanno causato problemi alla coltura. “Hanno interrotto il forte caldo estivo e la siccità, che se fosse continuata avrebbe causato gravi danni alle coltivazioni, come accaduto in passato – sottolinea Nicola Pelliccioni, presidente della Consulta di Confagricoltura Rimini -.Fortunatamente, questo scenario è stato in gran parte evitato, e la quantità del prodotto è tornata ai livelli del 2021″.

Per Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini è ora importante che il costo della molitura – il processo meccanico in cui le olive vengono pressate per estrarre l’olio grezzo – vada incontro alle esigenze degli agricoltori.

“Ci auguriamo che, con l’aumento delle quantità lavorate, i costi possano essere pensati per venire incontro alle esigenze dell’olivicoltore il quale a sua volta deve essere in grado di valorizzare il più possibile il proprio prodotto, tenendo conto anche dell’offerta estera. Solo così la marginalità nella commercializzazione dell’olio può essere garantita” – conclude Carli.